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Il settore delle costruzioni, grazie ai corposi incentivi fiscali del Superbonus, ha consentito una più rapida ripresa dell’economia, dopo il crollo avvenuto nel 2020 per l’emergenza sanitaria.
Se la spesa sia valsa l’impresa, è un tema ampiamente dibattuto in questi anni, non scevro da polemiche politiche per le ripercussioni sul deficit e sul debito pubblico. La questione resta ancora aperta in mancanza di una valutazione onnicomprensiva dell’effetto netto, che consideri il ritorno degli investimenti effettuati non solo in termini economici, ma anche sociali e ambientali.
Un aspetto sicuramente apprezzabile della misura è stato però quello di indurre le imprese, per poter accedere ai crediti fiscali, a far emergere una parte del lavoro irregolare, che caratterizza in negativo il settore edilizio.
Per avere una misura dell’attività nelle costruzioni e della sua variazione nel tempo, la statistica ufficiale si affida a un metodo indiretto di calcolo.
L’indice della produzione nelle costruzioni, con l’aggiornamento al 2021 della base di riferimento, è stato oggetto di importanti innovazioni operate dall’Istat, in osservanza dei Regolamenti europei.
Tra le principali novità introdotte, assume rilevanza il riferimento a un unico input produttivo, le ore lavorate (rilevate mensilmente presso le Casse edili), laddove in precedenza si consideravano anche i beni intermedi e il capitale utilizzati.
I dati comunicati dalle imprese alle Casse edili riflettono, però, il solo lavoro regolare, che come detto, ha subito un’anomala impennata, dopo l’introduzione del Superbonus, non solo per l’aumento delle ristrutturazioni di immobili, che ha generato nuova occupazione, ma anche per la parziale emersione dal lavoro ‘nero’.
Indice mensile destagionalizzato della produzione nelle costruzioni – gennaio 2018-luglio 2024 (base 2021=100)*
Fonte: elaborazione su dati Istat – * gli indici della vecchia serie in base 2015=100 sono stati riproporzionati in base 2021=100
La serie destagionalizzata degli indici della produzione nelle costruzioni secondo la nuova metodologia, fornisce numeri nettamente superiori a quelli della vecchia serie che termina a dicembre 2023, quando la differenza era di oltre 15 punti.
Rispetto al complesso di innovazioni introdotte, la diversa dinamica dell’indicatore potrebbe dipendere in prevalenza dall’utilizzo del solo input produttivo delle ore lavorate, rispetto ai tre considerati in precedenza. Nel periodo in esame, come detto, le ore lavorate riflettono sia l’effettivo aumento della produzione sia l’emersione dal sommerso, con quest’ultimo che costituirebbe un elemento distorsivo nella rappresentazione statistica del fenomeno.
Dopo il boom degli ultimi anni, con l’esaurirsi dei lavori previsti dal Superbonus, il settore delle ristrutturazioni edilizie si avvia verso una comprensibile riduzione della produzione. Ma se a questo si assocerà anche un ritorno a un maggiore sommerso, la misurazione effettuata attraverso le ore regolari lavorate potrebbe ripercuotersi in negativo ben più di quanto lo sia in realtà.
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