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Perché salta il contatore della luce? #finsubito prestito immediato

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Spesso (ma non sempre) è a causa di un sovraccarico. In quel caso, meglio avere più potenza disponibile. Sì, ma quanto costa aumentare i kW?

A chi non è mai capitato? Lavatrice in funzione, il forno che prepara una crostata, la stufetta che riscalda l’ambiente, e all’improvviso il buio. Il pensiero corre subito a un sovraccarico: la maggior parte degli italiani ha un contratto di fornitura luce pari a 3 kW, che significano 3000 Watt di potenza contrattuale istantanea e 3300 Watt di potenza effettivamente disponibile. Un po’ pochi per reggere il carico simultaneo di più elettrodomestici a grande assorbimento di corrente.

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E quindi, il contatore scatta. Il sovraccarico è la causa più comune, ma non l’unica. Quali sono i motivi per cui il salvavita a volte salta anche quando non ci sono grandi elettrodomestici in funzione? In questo articolo esamineremo le diverse cause e indicheremo come è necessario comportarsi al riguardo.

 

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Cos’è il salvavita

Il salvavita è un dispositivo di sicurezza, obbligatorio secondo la legge 46/90, che scatta quando si verificano cortocircuiti o folgorazioni togliendo il passaggio della corrente elettrica.

Spesso nel linguaggio comune si usano indistintamente i termini “magnetotermico” e “differenziale”, che in realtà sono due componenti del salvavita. Le loro funzioni sono:

  • L’interruttore magnetotermico interrompe il flusso di energia quando rileva un cortocircuito, un sovraccarico dovuto all’uso simultaneo di troppi elettrodomestici, oppure quando qualcuno che sta facendo delle riparazioni sull’impianto entra inavvertitamente a contatto con un filo sotto tensione
  • Il differenziale (che è un relè, in sostanza) ha il compito di staccare la corrente quando rileva uno squilibrio tra correnti elettriche in entrata e in uscita

Perché scatta il contatore della luce?

Ecco le possibili cause in dettaglio:

  • Cortocircuito: quando due punti di un circuito elettrico entrano in contatto si verifica un passaggio di corrente di forte intensità che fa surriscaldare un elettrodomestico (il classico ferro da stiro, un tostapane, e così via), facendo saltare il contatore. Ciò avviene perché la resistenza, ovvero la tendenza di un corpo a opporsi al passaggio di una corrente elettrica è prossima allo zero.
  • Sovraccarico: usare contemporaneamente molti elettrodomestici energivori può produrre un consumo eccessivo di energia che supera la dotazione assegnata in fase di stipula del contratto (di solito 3 kW, come accennato all’inizio dell’articolo). Verificare il sovraccarico è molto semplice, è sufficiente osservare il display del contatore e si vedrà la scritta “Distacco Imposto Super Potenza”.
  • Umidità e fenomeni atmosferici: può capitare, in caso di forti temporali, che ci siano degli sbalzi di tensione, oppure che si infiltri acqua nelle prese esterne non perfettamente isolate. Come può succedere, poi, che un salvavita particolarmente sensibile scatti in situazioni di forte umidità atmosferica.
  • Dispersione di corrente: quando la corrente elettrica passa attraverso un conduttore non perfettamente isolato può verificarsi lo stacco del salvavita
  • Salvavita danneggiato: in quel caso è ovviamente da sostituire. Operazione che, nonostante sia semplice, è fortemente raccomandato farla eseguire da un elettricista

 

Cosa fare quando scatta il salvavita?

La tentazione è quella di andare subito a sollevare la levetta. Un attimo però: prima è meglio verificare che il contatore segni un eventuale supero di potenza. In caso affermativo, si possono staccare dalla presa gli elettrodomestici che si pensa abbiano fatto superare la dotazione contrattuale di energia.

Se il contatore non segnala un supero di potenza, provate a staccare dalla presa un elettrodomestico che era in funzione al momento dello stacco. Se risollevando la levetta del salvavita e ricollegando alla presa il salvavita scatta nuovamente, è chiaro che è quell’elettrodomestico a provocare un cortocircuito. E, quindi, andrà riparato.

In alcuni casi il corto può dipendere anche da lampadine fulminate o da altri guasti difficili da individuare per i quali è necessario comunque l’intervento di un elettricista.

 

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Il salvavita salta troppo spesso per sovraccarico? Aumentate la potenza

Tutto parte, come dicevamo a inizio articolo, dalla potenza disponibile. Il contatore elettronico Open Meter di e-Distribuzione, presente ormai nelle case di tutti gli italiani (l’installazione degli ultimi si concluderà entro il 2024), permette di avere un 10% di potenza in più rispetto a quella scelta quando è stato firmato il contratto.

Quindi, chi ha un contratto da 3 kW potrà prelevare 3,3 kW senza limiti di tempo. Ma c’è di più: è possibile anche spingersi a prelevare fino a 4 kW senza distacchi per tre ore. Se invece si “esagera”, e si oltrepassano i 4 kW il distacco avviene entro due minuti dal superamento della potenza disponibile.  

Se vi accorgete che il contatore salta troppo spesso, è evidente che vi serve un aumento della potenza contrattuale.

Ma quanto costa aumentare i kW? Nel mercato libero, l’importo dipende dal contratto. Nel vecchio mercato tutelato (ancora in vigore per i clienti vulnerabili) e nel Servizio a Tutele Graduali (in cui sono ricompresi tutti i clienti non ancora passati al mercato libero) è previsto il pagamento di un contributo di 23€ e un adeguamento (pochi euro) del deposito cauzionale.

A prescindere, poi, che siate nel mercato libero, o tutelato, o nell’STG, c’è un altro contributo, pari a 61,26 + IVA 10%, che il venditore (la società con cui avete il contratto di fornitura) deve versare al distributore (la società, in genere coincidente con e-Distribuzione, che materialmente effettuerà l’aumento dei kW) per ogni kW (anzi, 1,1 visto che parliamo di potenza disponibile) di aumento, fino a un massimo di 6 kW per le utenze domestiche.

Quanto costa passare da 3 a 4 kW, facendo un esempio pratico? Ipotizziamo di avere Enel come gestore: i costi sono 61,26€, più il contributo fisso di 23€. Alla somma ottenuta, pari a 84,26€, vi è da aggiungere l’IVA al 10%. Il totale è 92,68€. Questi sono i corrispettivi di allacciamento, a cui sono da aggiungere eventuali corrispettivi di attivazione e, infine, un lieve aumento della voce di spesa per il trasporto dell’energia elettrica e del contatore.

Gli importi riportati sono indicativi e suscettibili di variazioni. Inoltre, i lavori da eseguire non devono essere complessi. In quel caso si avrà una variazione del preventivo.

Se vi “pentite”, e volete tornare indietro diminuendo la potenza disponibile, sappiate che il distributore restituirà al venditore la quota potenza del contributo che aveva versato quando la potenza era stata aumentata. Se, invece, state aumentando la potenza perché in precedenza avevate chiesto di ridurla, il contributo non è più richiesto.

Da notare che oggi, per fornire al consumatore una maggiore flessibilità, l’aumento di potenza non dev’essere necessariamente effettuato da 3 a 4,5, o da 4,5 a 6 kW, ma si possono scegliere anche step intermedi da 0,5 kW.

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Come capire quanta potenza serve per casa

Il metodo più semplice lo si nota dall’utilizzo quotidiano: se si ha costantemente la necessità di tenere più elettrodomestici contemporaneamente in funzione, è lapalissiano che vi sia l’esigenza di aumentare i kW del contatore.

Esiste poi un altro strumento, più preciso, che è dato dalla bolletta. Qui il venditore deve indicare, mese per mese, il livello massimo di potenza prelevata e, una volta l’anno, anche il massimo livello prelevato negli ultimi 12 mesi.

Conoscere il proprio fabbisogno energetico è fondamentale per capire di quanto aumentare i kW e, quindi, ottimizzare i consumi e in definitiva cercare di ridurre le spese.

Se, però, si è nelle mani di un fornitore sbagliato, che pratica una tariffa esageratamente alta rispetto alle condizioni attuali del mercato, la cosa da fare è una sola: passare al mercato libero e, se lo si è già fatto, cambiare fornitore.

Il problema è come orientarsi tra decine di offerte e tariffe, una apparentemente più conveniente dell’altra, se non si conoscono le dinamiche del settore?

L’ideale è affidarsi a dei consulenti esperti in grado di trovare la tariffa più conveniente per le proprie esigenze di consumo familiare.

I professionisti di Tiscali Tagliacosti, comparatore che permette di confrontare le migliori offerte del mercato, sono disponibili per una consulenza personalizzata gratuita. E’ sufficiente compilare un semplice modulo per farsi richiamare nel più breve tempo possibile e avere finalmente una risposta a tutti i dubbi e le perplessità.

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