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La sua vita è stata spezzata dall’uomo che l’avrebbe dovuta proteggere
Di:
Redazione Sardegna Live
“La Comunità del Dipartimento di Giurisprudenza ricorda con affetto la sua studentessa Martina G. ed esprime la sua vicinanza alla famiglia e a tutti coloro i quali sono stati colpiti da questo grave lutto”. È il ricordo pubblicato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Sassari per Martina Gleboni, la ragazza nuorese uccisa ieri mattina dal padre Roberto.
Martina aveva 25 anni, una vita da vanti e tanti sogni da realizzare. La sua vita è stata spezzata dall’uomo che l’avrebbe dovuta proteggere. La giovane si era laureata in Scienze giuridiche nel 2022 e ora frequentava la magistrale in Giurisprudenza.
LA STRAGE FAMILIARE, 5 VITTIME – Ieri mattina alle 7Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha sterminato la sua famiglia prima di togliersi la vita: la moglie Giuseppina Massetti, 43 anni, la figlia Martina, di 25, il figlio Francesco di 10 (morto ieri sera in ospedale), il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni, colpito per caso mentre si trovava nel pianerottolo (morti ieri sera in ospedale). Due i sopravvissuti: il figlio di 14 anni e la madre, Maria Esterina Riccardi.
La strage si è consumata ieri, mercoledì 25 settembre. Gleboni in via Ichnusa ha esploso diversi colpi di arma da fuoco con una pistola calibro 7.65, legalmente detenuta. Ha ucciso la moglie e la figlia Martina. Ferito gli altri due figli minori di 14 e 10 anni. L’omicida, dopo aver sparato anche a un vicino di casa, Paolo Sanna, ha raggiunto l’abitazione della madre in via Gonario Pinna. Dopo averla aggredita e ferita gravemente con un colpo di pistola, si è tolto la vita con la medesima arma.
Sulla scena del crimine sono intervenuti i Sostituti Procuratori della Repubblica Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto unitamente a personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri con i rispettivi Reparti specializzati per i rilievi scientifici. Le indagini dirette dalla locale Procura della Repubblica sono affidate congiuntamente a personale dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Non risultano pregresse segnalazioni/denunce di violenze in ambito familiare.
LA PISTOLA – L’arma utilizzata è una calibro 7,65, regolarmente detenuta dall’uomo, che era un appassionato di armi e possedeva il porto d’armi. La pistola era a casa dell’anziana madre, dove Gleboni si era recato, dopo aver sparato alla moglie, ai tre figli e a un vicino di casa, per sparare anche alla madre, prima di togliersi la vita.
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