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Una ciclo-staffetta ecologica, l’incontro con i “custodi” della casa comune e la preghiera per il Creato. Sono i tre momenti organizzati dalle diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia in occasione del Tempo del Creato, che quest’anno ha per tema “Sperare e agire con la Creazione”. Come accade già da alcuni anni le due diocesi, unite nella persona del vescovo Gianrico Ruzza, propongono iniziative di sensibilizzazione rivolte alle comunità locali perché prendano consapevolezza della cura del proprio territorio.
Il primo appuntamento riunirà i “custodi” della casa comune il 27 settembre alle 17.30 al Castello di Santa Severa. In continuità con l’incontro sinodale dello scorso anno, l’invito è rivolto ad associazioni, gruppi e cittadini che hanno a cuore la causa della nostra casa comune, in particolare la sorte del pianeta, la salvaguardia delle risorse naturali e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio. L’incontro è aperto a chiunque sia disponibile al dialogo: cattolici praticanti e non, altri cristiani, credenti di altre religioni e non credenti. Sarà presentato il Manifesto della “Rete diocesana per la cura del Creato” che mette insieme enti, associazioni, organizzazioni e istituzioni di diversa natura, presenti e operanti nel territorio delle due diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia.
Si svolgerà invece nel pomeriggio di sabato 28 settembre la 3ª edizione di “Alzati & Pedala”, la ciclo-staffetta ecologica che vedrà le comunità parrocchiali organizzare in contemporanea dei percorsi in bicicletta attraverso città e zone delle diocesi. Nelle varie tappe ci saranno interventi sulla conversone ecologica e sulla lotta al cambiamento climatico.
Il terzo appuntamento concluderà il Tempo del Creato con una intenzione di preghiera inserita nella festa di sant’Ippolito, vescovo e martire, durante la celebrazione del patrono della diocesi di Porto-Santa Rufina a Fiumicino il 5 ottobre.
“Prendersi cura del Creato – ha dichiarato mons. Gianrico Ruzza – è l’impegno che il Papa ci chiede. È un compito nel quale riconosciamo innanzitutto la dimensione spirituale perché riguarda l’integrazione tra la vita umana con la sua interiorità e il Creato, donato da Dio, da custodire e da lodare nella sua bellezza. Esso ci impone poi azioni conseguenti in particolare nel momento presente segnato da cambiamenti globali dannosi e sempre più spesso letali per l’esistenza di molte persone”. “Non credo sia opzionale avere a cuore la causa della casa comune, ma – ha proseguito – sia invece necessario custodire il Creato e le creature incentivando lo sviluppo nella prospettiva del benessere per tutti con una equa distribuzione delle risorse. Il manifesto che proponiamo, nato dall’elaborazione di tante associazioni e persone di buona volontà, è un tentativo di far convergere da culture e storie differenti donne e uomini che hanno a cuore il bene autentico dell’umanità, il bene comune”.
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