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Due prestiti obbligazionari al 10% per i supermercati Pam #finsubito prestito immediato

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Importante rafforzamento patrimoniale per Generale di commercio e servizi (Gecos), holding controllata dalla dinastia veneziana dei Bastianello che detiene il 100% del gruppo di supermercati Pam, attivo anche con i marchi Pam Panorama (ipermercati) e In’s Mercato (discount). Qualche giorno fa, infatti il consiglio d’amministrazione presieduto da Arturo Bastianello riunitosi a Spinea (Venezia) alla presenza del notaio Francesco Candiani ha deliberato l’emissione di due prestiti obbligazionari non convertibili per complessivi 12,6 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 36 milioni di prestiti obbligazionari già in essere. Il primo prestito di 6,3 milioni sarà emesso dal prossimo 1 ottobre, ha durata biennale e paga una cedola annua fissa del 10%, cosi come il secondo che sarà emesso l’1 aprile del prossimo anno. La riunione del cda è servita anche ad approvare la fusione per incorporazione in Gecos della controllata al 100% Gecos Finance, con un attivo di 536 milioni, che ha in portafoglio anche il 23,1% della controllante e che svolge l’attività di gestione della liquidità del gruppo attraverso investimenti finanziari. Il merger si colloca «nell’ambito di un piano riorganizzativo che coinvolge l’intero gruppo», si legge nel verbale. Gecos ha chiuso il bilancio consolidato 2023 chiuso con ricavi in progresso anno su anno da 3 ad oltre 3,3 miliardi anche se l’utile finale è lievemente calato a 26,5 milioni dai 27,8 milioni del 2022.

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  • Alimentare, mozzarelle e Galbanini fanno lievitare i conti di Lactalis Italia: +7,8%

    Fieno in cascina, nonostante il progresso dei ricavi e degli utili di gruppo, per la famiglia francese Besnier dalle loro attività alimentari in Italia. Qualche settimana fa, infatti, l’assemblea degli azionisti di Gruppo Lactalis Italia (Gli), di cui Giovanni Pomella è amministratore delegato, che la dinastia transalpina controlla attraverso Bgi, ha deciso di destinare interamente a riserva tutti i 131,8 milioni di euro di utile segnati nel bilancio ordinario 2023 che si confrontano col profitto di 172,8 milioni del precedente esercizio. Il risultato dello scorso anno è frutto dei dividendi incassati dalle controllate: in particolare la cedola riveniente dalla Egidio Galbani è crollata anno su anno aumentata da 239 a 100 milioni, quella di Big è salita da 18 a 40 milioni, come il dividendo di Italatte (da 6 a 15 milioni), Bpa Italia (da 5 a 6,8 milioni) e Lactalis Italia (da 800mila euro a 1,3 milioni). Ciò ha consentito anche di assorbire l’impatto della svalutazione di 4 milioni (dopo quella di 88 milioni segnata nel bilancio 2022) eseguita sulla controllata Nuova Castelli, comprata quattro anni fa per 44,1 milioni e leader nella produzione e distribuzione di formaggi “dop” con 15 stabilimenti.

    Confortanti le notizie dal consolidato chiuso con un utile salito anno su anno da 64,2 a 87,2 milioni e un ebitda progredito del 30,8% a 227,3 milioni. Sul fronte del fatturato il bilancio di Gli, in cui lavorano 3mila 600 addetti, si è chiuso con vendite nette per quasi 2 miliardi, in progresso (+7,8%) rispetto al precedente esercizio, a tassi di cambio e perimetro costanti. A livello di settori di business il lattiero caseario (la mozzarella “Vallelata” e il “Galbanino” sono fra i prodotti di punta) e i salumi hanno visto i ricavi in crescita a oltre 1,5 miliardi (+7,4% sul 2022) con un ebitda di 190,1 milioni (+11,1%). La trasformazione del siero ha fatturato 52,6 milioni in calo del 10% sul 2022 con un ebitda di 5,5 milioni; la produzione e commercializzazione di specialità e “dop” ha segnato vendite per 445,7 milioni (+9,9%), 59,7 milioni sono state le vendite a marchio “Leerdammer” e 32,5 milioni sono arrivati dai canoni di locazione della flotta aziendale usata dalle controllate. L’indebitamento finanziario netto è salito anno su anno da 473,5 a 735 milioni soprattutto per l’acquisizione della bresciana Ambrosi, specializzata nella produzione e commercializzazione di varie specialità casearie, fra cui spiccano Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

  • Per la Factor Holding della famiglia Nissim, 3,26 miliardi di ricavi

    Meno ricavi ma più margini per Factor Holding (Fh), il grande gruppo di alimentazione controllato dalla famiglia Nissim, presieduto dalla riconfermata Marina Nissim e guidato da Salomone Benveniste, che opera in 17 siti produttivi e impiega circa 10mila 800 addetti in oltre 150 paesi. Tra i marchi 60 di proprietà del gruppo i più noti sono i tonni Rio Mare, Palmera e Nostromo, la carne Simmenthal, i prodotti per la cosmesi e l’estetica personale Manetti & Roberts, Cadey, Chilly, Brioschi, Sanogyl, Collistar e Somatoline e la colla Uhu. Il bilancio consolidato 2023 si è chiuso infatti con ricavi netti pari a 3,26 miliardi in calo dello 0,2% dai 3,27 miliardi dell’esercizio precedente, ma l’utile netto è progredito anno su anno da 170 a 223,1 milioni dopo che l’ebitda è avanzato da 756,5 a 796,1 milioni e l’ebit da 157,2 a 206,4 milioni. L’aumento della marginalità è dovuta principalmente, dice la relazione sulla gestione, “alla riduzione dei costi delle materie prime rispetto ai livelli record del 2022”e peraltro giunge dopo una svalutazione di 13 milioni dell’avviamento che giunge dopo quella più consistente di 77,7 milioni fatta l’anno precedente per effetto delle particolari condizioni di mercato.

    L’Italia continua a rappresentare il principale mercato con vendite per oltre un miliardo. La divisione Food ha visto un fatturato di 2,19 miliardi (erano 2,24 miliardi nel 2022), di cui metà derivante dal tonno, quella Personal Care & Cosmetics di 399,5 milioni (376,6 milioni), la Household Care di 369 milioni (363 milioni) e la Adhesives & Glues di 296,7 milioni (288 milioni). Forte di un patrimonio netto di oltre 3,8 miliardi, Factor Holding ha investito lo scorso anno 60 milioni in immobili e impianti e 15,5 milioni in attività immateriali oltre a investire parte della propria liquidità in azioni quotate e non, obbligazioni, etf e polizze che oggi valgono complessivamente 849 milioni. La relazione sulla gestione segnala che il primo trimestre di quest’anno evidenzia una crescita di ricavi “single digit” in tutti i settori del gruppo accompagnata da un “recupero di profittabilità”.





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