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Nuoro «Fitza mea, fitza mea. Allughie sa televisione e nazzemi chi no est fitza mea, chi est unu film». «Ditemi che è tutto un film, che quella non è mia figlia». Le urla disperate di mamma Carmela squarciano il cielo di via Ichnusa. Qui, insieme al marito Salvatore, impassibile e senza forze, a pochi metri dalla casa dove la figlia Giusi Massetti e la nipote Martina sono state assassinate dal genero Roberto Gleboni. Carmela non poteva sapere che il bilancio sarebbe stato ancora più drammatico: cinque morti, due di questi dichiarati deceduti cerebralmente e due feriti gravi. E tra le vittime, l’altro nipote amatissimo: Francesco, 10 anni appena. Ucciso nel massacro all’alba nel quartiere di Monte Gurtei.
Ore 7 Il sole è sorto da poco e piove a dirotto a poche centinaia di metri dalla chiesa di San Paolo. Il 52enne Roberto Gleboni, operaio di Forestas, impugna la sua pistola semiautomatica calibro 7.65 legalmente detenuta per uso sportivo e sfoga la sua furia omicida prima contro la moglie Giusi, casalinga 43enne, poi contro i suoi tre figli Martina, Sebastiano e Francesco. Rispettivamente 25, 14 e 10 anni. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Gleboni avrebbe prima ucciso la moglie colpendola alla testa per poi spostarsi nella cameretta dei figli e continuare a sparare all’impazzata ferendo a morte, con un colpo al volto, la figlia più grande. In fin di vita Francesco, il più piccolo dei tre, trasportato d’urgenza nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale San Francesco, in tarda serata è stato dichiarato morto cerebralmente. Ferito lievemente Sebastiano, superstite della tragedia familiare. La furia di Roberto Gleboni non si è placata nell’appartamento. Con l’arma in pugno ha sparato nel pianerottolo mirando ancora alla testa. Questa volta contro il vicino di casa Paolo Sanna, pensionato di 69 anni. Un incontro casuale: Sanna, si trovava lì per riavviare il contatore saltato a causa del temporale. In condizioni gravissime per tutta la giornata, in tarda sera anche per lui è stata accertata la morte cerebrale dal San Francesco. Dopo via Ichnusa, Gleboni si sposta a casa della madre Maria Riccardi, 80 anni. Spara anche contro di lei, la colpisce a una guancia ferendola gravemente.
Ore 9 circa Via Ichnusa è blindata. Sul posto ci sono carabinieri e polizia, la scientifica e i pm del tribunale di Nuoro Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto. I vicini di casa si riversano per strada mentre iniziano ad arrivare i familiari delle vittime, tanti tra zii e cugini. Gli ultimi ad arrivare saranno proprio i genitori e nonni di Giusi e Martina, Carmela e Salvatore. «Bastardo», urla una parente. «Prendi me e restituiscimi mia figlia» grida mamma Carmela guardando il cielo. E poi: «Dove sono i bambini? Fitzos meos, portatemi da loro, voglio vederli».
Il quartiere «Sembravano una coppia felice, nessun segno di frizione. Erano insieme al supermercato anche tre giorni fa. Giusi era molto innamorata del marito». È il racconto di una vicina di casa. «Lui? Molto taciturno ma sempre disponibile ed educato – afferma Armando Lodi, un altro vicino –. Sono scioccato, ma non ho sentito niente anche se ero in casa. C’era il temporale e stava tuonando di continuo».
Ore 13.30 circa In via Ichnusa arriva anche il medico legale Roberto Demontis per i rilievi e le perizie di rito sui due cadaveri che dopo circa mezz’ora vengono trasferiti in attesa delle disposizioni sull’autopsia che chiarirà ancora meglio le dinamiche della tragedia. Nel mentre le voci si rincorrono e c’è apprensione per la sorte di Paolo Sanna e del piccolo Francesco. Nel reparto di Terapia intensiva le loro condizioni di salute si aggravano man mano che le ore passano.
Ore 20 circa La Asl conferma ufficialmente di aver avviato qualche ora prima l’accertamento di morte cerebrale per Paolo Sanna e per il piccolo Francesco Gleboni. Il bilancio della tragedia è destinato ad aggravarsi nella notte con il numero delle vittime che sale a cinque. Il movente È tutto da chiarire in questa tragica vicenda. Da parte della coppia, gli inquirenti lo confermano, non c’erano mai state denunce o segnalazioni di violenze in famiglia. L’unica cosa certa resta la volontà precisa di Roberto Gleboni di sterminare tutti i suoi familiari. Ha sparato alla testa. Dopo via Ichnusa lo farà anche in via Gonario Pinna. Prima contro la madre, poi contro se stesso.
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