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Crolla con 41 mln di euro di debiti l’Ipa, l’Ente assistenziale dei dipendenti del Comune di Roma: una piccola cassaforte riempita dai 23 mila Comunali per anni e svuotata da una gestione allegra e sfacciata. E da dicembre sparirà con un giallo: di fronte alla liquidazione decisa dal Comune, coloro che hanno prestiti è possibile che debbano restituirli in unica soluzione entro 30 giorni.
Tutto comincia con le migliori intenzioni nel Dopoguerra, precisamente ne 1940, quando i dipendenti del Comune di Roma costituiscono col Comune l’Istituto Previdenziale Ipa. Lo scopo mutualistico è quello di versare contributi fissi mensili per il sostegno di chi è in difficoltà economiche e di creare una cassaforte per la sanità integrativa e negli anni successivi anche per le pensioni integrative. Lo choc con la scoperta del “buco milionario” arriva nel 2017 quando l’allora sindaco Raggi, dopo un a pesantissima relazione della Corte dei Conti commissaria il Cda. Nella relazione contabile si legge: “Profili di irregolarità rilevati nell’azione amministrativa dell’Istituto di previdenza e assistenza per i dipendenti di Roma Capitale (Ipa), contrassegnata dal patologico ricorso a gestioni commissariali, dall’assenza di un assetto organizzativo interno e da diffuse illegittimità nel ricorso alla somministrazione di lavoro”.
Si prepara il default
La Corte dei Conti scopre prestiti a dipendenti indebitati sino al collo che si sono visti ridurre lo stipendio anche a 200 euro al mese, non solo come misura di sostegno a famiglie in difficoltà ma per fare viaggi all’estero. Prestiti facili, insomma, da aggiungere a una allegra gestione dei vertici orientati ad aumentare le spese di rappresentanza, oltre a una serie di assunzioni dal profumo clientelare. Il Comune di Roma, sindaco Gualtieri, decide allora di nominare un nuovo commissario con scadenza al 2024 e, nei giorni scorsi, di chiudere definitivamente l’Ente per “passare a nuovi fondi previdenziali e assistenziali”. Dunque, se i 23 mila Comunali vorranno, dovranno rivolgersi al mercato privato.
E i debiti? Il giallo
Oltre a debito con le banche, un pezzo importante dei 41 mln di euro di buco è stato causato dalla serie di prestiti, alcuni dei quali mai restituiti. E così, la liquidazione al 31 dicembre prossimo, è possibili che obblighi i contraenti a restituire l’ammontare del prestito comprensivo di interesse in unica rata. E questo perché nessun liquidatore accetterà di firmare senza aver tentato un’azione di recupero dei crediti, la cui esigibilità è garantita dagli stipendi del Comune.
Mauro Cordova leader storico dell’Arvu, associazione dei Vigili Urbani
“In cuor nostro speravamo che il Comune ricapitalizzasse restituendo l’Ipa ai dipendenti con un nuovo Cda e nuovo servizi. D’altronde il Campidoglio ha le sue responsabilità: per anni ha nominato CdA sempre con sindacalisti e ha ceduto spazi per gli uffici. Ora si tira indietro sostenendo che non può ricapitalizzare e questa è la peggior notizia della storia del Comune di Roma. Per colpa della mala gestione da sempre denunciata, andrà tutto in fumo. E poi c’è il problema dei prestiti in corso:se fosse vero che dovranno essere restituiti in 30 giorni, c’è il rischio enorme che molte persone possano finire in mano agli strozzini. E’ bene che il sindaco Gualtieri lo sappia e che metta in campo azioni a tutela delle persone più economicamente fragili”.
De Santis, Lista Civica Raggi
“È una pessima notizia – commenta Antonio De Santis, ex assessore al personale e – che non deve passare inosservata, per il semplice fatto che su retribuzioni già basse cala una scure sul welfare. I temi ora sono due: le modalità di restituzione ai dipendenti di quanto già versato, e la costruzione di un modello di welfare in grado di sostituire lo storico ruolo esercitato da IPA. Su questo chiediamo la massima trasparenza e soluzioni immediate”.
Fabrizio Santori, Lega: “Vogliamo un Consiglio Comunale straordinario”
Fabrizio Santori, Lega: “Dopo quasi due anni di commissariamento trascorsi in stallo, il Pd cancella l’Ipa. Chiediamo la convocazione immediata dell’assemblea capitolina straordinaria. Gualtieri non si nasconda dietro l’ennesimo flop, faccia chiarezza, spieghi cosa succede ora”.
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