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Dusan Vlahovic si stappa come una bottiglia di champagne e la Juve brinda con i gol ritrovati e almeno una notte al primo posto in classifica. Una rete del serbo è su rigore, quello che serve in avvio di ripresa per togliere ai bianconeri l’opacità di un primo tempo inguardabile. Il raddoppio è “alla Vlahovic”: complimenti. E il tutto avviene nel secondo tempo quando – scusate la battuta – Thiago Motta non può concedersi la “genialata” della sostituzione con Weah. Anche perché Weah non c’è, è infortunato… Anche perché entra Conceicao alla fine e aggiorna la statistica di quest’anno: quando vince, la Juventus lo fa sempre segnando tre gol.
Nell’atmosfera cui non eravamo più abituati, porte chiuse a Marassi, la Juventus tiene ancora la porta chiusa. Inviolata. Dopo sei giornate zero gol subiti. È un riscontro non banale e un ottimo segnale per il futuro, soprattutto se confrontato con le sette reti invece incassate dall’Inter, per esempio.
A proposito di confronti, Vlahovic e Lautaro si “abbracciano” idealmente sia per la doppietta segnata sia per la risposta contemporanea alle critiche dell’ultima giornata. Avevano terminato la stagione scorsa in testa alla classifica marcatori, non potevano essere spariti alle primissime difficoltà. Era solo questione di tempo.
Questione di tempo anche per vedere una Juventus più gradevole. Come nelle altre partite vinte (Como e Verona in campionato, più Psv in Champions) la squadra è sembrata a proprio agio negli spazi più ampi concessi dal primo gol. Ma non vanno sottovalutate tre mosse che finalmente Thiago Motta sembra aver messo a fuoco. La prima: Koopmeiners rende al centro, non quando viene destinato alla periferia delle corsie esterne. La seconda: Danilo non è più un terzino (meglio Kalulu) ma è ancora un signor difensore centrale. La terza: Fagioli regista, e non servono parole in aggiunta.
Dalle indicazioni tattiche ai numeri: tre vittorie 3-0 in campionato dopo tre pareggi 0-0 consecutivi. Tre per tre uguale nove, il numero di quella maglia che Vlahovic raramente deve lasciare in spogliatoio, mai nell’intervallo.
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