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Auto in crisi: Stellantis crolla in borsa dopo il taglio del margine operativo e del free cash flow. Dividendo e buyback a rischio? #finsubito prestito immediato

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Stellantis cade a Piazza Affari: -13% dopo il profit warning, soffre tutto il settore auto.

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La crisi del settore automobilistico europeo, segnata la scorsa settimana dal secondo profit warning in tre mesi di Volkswagen e lunedì da quello di Aston Martin, e i problemi in Nord America spingono Stellantis, la mattina del 30 settembre, a tagliare la guidance del 2024. Il quadro per il settore automobilistico rimane complesso. Sebbene il risveglio della Cina porti di benefici, è pur vero che in Europa i produttori cinesi di auto elettriche hanno mostrato segnali di rallentamento, con un crollo delle vendite: le immatricolazioni sono quasi dimezzate ad agosto rispetto all’anno precedente, raggiungendo il livello più basso degli ultimi 18 mesi, ha sottolineato Gabriel Debach, market analyst di eToro. Anche per questo la cfo di Stellantis, Natalie Knight, parlando durante una conferenza, aveva messo le mani avanti, confermando la difficoltà del gruppo nel centrare la guidance di ebit adjusted oltre il 10%, definendolo un obiettivo «ambizioso», e quindi anche di un free cash flow oltre 6 miliardi.

Margine operativo più basso e free cash flow negativo

Da qui il primo taglio: ora il margine operativo adjusted è atteso tra il 5,5% e il 7% per l’intero esercizio, in calo rispetto al precedente «a doppia cifra». La riduzione, ha spiegato il gruppo automobilistico italo francese in un comunicato, è legata per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America; altri fattori includono le vendite inferiori alle attese nel secondo semestre in diverse regioni.

E il secondo taglio: il free cash flow industriale è previsto in un range tra -5 miliardi di euro e -10 miliardi di euro rispetto al precedente «positivo». Questo di riflesso sia al margine operativo adjusted più basso previsto sia all’impatto del capitale circolante «temporaneamente più alto» nel secondo semestre del 2024. Attualmente il consenso Bloomberg prevede per il 2024 ricavi a 170 miliardi, un risultato operativo rettificato di 15,8 miliardi (margine del 9,3%) e un free cah flow industriale di 4,8 miliardi.

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Scorte: non più di 330.000 unità entro il 2024

Per far fronte alla crisi del settore, si legge nel comunicato del 30 settembre, Stellantis ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine dell’esercizio rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025.

Le azioni includono una riduzione delle consegne alla rete di più di 200.000 veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100.000 riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva.

Attese performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre

Inoltre, il deterioramento nelle condizioni globali del settore si traduce in una previsione di mercato per il 2024 a un livello inferiore rispetto all’inizio dell’anno, mentre le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggior offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese. Stellantis è convinta che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in «performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre».

Prima di Stellantis, venerdì 27 settembre anche Volkswagen ha aggiornato le previsioni per il 2024 alla luce di un contesto di mercato difficile e di sviluppi inferiori alle attese iniziali, in particolare nei marchi Volkswagen passenger cars, Volkswagen veicoli commerciali e componenti tech. Il colosso automobilistico tedesco ora ha stimato consegne pari a circa 9 milioni di veicoli (nel 2023 erano 9,24 milioni e la previsione precedente indicava un aumento fino al 3%) e ha stimato un fatturato pari a 320 miliardi di euro (322,3 miliardi nel 2023 e una previsione precedente in aumento fino al 5%). Invece, il risultato operativo è atteso a 18 miliardi, corrispondente a un rendimento operativo sulle vendite del 5,6% quando in precedenza era fra il 6,5% e 7%. Quanto al flusso di cassa netto della divisione automotive è stimato a 2 miliardi (era atteso da 2,5 a 4,5 miliardi. Come se ciò non bastasse, il gruppo ha sottolineato che il deterioramento del contesto macroeconomico sta avendo un impatto negativo che potrebbe comportare «ulteriori rischi». I conti del terzo trimestre del 2024 di  Volkswagen saranno diffusi il prossimo 30 ottobre e quelli (consegne e ricavi) di Stellantis il 31 ottobre. Per Debach, il quadro per Volkswagen è preoccupante: la transizione verso i veicoli elettrici si è rivelata più complessa del previsto, facendole perdere rilevanza in Cina, dove i suoi brand principali—VW, Audi e Porsche—stanno cedendo quote di mercato. In Europa, l’amministratore delegato, Oliver Blume, deve affrontare nuovi concorrenti, tra cui l’aggressiva cinese Byd Co., e un potenziale conflitto con i sindacati per i tagli al personale e la possibile chiusura di stabilimenti, situazioni che potrebbero sfociare in un periodo di turbolenza senza precedenti.

Il titolo Stellantis cade in borsa

A Piazza Affari il titolo Stellantis è caduto in chiusura del 14,72% a 12,408 euro con il 2,52% del capitale passato di mano, dopo un minimo intraday a 12,356 euro, livello del 13 ottobre del 2022. Negli ultimi tre mesi ha perso il 21% del suo valore e in un anno il 19%, Volkswagen (-2,5% a 94,68 euro a Francoforte) il 6,5% e il 15,45%, rispettivamente. «La revisione della guidance da parte di Stellantis non era totalmente inattesa in quanto il consenso era già inferiore a quanto indicato alla società, ma l’entità è ben oltre le attese», commenta Intermonte. «Se da un lato l’accelerazione nella manovra di aggiustamento delle scorte negli Usa con l’obiettivo di completarla entro il 2024 offre una prospettiva migliore sul 2025, la necessità di implementare ulteriori sconti anche su modelli 2024 rende difficile un immediato rimbalzo della marginalità verso livelli a doppia cifra per via delle conseguenze generali sul pricing dei veicoli. Confermiamo il rating neutral e il target price a 18,3 euro sull’azione».

A detta di Debach la casa automobilistica, nata dalla fusione tra Fiat Chrysler e la francese Psa, sta facendo i conti con i costi di rilancio delle sue attività Jeep e Dodge negli Stati Uniti e un rallentamento generale del settore. «Ma non è solo una questione di numeri: le azioni del gruppo sono crollate del 47% rispetto ai massimi, mentre i magazzini pieni in Nord America e le tensioni con i lavoratori in Italia e negli Stati Uniti—che minacciano scioperi a causa dei tagli alla produzione—aggravano la situazione», nota Debach. «Solo sei mesi fa, Stellantis veniva celebrata come una delle vincitrici del settore, in grado di superare brevemente le rivali tedesche in termini di valore di mercato, grazie a un bilancio solido, una posizione competitiva negli Stati Uniti e una strategia flessibile nell’elettrico. Oggi, però, la sua posizione appare decisamente più fragile».

In effetti, sulla base delle stime di Banca Akros, la nuova guidance implica un utile operativo rettificato di 9,3-11,9 miliardi di euro, circa il 41/25% al di sotto dell’attuale stima del consenso a 15,8 miliardi; un utile netto di 6,3-8,3 miliardi, il 50/34% al di sotto delle attuali stime del consenso e un utile per azione (eps) di 2,1-2,8 euro. «Se applichiamo il multiplo prezzo/utile storico di Stellantis, circa 3,7 volte, alla nuova stima di eps per l’esercizio 2024, si ottiene un fair value del titolo a 7,8/10,2 euro per azione», calcola Banca Akros.

Sulla base di una simulazione preliminare, «la revisione rilevante della guidance del gruppo implicherebbe una riduzione delle stime del consenso del 20%-40% per quanto riguarda il margine operativo adjusted del 2024. A livello di free cash flow, la revisione appare ancora più significativa, poiché per la fine dell’anno il consenso puntava a un free cash flow positivo intorno ai 4,8 miliardi di euro. Pur sottolineando che il mercato si aspettava già notizie negative dalla guidance del 2024 di Stellantis, l’entità della revisione appare preoccupante, aumentando probabilmente le preoccupazioni sulla politica di allocazione del capitale del gruppo, recentemente confermata dal management, soprattutto per quanto riguarda il riacquisto di azioni», afferma l’ufficio studio di Intesa Sanpaolo (hold e target price a 17,1 euro). «Se il mercato volesse trovare un lato positivo nel taglio della guidance, evidenziamo che l’accelerazione delle azioni del gruppo in Nord America dovrebbe consentire a Stellantis di affrontare il 2025, che vediamo come un altro anno impegnativo, da una posizione più solida».

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Dividendo e buyback a rischio?

Secondo i calcoli di Mediobanca Research il gruppo dovrebbe riportare un margine ebit nel range del 2%-3% nella seconda metà del 2024 rispetto al 10% della prima metà del 2024 per allinearsi ai nuovi obiettivi per l’anno fiscale 2024, mentre i volumi dovrebbero diminuire del 7%, considerando il calo delle vendite previste nella regione Nafta. «Questa è una notizia piuttosto negativa, sebbene ampiamente prevista dal mercato, considerando il recente downgrade annunciato nel settore», sottolinea Mediobanca Research. Detto ciò, «a nostro avviso la sorpresa negativa è legata maggiormente al debole andamento del free cash flow, poiché l’assorbimento di 5/10 miliardi previsto da Stellantis rappresenta un calo significativo rispetto alle previsioni del consenso che stimavano un free cash flow di 4,8 miliardi e mette a rischio il buyback (3 miliardi di euro, ndr) previsto per il prossimo anno. Abbiamo un rating neutral su Stellantis».

Non è a rischio solo l’acquisto di azioni proprie. Per Banca Akros il free cash flow industriale negativo previsto per il 2024 mette in pericolo le prospettive anche sul dividendo. Attualmente il consenso si aspetta un dividendo di 1,30 euro per il 2024. «Se manteniamo invariato il dividend payout ratio al 22,6% e lo applichiamo al nuovo utile netto del 2024, otteniamo un dividendo di 0,47-0,63 euro, il 64/52% al di sotto delle attuali stime del consenso», aggiunge Banca Akros. Per cui, a seguito del profit warning, «mettiamo in revisione il nostro prezzo obiettivo a 18 euro e la nostra raccomandazione neutral su Stellantis».

Concorda Equita. La nuova guidance comporterà una revisione del buy-back e del dividendo stimato dalla Sim a valere sul bilancio 2024 di 1,28 euro per azione (yield del 9,4%). «Sulla base delle nuove indicazioni, stimiamo in via preliminare che il titolo tratti a 5 volte il p/e 2024, e con un payout al 30%, offra un dividend yield mid-single digit. Ipotizzando in via preliminare un 2025 con ricavi solo in leggera crescita anno su anno e un leggero miglioramento della marginalità, il titolo tratterebbe a 4 volte il p/e 2025. Il titolo ha sottoperformato il settore, ma ci aspettiamo comunque una reazione negativa», avverte la Sim (rating hold e target price a 20,50 euro).

Citi (rating neutral e target price a 15 euro confermati su Stellantis) aveva già avvertito di aspettarsi ricavi molto deboli nel terzo trimestre del 2024 e di ritenere irraggiungibile un margine operativo adjusted del 10% nel 2024. Pertanto, dice la banca d’affari, «qualsiasi ripresa di Stellantis probabilmente dovrà aspettare fino all’esercizio 2025, quando il reset delle scorte comporterà confronti più facili. A questo punto, con quasi tutti i titoli quotati sull’indice Stoxx Europe 600 che vedono downgrade a 1 mese e a 3 mesi e probabilmente ne arriveranno altri, pensiamo che l’attuale debolezza assoluta e relativa dell’indice continuerà fino a ottobre, prima del consueto rally ciclico di novembre-gennaio, probabilmente sostenuto dall’accelerazione dei tagli ai tassi di interesse a livello globale». Questa settimana sarà cruciale per l’industria automobilistica, con i principali produttori pronti a pubblicare i loro aggiornamenti sulle consegne. Tra i protagonisti: Tesla, Nio, Xpeng, Rivian e Li Auto. Mentre in seguito alle voci della scorsa settimana (Bloomberg) su una potenziale fusione tra Stellantis e Renault e sulla successione del ceo di Stellantis, a quanto pare al Salone dell’Auto di Parigi, il 15 ottobre, si terrà un vertice tra Carlos Tavares, il ceo di Renault Luca De Meo e il ceo di Bmw Oliver Zipste. (riproduzione riservata)



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