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«L’impianto del cosiddetto ‘bonus Natale’ è discriminatorio». È la posizione della Cgil, tramite la voce di Bruno Carrà, responsabile ufficio anti discriminazione della Camera del Lavoro Territoriale di Piacenza. «Tutto questo viene confermato con l’annunciato passaggio finale in Commissione e le dichiarazioni inequivocabili del Viceministro all’Economia, Maurizio Leo. L’indennità di 100 euro per il 2024, in arrivo con le tredicesime, è destinata ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 28mila euro e con coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico, oppure in nuclei monogenitoriali con figlio a carico, e con sufficiente capienza fiscale».
La Cgil ribadisce «prima di tutto la netta contrarietà alla politica generica dei bonus (già rimarcata più volte), mance distribuite qua e là a meri fini clientelari ed elettoralistici che non consentono in alcun modo alle lavoratrici e ai lavoratori di programmare il proprio futuro. Queste somme e cifre potrebbero essere destinate, in maniera migliore, a strumenti strutturali che consentirebbero di poter far conto su queste erogazioni anche per gli anni a venire. La modalità di erogazione di dette somme esclude ancora una volta il lavoro non dipendente e soprattutto le persone incapienti che più di qualunque altra categoria avrebbero necessità e diritto a erogazioni aggiuntive».
«In ultimo, come aggravio dell’errata filosofia che sottintende, arriva la conferma dell’esclusione delle famiglie di fatto e/o senza figli: un modo per ribadire l’estromissione di qualunque modello familiare non corrispondente a quello che ha in mente il Governo come unico possibile e una sorta di tassa sul celibato all’incontrario che evidentemente suscita notevole fascinazione sugli esponenti dell’attuale Esecutivo, stante la provenienza ideologica di questo genere di misure dal loro Pantheon di riferimento. Altri provvedimenti andavano presi verso questa realtà tangibile e situazione senza comprendere le discriminazioni segnalate. Andrebbe cambiata la proposta, ma è inevitabilmente tardi. Un altro errore del Governo Meloni che proprio non riesce a produrre interventi risolutivi verso i problemi di cui soffre questo Paese».
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