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Cassazione: via libera all’iscrizione all’Albo degli architetti senza esame di stato per i laureati esteri, risponde Alessandro Paci | Articoli #finsubito prestito immediato

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Nel 2017 l’Ordine degli Architetti di Rimini ha impugnato la delibera del CNAPPC che permetteva l’iscrizione all’Albo italiano di un laureato in Svizzera senza il superamento dell’Esame di Stato appellandosi alle normative europee, ritenendola una disparità rispetto ai laureati italiani. Nel 2024, la Sentenza Seconda Sezione Civile, 10 settembre 2024, n.24339 della Cassazione ha confermato la validità della delibera del CNAPPC, stabilendo che il titolo estero è sufficiente per l’iscrizione all’Albo senza Esame di Stato, in linea con le direttive europee.

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La redazione di Ingenio ha rivolto diverse domande al Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma, l’Arch. Alessandro Paci. 

 

Cassazione e iscrizione senza esame di stato

1. Decisione della Cassazione: Recentemente la Cassazione ha dato ragione a un laureato all’estero, presso l’Accademia di Mendrisio, permettendogli di iscriversi all’Albo degli Architetti italiano senza aver sostenuto l’Esame di Stato. Qual è la sua opinione riguardo questa decisione? Ritiene che possa creare una disparità tra chi ha studiato in Italia e chi ha studiato all’estero?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

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La questione riguardante la disparità di trattamento nell’ingresso all’esercizio della professione all’interno dell’Unione Europea è evidente e ciò avviene a causa delle diverse norme che disciplinano le professioni nei diversi paesi. Orienterei la questione comprendendo quali capacità debbano essere possedute da un architetto per poter svolgere il proprio compito. In Italia abbiamo anche l’annosa questione delle competenze che non è presente allo stesso modo in altri paesi europei. Contemporaneamente, abbiamo competenze tecniche condivise da più professioni, e mi riferisco in particolare ad architetti, ingegneri, geometri e geometri laureati, periti edili. E poi, anche solo per alcune tipologie di interventi, penso anche ad agronomi, geologi e dottori forestali.

  

Riforma dell’esame di stato: è il momento giusto?

2. Modifiche ai regolamenti di iscrizione: Alla luce di questa sentenza, pensa che sia necessario rivedere i regolamenti per l’iscrizione agli ordini professionali in Italia? Potrebbe esserci la possibilità di modificare le regole per i laureati italiani, ad esempio eliminando o riformando l’Esame di Stato?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Già esiste il testo di legge che ha abrogato l’Esame di Stato sostituendolo con la Laurea abilitante. Riguardo alle lauree abilitanti, va ricordato che è prevista l’abolizione dell’esame di Stato per gli architetti, che potrà essere rimpiazzato da una prova pratica a conclusione del corso di laurea, purché venga svolto anche un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi. Si tratta di un’innovazione innescata dalla legge sulle “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti” (in allegato in PDF) approvata dal Parlamento ad ottobre 2021, ma che deve ancora completare l’iter. Tale scelta è pienamente condivisibile in virtù delle carenze spesso riscontrate nei candidati durante le prove degli esami di stato. Spesso ci si è trovati di fronte a una mancanza di conoscenze pratiche che difficilmente si riescono ad acquisire all’interno delle Università.

Un periodo di prova o un tirocinio in uno studio professionale aiuta sicuramente alla conoscenza della realtà lavorativa, all’applicazione delle norme e anche ad avere quella comprensione necessaria che quanto si sta disegnando troverà la sua realizzazione, che ogni dettaglio contribuisce alla buona esecuzione dell’opera di architettura.

 

Riconoscimento delle qualifiche: Europa e Italia a confronto

3. Normative europee e nazionali: La sentenza si basa sulle normative europee che regolano il riconoscimento delle qualifiche professionali. Ritiene che queste normative europee siano adeguate nel garantire un’equa concorrenza tra i professionisti formati in Italia e quelli formati all’estero?

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Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Le attuali normative vigenti in Europa evidenziano la disparità di trattamento. Parliamo di normative che non riguardano il solo ingresso nel mondo della professione, ma anche la diversa modalità di esercizio della professione stessa. In Italia ci troviamo di fronte a un apparato normativo estremamente complesso, che non trova lo stesso spazio in altre realtà europee e che pone i nostri professionisti nell’incertezza interpretativa di norme la cui errata applicazione ha dei risvolti sia amministrativi che penali. Uniformare tali situazioni permetterebbe realmente di operare in Europa in condizioni simili.

  

Il Futuro della professione di architetto in Italia

4. Implicazioni per il futuro della professione: Quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine di questa decisione per il mondo della professione di architetto in Italia? Pensa che ci sarà un incremento di laureati all’estero che tenteranno di iscriversi all’albo senza Esame di Stato?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Allacciandomi a quanto detto prima, il mercato del lavoro italiano e le norme tecniche esistenti pongono un grado di complessità molto alto, per cui al momento il rischio di ingresso di professionalità dall’estero è molto limitato, se non all’interno dei nostri stessi studi professionali. Se a ciò aggiungiamo la presenza di normative diverse tra Regioni e tra Comuni, le diverse interpretazioni che a volte troviamo anche all’interno delle stesse aree metropolitane, il rischio di un ingresso di professionisti provenienti dall’estero lo vedo molto limitato.

 

Esame di Stato: abolizione o riforma?

5. Ruolo dell’Esame di Stato: L’Esame di Stato è un passaggio obbligato per i laureati in Italia. Qual è, secondo lei, il ruolo di questo esame nella preparazione professionale degli architetti italiani? Crede che debba essere mantenuto o riformato?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Già dal 2021 è certo che l’Esame di Stato verrà abrogato. Attualmente esiste la possibilità per i nostri studenti di non effettuare una prova pratica, sostituendola con un periodo di studi all’interno di una struttura professionale e in virtù della modifica introdotta nel 2021 tale esame verrà sostituito con un tirocinio pratico-valutativo. Sono convinto che tale scelta sia correttamente indirizzata a formare i nostri futuri architetti, avendo una maggiore comprensione del mondo del lavoro ancor prima di poter porre un timbro.

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L’Ordine degli architetti di fronte alle nuove sfide

6. Ruolo dell’Ordine nel contesto attuale: Come vede il ruolo dell’Ordine degli Architetti nell’attuale contesto professionale e sociale? Quali sono le sfide principali che l’Ordine deve affrontare oggi, anche alla luce delle nuove professionalità che vi fanno parte, e quali sono le priorità per garantire la qualità e l’etica professionale?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Il nostro ruolo parte dalle motivazioni che hanno reso necessario istituire gli Ordini degli architetti nel 1923. L’Ordine è un ente pubblico non economico (in quanto si sostiene con le quote dei propri iscritti) ed è a garanzia del cittadino.

La tenuta dell’Albo, le norme deontologiche e la formazione continua esistono proprio per garantire che tutti gli iscritti all’Ordine abbiano le dovute competenze e il necessario aggiornamento per poter correttamente offrire un servizio di pubblica utilità al committente. Ogni volta che si pone un timbro su un documento si sta asseverando la sua veridicità e si sta effettuando un servizio pubblico.

 

Ordini Professionali e CNAPPC: collaborazione o tensioni?

7. Collaborazione con il Consiglio Nazionale (CNAPPC): Come descriverebbe il rapporto e la collaborazione tra il vostro Ordine e il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC)? La sentenza della Cassazione, che ha sostenuto la delibera del CNAPPC, ha rafforzato o creato tensioni nel coordinamento tra il livello nazionale e locale degli ordini professionali?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Tale aspetto è stato poco trattato dal nostro Consiglio Nazionale e l’unico momento di confronto ha riguardato la formazione del percorso per giungere alle lauree abilitanti, che ad oggi non ha ancora visto la conclusione del suo iter.

  

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L’integrazione di nuove professioni negli ordini: un’opportunità o una sfida?

8. Apertura a nuove professionalità: Oggi gli ordini professionali non comprendono più solo architetti, ma anche pianificatori, paesaggisti e conservatori. Come gestite questa pluralità di competenze all’interno dell’Ordine? Pensa che questa integrazione tra diverse professionalità arricchisca il mondo professionale o crea delle difficoltà di gestione e regolamentazione?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

La modifica del D.P.R. 5 giugno 2001, n. 328 che ha introdotto le figure del paesaggista, del pianificatore e del conservatore, oltre che degli architetti iunior e dei pianificatori iunior, ha ulteriormente reso complesso il mondo delle professioni rimarcando le difficoltà di attribuzione delle competenze che prima erano spesso rinvenibili tra architetti, ingegneri e geometri ed oggi anche tra categorie proveniente dalle stesse facoltà universitarie. Al fine di proporre una modifica di questa legge, l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia ha istituito una Commissione apposita che sta lavorando alla proposta di modifica avendo i seguenti principi:

  • riattribuire la centralità del ruolo dell’architetto, in quanto l’architettura delle nostre comunità è un ecosistema che va tutelato e progettato nel suo insieme;
  • individuare una visione in grado di definire dei principi base finalizzati al riordino della professione intellettuale e tecnica dell’architetto, al quale deve essere riconosciuto il valore e il ruolo del coordinatore di processi complessi. È importante ribadire al mondo politico e a tutta la comunità che l’architetto è colui che si occupa delle trasformazioni degli spazi urbani e del costruito con una visione in linea e con gli strumenti e le tecnologie sempre più innovative, in grado di dare con competenza e capacità professionale risposte alle innumerevoli esigenze e sfide;
  • organizzazione di percorsi di formazione rafforzando, attraverso la varietà dei percorsi, la proposta formativa nazionale al fine di evitarne la dispersione delle competenze e la perdita di conoscenze;
  • creare un punto di unione tra professione e università, promuovendo la partecipazione consapevole all’Ordine dei futuri laureandi triennali o quinquennali;
  • approfondire le tematiche connesse alla professione, in particolare sotto il profilo procedurale, disciplinare e delle competenze professionali;
  • adeguamento del titolo professionale della Sezione A e B dell’Ordine degli Architetti PPC coerentemente a quanto già definito in ambito internazionale;
  • proporre una modifica del DPR 328/2001.

La volontà è di mantenere la figura base dell’architetto, che da sempre ha avuto delle competenze ampie su edilizia, territorio, paesaggio, conservazione dei beni culturali, e anche di riconoscere degli albi interni di alta competenza che possano individuare quei professionisti specializzati su singole materie come paesaggio, pianificazione e conservazione.

La tenuta di questi albi speciali può aiutare le amministrazioni pubbliche nella scelta dei professionisti, adottando delle gare pubbliche che possano assegnare un punteggio in base anche all’iscrizione in tali albi. Ciò potrà portare all’eliminazione delle richieste di fatturato nelle gare, molto più utile per le imprese e non per i professionisti, e poter fare una scelta sulla qualità dell’operatore in materie specifiche su situazioni più complesse.

 

Formazione degli architetti: come preparare i professionisti del futuro

9. Miglioramento della formazione professionale: Infine, alla luce delle sfide attuali, quali suggerimenti darebbe per migliorare la formazione professionale e il percorso di accesso alla professione di architetto in Italia? Quali cambiamenti vedrebbe come necessari per preparare meglio i futuri architetti alle esigenze del mercato?

Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma Alessandro Paci 

Oltre a formalizzare il periodo di tirocinio pratico-valutativo in sinergia con le Università al fine di eliminare l’attuale Esame di Stato, si auspica una unica figura base dell’Architetto con la valorizzazione delle specializzazioni attraverso albi speciali. Tali Albi potranno essere utilizzati per assegnare punteggi nella partecipazione delle gare e dare la giusta visibilità agli esperti in materie specifiche.

Da parte delle amministrazioni si dovrebbe facilitare l’espletamento delle gare più complesse, avendo uno strumento utile per effettuare la scelta attraverso albi speciali legati alla professionalità e alla qualità dei candidati e non al loro fatturato o, ancor peggio, all’offerta economica più bassa. Tale ipotesi potrebbe facilitare le gare pubbliche e quelle dei grandi operatori privati, in questo momento in cui la legge sull’equo compenso vuole porre l’attenzione nel definire forme di gara che abbiano sempre più la possibilità di valutare la qualità delle prestazioni.

 

– Si ringrazia il contributo dell’Ordine degli Ordine Architetti PPC di Roma e Provincia –



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