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Secondo l’associazione, la misura ha favorito coloro con una buona capacità di spesa, fallendo nell’obiettivo di riqualificare gli alloggi dei meno abbienti, spesso caratterizzati da una peggiore prestazione energetica
Solo il 4% dei circa 12,2 milioni di edifici residenziali italiani ha beneficiato del Superbonus. Ma a caro prezzo: 123 miliardi di euro per ristrutturare circa 500 mila abitazioni, per una media, dunque, di 245 mila euro ciascuna. Sono questi i numeri che si leggono nell’ultimo rapporto dellA Cgia di Mestre, che fa un resoconto complessivo della misura introdotta dal governo Conte II nel maggio del 2020. L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese evidenzia che «grazie alle misure restrittive imposte per legge in questi ultimi due anni, l’effetto negativo del Super Ecobonus 110% sui nostri conti pubblici si è quasi esaurito». Secondo quanto rileva la Cgia, inoltre, il Superbonus «sembrerebbe aver favorito maggiormente i proprietari di immobili con una buona o elevata capacità di reddito, anziché rivolgersi in via prioritaria alle famiglie meno abbienti che, in linea di massima, presentano una probabilità maggiore di risiedere in abitazioni in cattivo stato di conservazione e con un livello di efficienza energetica molto basso».
Superbonus green: «Vantaggio ambientale ridotto»
Probabilmente anche a causa di questo aspetto, l’associazione riporta un vantaggio ambientale piuttosto modesto, lamentando un mancato incentivo all’elettrificazione di riscaldamenti, piani cottura e caldaie, in quanto, spesso i dispositivi elettrici sono più efficienti e la corrente elettrica è la forma di energia più semplice da produrre senza usare combustibili fossili. «Secondo la Banca d’Italia – scrive la Cgia – le prime evidenze dimostrerebbero che nello scenario migliore i benefici ambientali del Superbonus compenserebbero i costi finanziari sostenuti in quasi 40 anni».
Superbonus, una spesa per costruire 1,2 milioni di alloggi popolari
L’associazione ipotizza anche un diverso uso dei fondi che sono stati destinati al Superbonus negli anni: «Con 123 miliardi di euro avremmo teoricamente potuto costruire 1,2 milioni di alloggi pubblici, 400mila in più di quanti sono presenti nel Paese. Con una differenza sostanziale: nel secondo caso avremmo compiuto un’azione di giustizia sociale che la misura attualmente in vigore ha paurosamente disatteso».
Quali regioni hanno speso di più col Superbonus
Infine, la Cgia indica dove il Superbonus ha coperto più e meno abitazioni. La quota maggiore si è registrata in Veneto, dove è stato ristrutturato il 5,6% delle case. Seguono Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Toscana, con percentuali simili. Sotto il 3% invece Molise (2,9%), Puglia (2,9%), Calabria (2,9%) e Sicilia (2,2%). Gli interventi più costosi sono stati quelli effettuati in Valle d’Aosta, dove mediamente per ogni abitazione sono stati spesi oltre 400 mila euro. Vicine alla soglia dei 300 mila si piazzano Basilicata, Liguria, Lombardia, Campania, Trentino-Alto Adige, Abruzzo ed Emilia-Romagna. I lavori meno onerosi sono stati svolti in Veneto, Sardegna, e Toscana, dove per ciascuna abitazione sono stati spesi meno di 200 mila euro.
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