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“Non ce la facciamo più a sopportare tutto questa morte e distruzione, è inumano. Il mondo ci ignora, le Nazioni Unite sono inesistenti”
Sono scesi per la strada i cittadini di Ramallah, non ne possono più di questa guerra che sta togliendo loro tutto, anche la dignità.
Chiedono la tregua, il cessate il fuoco immediato, sia per la Palestina che per il Libano, ormai esposto agli stessi bombardamenti. Tra i manifestanti, che sventolano le bandiere di entrambi i paesi, gente di tutte le età, giovani anziani e bambini,anche rappresentanti religiosi.
Il ministro della Salute libanese ha denunciato un numero di vittime altissimo, già 2023 fino a giovedì, in seguito all’attacco di Israele, tra cui 261 donne e 127 bambini, e quasi diecimila feriti, molti dei quali hanno subito amputazioni e ustioni su tutto il corpo. Inoltre un consistente numero di ospedali sono stati danneggiati e resi inservibili anche in Libano, come nella Striscia di Gaza.
Nel frattempo Israele continua ad attaccare pesantemente su più fronti e le stragi di civili sono continue, con famiglie intere decimate e case sventrate dove i sopravvissuti non trovano riparo.
A Tulkarem un attacco aereo con Caccia F 16 ha centrato un edificio di tre piani e ucciso almeno 18 persone, un’altra decina sono morti a Khan Younis nello stesso giorno, e altrettanti feriti sono arrivati all’ospedale di Al-Shifa a Gaza. Vittime anche a Deir Al-Balah, in cui, in questo momento, i volontari stanno scavando a mani nude per tirare fuori i feriti dalle macerie di alcuni edifici bombardati.
” I massacri a cui assistiamo quotidianamente sono tremendi” dice Hala Abu Gharbiyeh “Le ultime notti sono state ancora più terrificanti, non dormiamo più, i nostri bambini sono terrorizzati”.
La distruzione colpisce in maniera indiscriminata edifici, ospedali, scuole, strade, servizi pubblici, centri che accolgono i rifugiati. Nella Striscia di Gaza non esiste più una rete elettrica efficace, la connessione internet è a dir poco precaria, per cui i cittadini sono tagliati fuori dalle comunicazioni, il cibo scarseggia sempre di più, l’acqua è più che razionata. E la stessa situazione si sta profilando in Libano.
” Mio figlio era terrorizzato, ma io gli dicevo che il bersaglio di Israele era Hezbollah, non la popolazione civile. Non ho fatto in tempo a dirlo che i missili hanno cominciato a sfrecciare da tutte le parti. Siamo scappati in strada senza niente, non abbiamo niente. Con i soldi che avevo in tasca ho comprato il materasso su cui stiamo dormendo da alcune notti. Non mi sono mai sentito così umiliato “. Intanto lo Skybar, uno dei locali notturni più famosi del centro di Beirut ha aperto le porte agli sfollati provenienti dalle zone a sud della città. “Non abbiamo fatto in tempo a prendere niente, solo il tempo di chiudere la porta, abbiamo ancora addosso i vestiti con cui siamo scappati” racconta Mousa Ali dalla vicina Piazza dei Martiri dove sta dormendo con la famiglia.
Le Nazioni Unite hanno definito “Unlawful” “Illegittimo” l’ultimo massacro delle forze israeliane a Tulkarem, ma ormai non è abbastanza, la sua voce è troppo debole. Tutto questo va oltre la narrazione di una legittima difesa.
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