Codice Crisi d’impresa, le novit� e le modifiche con aggiornamento e decreto correttivo in Gazzetta Ufficiale #finsubito prestito immediato

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, istituito con il decreto legislativo 14 del 2019, ha subito modifiche con il terzo decreto correttivo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 227 il 27 settembre 2024. Questo nuovo intervento, entrato in vigore il 28 settembre 2024, apporta cambiamenti per migliorare l’efficacia del Codice con strumenti più moderni e tempestivi per la gestione delle crisi aziendali, ma anche per cittadino e professionisti in difficoltà.

L’obiettivo è garantire che le imprese in difficoltà possano affrontare i problemi in modo più rapido e flessibile, evitando il fallimento e favorendo la continuità aziendale. Ecco i dettagli:

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  Le novità e le modifiche del Codice Crisi d’impresa
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  Quali sono gli obiettivi del nuovo decreto correttivo

Le novità e le modifiche del Codice Crisi d’impresa

Uno dei punti centrali della riforma riguarda la composizione negoziata della crisi. Il decreto chiarisce che le imprese possono accedere a questa procedura anche in presenza di squilibri patrimoniali o economico-finanziari, facilitando un intervento preventivo per ristrutturare l’azienda prima che la situazione diventi irreparabile.

Questa misura è pensata per permettere un dialogo costruttivo con i creditori e altri soggetti coinvolti. Introdotta una nuova regolamentazione riguardante la remunerazione degli esperti coinvolti nella gestione della crisi che rende il processo più trasparente.

Il decreto amplia le responsabilità dei revisori legali e degli organi di controllo all’interno delle imprese, conferendo loro il compito di segnalare tempestivamente eventuali situazioni di crisi emergenti. Questa misura mira a identificare i segnali di difficoltà prima che la crisi diventi troppo avanzata, permettendo così agli amministratori di prendere provvedimenti in tempo utile.

Una delle innovazioni più rilevanti del decreto correttivo riguarda il cosiddetto cram-down fiscale. Questa disposizione consente al tribunale di omologare un accordo di ristrutturazione dei debiti anche nel caso in cui il creditore pubblico esprima dissenso, a condizione che vengano rispettati determinati requisiti. Il cram-down fiscale offre una maggiore flessibilità alle imprese e permette di superare le obiezioni di alcuni creditori e di proseguire con il piano di risanamento.

Il decreto estende l’accesso alla liquidazione controllata anche a imprese che hanno cessato l’attività da meno di un anno, facilitando l’esdebitazione per imprenditori che desiderano liberarsi dei debiti residui in seguito alla chiusura. Questa deroga è importante per gli imprenditori individuali, che spesso affrontano difficoltà maggiori nella gestione dei debiti accumulati durante l’attività.

Nel campo del concordato preventivo, il decreto introduce diverse novità, tra cui la riduzione al 5% della soglia minima di creditori necessaria per presentare proposte concorrenti. Maggiori tutele per i contratti pendenti durante le trattative del concordato, con l’obiettivo di evitare che le relazioni commerciali dell’impresa in crisi si deteriorino ulteriormente.

Il Piano di Ristrutturazione soggetto a Omologazione viene rafforzato e semplificato, introducendo nuove disposizioni per il pagamento parziale o dilazionato dei tributi e contributi previdenziali. La novità riguarda la possibilità di proporre, prima dell’omologazione del piano, il trasferimento dell’azienda o di rami d’azienda per favorire la continuità dell’attività.

Il decreto aggiorna i requisiti per l’iscrizione e il mantenimento nell’elenco dei soggetti incaricati delle funzioni di curatore, commissario giudiziale o liquidatore con obblighi di formazione continua biennale. I professionisti iscritti agli Ordini professionali, come avvocati, dottori commercialisti e consulenti del lavoro, dovranno ora partecipare a corsi di aggiornamento per mantenere la loro idoneità all’incarico.

 

Quali sono gli obiettivi del nuovo decreto correttivo

L’obiettivo del terzo decreto correttivo è rendere più efficiente il Codice della Crisi, migliorando gli strumenti a disposizione delle imprese per affrontare situazioni di difficoltà economica in modo tempestivo e con maggiore flessibilità. Questo aggiornamento si inserisce in un quadro più ampio di riforme strutturali legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che punta a modernizzare il sistema giuridico ed economico italiano per renderlo più competitivo e sostenibile.

Il terzo decreto correttivo è un passo verso una gestione più moderna e flessibile della crisi d’impresa. Le novità introdotte mirano a prevenire il fallimento delle imprese con strumenti più efficaci per ristrutturare il debito e salvaguardare la continuità aziendale.

La maggiore responsabilità dei revisori, la possibilità di composizioni negoziate e l’introduzione del cram-down fiscale rappresentano evoluzioni del sistema per favorire un’uscita ordinata dalle crisi senza passare per la liquidazione giudiziale.

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