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«Contributi di banche e imprese? Lavoriamo per soluzione equilibrata». E niente proroga sul concordato preventivo: resta la scadenza del 31 ottobre
«Penso che potremo tornare a una detrazione del 50% sulle ristrutturazioni della prima casa, senza prendere impegni e compatibilmente con le risorse disponibili, ma non prometto niente»: così il viceministro dell’Economia Maurizio Leo.
Al momento è previsto che, senza modifiche legislative, dal gennaio 2025 il bonus scenderà al 36%, con detrazioni spalmate su dieci anni, e dal 2028 la quota si ridurrà ulteriormente al 30%. Le parole del viceministro fanno pensare dunque a una conferma del bonus al 50% anche per il 2025, anche se Leo parla di ristrutturazioni solo sulle prime case. Resta da capire il destino dei bonus sulle seconde e terze case.
No alla proroga per il concordato preventivo
Leo, a margine dell’evento economico di Fratelli d’Italia a Milano, ha parlato anche dei termini per il concordato preventivo biennale: la proroga, ha detto, non si può fare per una questione tecnica legata ai tempi di approvazione della legge di Bilancio, «perché tutto è legato ai tempi della presentazione al Cdm della legge di bilancio e all’approvazione poi nelle fasi parlamentari. Questo è il motivo per cui quella data purtroppo deve rimanere ferma». Il termine massimo entro cui poter aderire alla misura, uno dei cardini della riforma fiscale del governo, resta il 31 ottobre.
Il concordato, si ricorda, è la possibilità per lavoratori autonomi e piccole imprese di accordarsi con il Fisco sull’aumento previsto del loro fatturato, pagando una sorta di flat tax incrementale, e liberandosi da futuri controlli.
La richiesta di una proroga arrivava dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio. In sintesi, posto che il concordato interessa potenzialmente 5 milioni di soggetti titolari di partita Iva, per i commercialisti serviva più tempo alle imprese per decidere se accettare o meno la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.
Su contributi di banche e imprese al lavoro «per soluzione equilibrata»
Ci sarà in manovra una tassa sugli extraprofitti delle società energetiche? «Per il momento non se ne parla», è la risposta di Leo. Quanto a contributi di banche e imprese, a cui il ministro Giorgetti ha più volte fatto riferimento, Leo riferisce che il governo ha allo studio «diverse soluzioni»: «Dobbiamo trovare una soluzione che sia equilibrata che porti gettito alle casse erariali». Quanto all’ammontare del gettito, «ancora lo stiamo calibrando bene perché dobbiamo verificare le altre risorse che dobbiamo reperire».
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