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Laura De Dilectis racconta Viola: l’app per le videochiamate che può salvare le donne quando sono da sole per strada
L’integrazione tra tecnologia e innovazione ha dato vita ad un tool in grado di offrire un sostegno concreto ed immediato alle donne, segnale che si può fare qualcosa contro la violenza di genere in strada. Ce lo racconta Laura De Dilectis.
Da dove nasce il bisogno di voler aiutare le donne a combattere la violenza di genere?
«Questo bisogno nasce dal fatto che in quanto donna conosco sulla mia pelle la sensazione di camminare da sola per strada e avere paura, è qualcosa che nasce da un bisogno personale di sentirmi al sicuro. Inoltre, come psicologa clinica, mi sono occupata fin dall’inizio del mio percorso di studi di violenza domestica e non ho mai abbandonato questa causa».
Che cosa ci porta ad essere in allerta quando siamo per strada?
«Da quando siamo piccole il genitore ci trasmette la preoccupazione verso ciò che è estraneo e per questo abbiamo fatto nostre determinate credenze. Inoltre, basti pensare al fatto che l’84% delle donne dichiara di aver subito almeno una volta nella propria vita una molestia in strada per renderci conto che non è una paura irreale ma può accadere ad ognuna di noi in qualunque parte del mondo».
Il tuo primo progetto è stato DONNEXSTRADA, in che cosa consiste?
«DONNEXSTRADA è un’associazione no profit per favorire la sicurezza in strada tramite progetti come “punti viola”, volto a formare spazi sicuri a livello nazionale. Offre anche quattro tipi di supporto, quello psicologico, legale, ginecologico e intenzionale, al fine di avere una visione olistica per affrontare la violenza di genere ma anche favorire il benessere della donna, grazie ad un team di professionisti. Nasce per fare informazione e formazione al cittadino».
Dopo hai fondato Viola, di cosa si tratta?
«Viola è una startup innovativa a vocazione sociale che mira a garantire la sicurezza in strada attraverso le videochiamate. È stata lanciata a fine maggio ed è aperta nel suo servizio di video accompagnamento h24, disponibile in 6 Paesi europei in quattro lingue. Nei prossimi mesi aggiungeremo dei features a pagamento ma le videochiamate le lasceremo gratuite. Abbiamo supporters da tutto il mondo che sono disponibili su turno che, in base ad un sistema di matching, permette di abbinare la persona al supporter della sua lingua. Nel caso la situazione diventi pericolosa le supporters chiamano direttamente le forze dell’ordine. Non abbiamo ancora il bottone SOS ma stiamo lavorando per aggiungerlo, inoltre a breve uscirà anche la videoregistrazione, utile come testimonianza in caso di processo».
Perché questo nome, Viola?
«“Viola” è un nome di persona, dire “esco, sto con Viola al telefono” è semplice ed intuitivo. Ci siamo ispirati a Franca Viola, al film Il colore viola, che è basato su una lotta femminile, alla Viola de La dodicesima notte di Shakespeare, è un nome che torna e che può fare da sintesi fra il rosa e il blu, è un colore fuori dai generi che sta funzionando. Il nome completo originario era Viola Walk Home che ci fa capire subito di che cosa si parla, “Viola sta tornando a casa” siamo tutte noi».
Che cosa ti ha dato la spinta per decidere di affiancare l’imprenditoria alla psicologia?
«Io ho studiato psicologia ma sapevo che non mi sarebbe bastata, ho sempre creato progetti e lo spirito creativo mi ha sempre accompagnato, poi un giorno si è tradotto nell’imprenditoria. La psicologia ti dà tanti strumenti che poi vengono classificati in tanti modi, esserlo mi ha aiutato ma il resto lo impari facendo imprenditoria sul campo».
Ogni cosa che ci fa paura la possiamo contrastare con la conoscenza. La sensibilizzazione e la collaborazione tra le donne è un aiuto importante e Viola nasce proprio per non far sentire le donne sole, prima in strada e poi nella società.
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