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Che la situazione dell’edilizia nel nostro paese non sia rosea, non è una novità. Nonostante anni di vituperato Superbonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni, sismabonus, ecobonus, ecosismabonus, supermegaextrasismabon… (no, forse quest’ultimo no), i dati che riguardano lo stato di efficienza e ammodernamento degli edifici fotografano una situazione critica. Le ultime rilevazioni vengono pubblicate questa mattina da Confartigianato, secondo cui sono circa 17,5 milioni le case vecchie e inefficienti presenti sul suolo italiano.
La ricerca
Dallo studio sulla transizione green degli edifici, presentato oggi a Milano all’evento di apertura della ‘Settimana per l’energia e la sostenibilità’, emerge che il 68% delle abitazioni in Italia (circa 17 milioni e mezzo su 25,7 milioni) non rispetta i parametri di efficienza e risparmio energetici previsti dalla Direttiva Case Green emanata dal Parlamento Europeo lo scorso 12 marzo e recepita dagli stati dell’Unione. L’Italia deve dunque “correre” per raggiungere questi traguardi, scrive in una nota Confartigianato.
Le case che presentano condizioni lontane dai parametri Ue sono state costruite, nella maggior parte dei casi, prima del 1980. Il 51% di queste si colloca nelle classi energetiche meno efficienti: F e G.
I dati regionali
Dalla ricerca emerge che il maggior numero di abitazioni vecchie (costruite prima del 1980) si trova nelle seguenti regioni: Lombardia (2.973.768), Lazio (1.782.175), Piemonte (1.463.157), Campania (1.452.177) e Sicilia (1.391.972).
Se non consideriamo l’età delle case, ma valutiamo solo le zone con le peggiori prestazioni energetiche degli immobili, emerge una classifica diversa: si supera la media italiana del 51,8% di edifici classe F e G nel Lazio (65,6%), in Liguria (63,3%) e in Toscana (62,2%). A seguire Umbria (61,7%), Molise (61,5%), Puglia (60,1%), Calabria (57,8%), Sicilia (57%), Emilia-Romagna (56,7%), Basilicata (54%). Tra le province meno virtuose sotto questo aspetto spiccano Rieti (78,8%), Enna (74,9%), Isernia (72,4%), Frosinone (71,3%), Genova (69,9%), Terni (69,7%), Viterbo (69,3%), Massa-Carrara (68,6%) e La Spezia (66,6%).
I punti di vista di Confartigianato e Confedilizia
“Siamo un Paese con case vecchie e poco efficienti. Non c’è tempo da perdere: vanno messi subito in campo – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili con l’obiettivo, indicato dalla Direttiva Ue, di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050. Per garantire la transizione green degli edifici bisogna rendere stabili e permanenti le detrazioni fiscali al 65%“. “Una strada – conclude Granelli – che trova indicazione nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima“.
A Confartigianato risponde il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: “Noi la pensiamo in modo diverso. Pensiamo, anzitutto, che il Governo italiano debba rispettare l’impegno, che ha formalmente assunto, a cercare di modificare quella direttiva. Pensiamo, inoltre, che – considerate le cifre che girano (ieri alla Camera si è parlato di 480 miliardi di euro necessari per attuare la normativa europea) – la stabilizzazione della detrazione del 65 per cento sarebbe ben poca cosa, a maggior ragione se si facessero anche lì distinzioni fra tipologie di immobili e di contribuenti. Il lavoro creato per legge è comodo per chi lo ottiene, ma un po’ meno per chi lo deve pagare”.
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