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“È giusto e doveroso celebrare uno degli alimenti più antichi e simbolo della nostra cultura e della nostra tradizione. Questa giornata è un’opportunità per riconoscere il valore di un prodotto che va oltre il semplice nutrimento, rappresentando tradizione, comunità e condivisione. È anche l’occasione per ribadire la centralità di un cibo semplice, ma ricco di preziose qualità organolettiche che lo rendono il Principe della dieta mediterranea”.
Così Marina Manconi, panificatrice e Presidente di Confartigianato Gallura, in occasione della Giornata mondiale del Pane e dei prodotti da forno artigianali, che si celebra ogni anno il 16 ottobre per dare risalto ai prodotti della filiera del frumento.
Secondo l’ultima analisi sul pane prodotto in Sardegna, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat, ogni giorno le 930 le attività di panificazione presenti in Sardegna sfornano, circa 3mila quintali di prodotto al giorno, equivalenti a 100mila tonnellate di prodotto fresco ogni anno, per oltre 800 i tipi di prodotto come infarinati, insemolati ma anche per Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu, rosette, schiacciatine, baguette, bananine e lingue senza dimenticare il pane alla ricotta o quello con le olive.
Per ciò che riguarda i consumi, sono 730.510 le famiglie sarde che in media spendono ogni mese circa 21 euro. Partendo da questi dati è possibile stimare che in media la spesa annua sostenuta da tutte le famiglie dell’Isola per l’acquisto di pane ammonta a 186 milioni di euro.
Per i panificatori di Confartigianato Sardegna, il profumo del pane fresco appena sfornato è inconfondibile e riempie l’animo di gioia e positività, così come è irresistibile l’assaggio di qualche prodotto da forno appena acquistato. Ma dietro questi gesti, c’è il lavoro degli artigiani che ogni notte panificano, preparando specialità sempre nuove e che utilizzano materie prime di qualità, sempre più ricercate, per offrire al consumatore un’esperienza gustosa per il palato, ma al contempo salutare.
“Questo appuntamento è stato istituito nel 2006 in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, promossa dalla FAO sin dagli anni Ottanta – ricorda Marina Manconi – il legame fra i due eventi è evidente: una corretta alimentazione si fonda anche sulla presenza del pane artigianale, prodotto con pochi ingredienti semplici come acqua, farina, lievito e talvolta sale”. “Purtroppo, informazioni non veritiere su diete e corretta alimentazione – rimarca la Manconi – da decenni, demonizzano il pane quale primo alimento da eliminare nelle diete dimagranti. Questo è errato perché il pane dà al corpo umano amido, proteine di origine vegetale, contiene vitamine idrosolubili della categoria B e minerali di fosforo, magnesio, calcio e potassio, quest’ultimo utile per la digestione dei grassi animali, oltre che sodio, ferro o iodio. Tutti necessari, nelle giuste quantità, tutti i giorni. È dimostrato, infatti, che in una dieta equilibrata, non estrema e non curativa, almeno il 50% delle calorie deve provenire da carboidrati”.
Secondo la Presidente, il vero problema arriva dai prodotti che vengono usati per la panificazione non artigianale: “Sono in commercio troppi prodotti da forno che utilizzano additivi in modo massiccio durante tutte le fasi del ciclo produttivo; ciò non fa altro che peggiorare la salubrità di ciò che esce dai forni. E questo lo si vede nella diffusione delle intolleranze alimentari e nella celiachia. Per questo i nostri laboratori artigianali sono garanzia e presidio di sostenibilità e di tutela per il consumatore”.
Un sistema, quello dei panifici sardi, costantemente sotto attacco da parte del surgelato che arriva dall’estero o da altre regioni d’Italia. Per questo sul pane fresco, Confartigianato Imprese annuncia di voler riprendere l’azione per la reale e corretta applicazione della legge regionale di tutela del pane varata nel 2016, i cui effetti non sono tangibili.
Per Confartigianato Sardegna è necessario proteggere l’attività di panificazione da crisi e concorrenza sleale dovuta anche a un certo tipo di panificazione abusiva sui pani tipici e tradizionali, come per esempio nel carasau “fatto in casa”, poi venduto dappertutto.
Infine la riflessione sull’aumento dei costi delle materie, nonostante la loro scarsità: “La crescita del costo delle materie prime, causato da fattori complessi, fuori controllo a livello internazionale e nazionale, sta generando aumenti incontrollati che però che sono assorbiti in gran parte dalle imprese – conclude la Manconi – noi artigiani della panificazione siamo i primi a risentire di quali rialzi, compresi quelli elettrici, ma siamo anche quelli che producono beni di prima necessità la cui produzione e distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale. Ingiusto far mancare il pane alla popolazione. Per questa ragione a chi governa suggeriamo interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari, evitando che questi aumenti si scarichino sui consumatori”.
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