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Si è chiusa alla Fiera di Rimini TTG Travel 2024, manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale organizzata da Italian Exhibition Group.
Sono stati presenti oltre 2.700 espositori, più di mille buyer provenienti da 75 Paesi, 55 start-up con le migliori innovazioni di settore.
In occasione della fiera, Confcommercio-Confturismo ha presentato una ricerca che, analizzando alcune variabili (crescita economica, sicurezza, cambiamento climatico, sostenibilità e trasporti), prova a prevedere chi saranno i grandi competitor delle “migrazioni turistiche” da oggi al 2035. La premessa è che attualmente l’Italia si trova in una posizione competitiva ma che, per mantenerla, deve rafforzarsi. Il successo dipenderà soprattutto da come saprà adattarsi ai nuovi megatrend del turismo internazionale.
Nel 2023 l’Italia è salita dalla decima all’ottava posizione nel mondo per la spesa turistica all’estero (34,2 miliardi di dollari), con la Cina tornata al primo posto. I turisti più affezionati al nostro Paese sono i tedeschi (7,9 miliardi di spesa), seguiti dagli statunitensi (6,5 miliardi) e dai britannici (circa 4,5 miliardi).
Per quanto riguarda invece l’incoming, nel 2023 l’Italia si è posizionata al quinto posto nel mondo con circa 56 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che hanno conservato la loro leadership ormai pluridecennale (oltre 175 miliardi di dollari) e con la Spagna primo Paese europeo con una spesa di 92 miliardi di dollari. Da sottolineare a questo proposito la forte correlazione tra aumento del Pil e spesa turistica, soprattutto per i viaggi all’estero. Ne consegue che il nostro Paese dovrà adattarsi ai mutamenti su scala planetaria cercando di attrarre visitatori dai Paesi in più rapida crescita. Secondo il Fondo monetario internazionale bisogna guardare in primis verso l’India (entro il 2035 è prevista una crescita del 256%) e poi verso Indonesia, Cina, Turchia e Emirati Arabi (aumenti superiori al 100%). Gli Stati Uniti cresceranno del 40%, mentre Germania e Francia avranno aumenti limitati, appena superiori a Italia e Giappone.
Le prossime sfide: trasporti e clima
La crescita della spesa turistica è legata anche allo sviluppo dei trasporti, che si trova di fronte ad una fase storicamente importante: la riduzione delle emissioni inquinanti. Il settore aereo, in particolare, è in forte crescita negli ultimi anni e una sempre maggiore collaborazione è necessaria per aumentare l’efficienza per i turisti e per ridurre le emissioni. Occorre puntare su un maggiore utilizzo del SAF (il carburante sostenibile), che tuttavia ha un rilevante impatto sui costi delle compagnie aeree e quindi sui biglietti, sul rinnovo della flotta dei vettori e su aeroporti ad impatto zero.
C’è poi ovviamente il problema del clima, che anche in Italia sta cambiando e con lui anche i turisti e i servizi che l’impresa turistica deve essere in grado di fornire per rimanere competitiva. Nelle destinazioni turistiche è dunque necessario mettere a sistema strategie di adattamento in grado di rendere vivibile al meglio l’esperienza di vacanza anche in condizioni climatiche sempre più esasperate. Il 35% dei turisti sarebbe disposto a pagare un costo maggiore pur di usufruire di servizi turistici che adottano comportamenti di sostenibilità ambientale e sette italiani su dieci, secondo un’indagine Confcommercio Swg, valutano positivamente la loro scelta di vacanza se trovano nei servizi turistici personale formato sui temi ambientali.
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