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Start up innovative: cosa cambia con il DDL Concorrenza #finsubito prestito immediato

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L’approvazione del DDL Concorrenza e la sua integrazione con il DDL Centemero, in esame al Senato dal luglio 2023, segnano un passo importante verso la creazione di un ecosistema più robusto per le start up innovative e le PMI. Il pacchetto normativo mira a incentivare la crescita delle imprese ad alto contenuto tecnologico e innovativo, creando nuove opportunità per investitori istituzionali e privati.

Inoltre, è in discussione alla Camera il Disegno di Legge sulle disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start up e PMI innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. Si ricorda che il 18 settembre 2024, il testo era stato approvato dal Senato.

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La normativa introduce agevolazioni fiscali per gli investitori, estende il sostegno finanziario pubblico tramite il Patrimonio Destinato e favorisce l’accesso al capitale per le PMI. Include inoltre modifiche che aumentano la soglia di fatturato per le PMI innovative e incentiva investimenti a lungo termine con esenzioni fiscali. 

Nuova definizione di Start up Innovativa

Tornando al DDL Concorrenza, uno dei principali interventi riguarda la ridefinizione dei requisiti per le start up innovative. Secondo il DDL per essere considerate tali, le start up devono rientrare nelle categorie di micro, piccole o medie imprese (MPMI) come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE. Questo cambiamento si propone di restringere l’ambito delle start up innovative, escludendo quelle che hanno raggiunto dimensioni significative e che non si trovano più nella fase iniziale del loro ciclo di vita.

Questa scelta punta a concentrare i benefici su aziende che si trovano realmente nelle fasi di avvio e sviluppo, riducendo così la possibilità di accedere ai vantaggi per imprese che, pur mantenendo caratteristiche innovative, hanno già acquisito una posizione consolidata sul mercato. Questo vincolo ha destato qualche perplessità tra gli operatori del settore, i quali temono che alcune start up potrebbero essere escluse da agevolazioni che in precedenza avrebbero potuto sfruttare.

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Aumento del Capitale Sociale Minimo

Un’altra modifica significativa riguarda l’aumento del capitale sociale minimo richiesto per le start up innovative. Il DDL Concorrenza stabilisce che, entro due anni dall’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese, una start up debba disporre di un capitale sociale pari ad almeno 20.000 euro e impiegare almeno un dipendente. Questo requisito è esteso anche alle start up già iscritte al Registro, che avranno 24 mesi dall’entrata in vigore della legge per adeguarsi.

L’aumento del capitale sociale minimo potrebbe sembrare un ostacolo per le start up nelle primissime fasi di vita, che spesso dispongono di risorse limitate. Tuttavia, il legislatore ha introdotto alcune attenuanti, come la possibilità di versare solo il 25% del capitale al momento della costituzione, rendendo l’obbligo meno gravoso di quanto potrebbe sembrare. Questa misura riflette la volontà di selezionare un gruppo di imprese più solido finanziariamente, che possa affrontare meglio le sfide del mercato.

Privative Industriali

Il DDL Concorrenza introduce un’altra importante modifica riguardante l’uso delle privative industriali. In precedenza, per ottenere la qualifica di start up innovativa, era sufficiente che l’impresa fosse titolare, depositaria o licenziataria di una privativa industriale. Ora, invece, è richiesto che tale privativa sia effettivamente utilizzata dall’impresa per lo svolgimento della propria attività.

Questa modifica ha l’obiettivo di garantire che le agevolazioni siano destinate a imprese che effettivamente sfruttano le proprie privative per creare valore, limitando il rischio che tali benefici vengano concessi a start up che accumulano brevetti o altre forme di proprietà intellettuale senza sfruttarle a pieno. Tuttavia, il nuovo requisito potrebbe complicare l’accesso ai benefici per alcune start up, specialmente quelle che, pur detenendo privative, non riescono a dimostrarne un utilizzo effettivo.

Durata dello Status di Start up Innovativa

Un’altra modifica riguarda la durata dello status di start up innovativa. Per le aziende operanti in settori considerati strategici secondo il “Golden Power” (DL 21 del 2012), il periodo durante il quale possono mantenere lo status di start up innovativa viene esteso da 5 a 7 anni. Questa estensione ha lo scopo di dare più tempo a queste imprese per crescere, svilupparsi e consolidare il proprio posizionamento sul mercato, mantenendo l’accesso ai benefici riservati alle start up.

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Nuove disposizioni sugli Incubatori Certificati

Il DDL Concorrenza interviene anche sulla definizione di incubatori certificati, ampliando i criteri per ottenere questa qualifica. Non sarà più necessario che l’incubatore ospiti fisicamente la start up, ma sarà sufficiente dimostrare una comprovata esperienza nell’attività di supporto o accelerazione. Questo permette a una più ampia gamma di organizzazioni di qualificarsi come incubatori, allargando l’accesso a determinati benefici fiscali.

Tuttavia, per evitare abusi, la legge prevede una distinzione tra gli incubatori tradizionali e quelli che offrono esclusivamente servizi di accelerazione o supporto. Solo i primi potranno continuare a godere delle riduzioni sugli oneri di avvio e della disciplina agevolativa relativa alla remunerazione del personale con strumenti finanziari.

Contributi agli incubatori certificati sotto forma di credito d’imposta

Il DDL Concorrenza prevede che agli incubatori certificati venga concesso un contributo sotto forma di credito d’imposta pari all’8% del capitale investito nelle start up innovative. Il limite massimo di investimento agevolabile è di 500.000 euro, e l’investimento deve essere mantenuto per almeno tre anni per poter beneficiare dell’agevolazione.

Questa misura è volta a incentivare ulteriormente gli incubatori a sostenere finanziariamente le start up, contribuendo così a creare un ambiente favorevole alla crescita delle imprese innovative. Il contributo rientra nei limiti previsti dal regolamento UE relativo agli aiuti de minimis, il che implica che l’importo totale del credito d’imposta non possa superare determinate soglie.

Agevolazioni per Fondi di Venture Capital

Il DDL introduce anche agevolazioni specifiche per i fondi di venture capital, con l’obiettivo di favorire l’afflusso di capitali verso le start up innovative. Gli enti di previdenza obbligatoria e le forme di previdenza complementari potranno continuare a destinare fino al 10% del proprio patrimonio in quote o azioni di fondi di venture capital.

Questo intervento ha lo scopo di ampliare le risorse finanziarie disponibili per le start up, incoraggiando gli investimenti nel settore tecnologico e innovativo. Inoltre, il DDL prevede ulteriori misure per facilitare l’ingresso e il soggiorno di investitori stranieri, estendendo le agevolazioni sui visti a chi effettua investimenti di almeno 500.000 euro in fondi di venture capital.

Incentivi fiscali agli investitori in Start up e PMI Innovative

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Il DDL Centemero introduce ulteriori incentivi fiscali per gli investitori in start up innovative e PMI. In caso di incapienza della detrazione spettante sull’IRPEF, è previsto un credito d’imposta pari all’eccedenza, utilizzabile anche nei periodi d’imposta successivi. Questa misura è particolarmente vantaggiosa per gli investitori privati, poiché garantisce loro un ritorno fiscale indipendentemente dalla loro situazione reddituale. Inoltre, il DDL modifica le regole sulla tassazione delle plusvalenze derivanti dalla partecipazione a organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) che investono prevalentemente in start up innovative, esentando tali redditi dalle imposte sui redditi.

Infine, il DDL Concorrenza prevede una disciplina transitoria per le start up già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Per queste aziende, le nuove disposizioni non si applicheranno retroattivamente, garantendo così continuità e permettendo un passaggio graduale al nuovo quadro normativo. Le modifiche introdotte dal DDL Concorrenza e dallo Start up Act 2.0 rappresentano un importante passo in avanti per l’ecosistema delle start up innovative in Italia. L’aumento dei requisiti per accedere ai benefici potrebbe risultare selettivo, ma allo stesso tempo garantisce che le agevolazioni siano destinate a imprese effettivamente innovative e in fase di crescita. Gli incentivi fiscali per gli investitori, combinati con le agevolazioni per gli incubatori certificati, creeranno un ambiente più favorevole per lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. Tuttavia, restano alcune criticità sollevate dagli operatori del settore, che sperano in ulteriori interventi per rendere le normative ancora più inclusive e favorevoli alla crescita delle start up.

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