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Il nome è molto chiaro: si chiama Redemption Roasters ed è il marchio di caffetterie nato nel 2016 e oggi con 10 negozi a Londra in diversi quartieri. Qui non solo lavorano persone che sono uscite da percorsi penitenziari ma il caffè viene tostato direttamente dentro un carcere, HMP The Mount, l’istituto penitenziario di Bovingdon nell’Hertfordshire, in Inghilterra.
Come nasce Redemption Roasters
Il progetto, che ha davvero delle caratteristiche visionarie, comincia con l’incontro dei due fondatori, Max Dubiel e Ted Rosner, al college. È il 2008 ed entrambi frequentano la prestigiosa St Andrew’s University (la stessa dove si sono iscritti e conosciuti il principe William and Kate Middleton per intenderci), quando Max ha bisogno di uno skipper per un viaggio in barca, a questo punto trova Ted. Max poi si butta nel mondo del caffè, nel 2015 fondano insieme un marchio di caffetterie, Catimor. È nel 2016 che vengono avvicinati dal Ministero della Giustizia con l’obiettivo di dare struttura all’idea di Redemption Roasters. Il primo barista proveniente dal contesto penitenziario arriva però nel 2017. Nello stesso anno viene creata la torrefazione in carcere (inizialmente in un istituto più piccolo di HMP) e viene aperto il primo negozio londinese. Nel 2018 viene inaugurata anche un’Accademia dedicata ai futuri baristi.
Lavorare nelle caffetterie per evitare la recidiva
Il lavoro comincia proprio in carcere, dove vengono impiegati direttamente fino a cinque detenuti per la tostatura del caffè, detenuti che vengono prima formati e poi regolarmente retribuiti. La preparazione spazia dalla semplice realizzazione di un espresso fino alla Latte Art, una formazione completa sul mondo del caffè. Per favorire il reinserimento lavorativo, vengono ugualmente impiegati ex detenuti all’interno delle caffetterie del marchio, anche loro con una formazione specifica e in tutti i livelli di professionalità. In questo modo si cerca di evitare la recidiva, ovvero di prevenire le ricadute di chi è uscito dalla prigione. Secondo quanto dichiarato dai fondatori di Redemption nel loro bilancio annuale, nel 2023 sono stati impiegati 30 dipendenti, il 97% di loro sono ex detenuti, la recidiva in questi casi si è abbassata al 4% (nel Regno Unito la percentuale è del 42% nel giro di un anno), 195 persone hanno completato il training nel mondo del caffè.
Quali sono i caffè di Redemption Roasters
Per essere coerenti con la missione del brand, anche la scelta dei fornitori di caffè ricade su produttori che abbiano sperimentato particolari condizioni di lavoro, come quelli che si trovano in paesi dove sono presenti conflitti. Viene posta particolare attenzione alla sostenibilità e al sostegno all’imprenditoria femminile. È stato anche creato uno shop online per acquistare il caffè torrefatto in carcere di Redemption Roasters, oppure tè o attrezzatura per fare il caffè anche in casa. I caffè venduti arrivano invece da diversi paesi del mondo: dal Costa Rica al Brasile, dal Burundi al Guatemala o l’Etiopia.
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