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entro quando pagare i lavori con i contributi più alti (e quali non ci saranno nel 2025) #finsubito prestito immediato

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Con la prossima legge di Bilancio cambiano i bonus casa ed è quindi corsa contro il tempo per utilizzare ancora alcuni degli sconti maggiorati che scadranno a fine anno. Il bonus ristrutturazioni resterà, ma con alcuni limiti. Si applicherà poi un nuovo decalage al Superbonus e potrebbe essere rivisto l’ecobonus. La novità più importante di tutte, però, è quella di un tetto massimo alle spese detraibili. Ogni persona e ogni famiglia, così, dovrà fare i conti rispetto al suo reddito lordo annuo per cercare di capire quante spese può detrarre tra bonus edilizi (visto che non c’è più lo sconto in fattura, così come la cessione del credito), spese mediche e altre uscite (come per i mutui). Il rischio è che soprattutto i single e le coppie senza figli dovranno stringere molto la corda, avendo meno soldi da recuperare nel 730. Vediamo nel dettaglio cosa dovrebbe cambiare e quindi rispetto a quali misure è corsa contro il tempo per concludere i lavori con le detrazioni più alte.

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Come cambia il bonus ristrutturazioni

Le novità in arrivo il prossimo anno sono diverse. La prima è che il bonus per le ristrutturazioni al 50% dovrebbe essere prorogato anche nel 2025. Ma con un paletto importante: se ne potrà usufruire solo per i lavori effettuati sull’abitazione principale, la prima casa. Vale sia quando la ristrutturazione riguarda l’appartamento che il condominio. Per questo dovrebbero essere riviste le regole per l’approvazione delle delibere nelle assemblee. Per tutti gli altri proprietari di seconde case, ma anche di uffici e di negozi, la detrazione per la ristrutturazione tornerà al 36% (ma potrebbe essere abbassata al 35%) il prossimo anno, per poi scendere al 30%.

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Nella Manovra dovrebbe arrivare anche una norma per rendere più stringente la revisione obbligatoria delle rendite per la ristrutturazione degli immobili con il bonus del 110% (ma probabilmente anche con gli altri bonus). Il parametro che determinerà l’aumento della rendita, sarà la classe energetica ottenuta con la ristrutturazione finanziata dallo Stato.

 

Le novità del bonus mobili

Resta invariato invece il bonus mobili, con la detrazione al 50% della spesa per una spesa massina di 4.000 euro. Nessuna novità, poi, sul catasto rispetto agli obblighi già esistenti: chi ha usufruito del Superbonus deve fare l’aggiornamento delle mappe catastali. Dunque, «si applicano le regole esistenti per fare luce sulle case fantasma», ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Non si tratta di un «aggiornamento delle rendite catastali, ma banalmente quello che già normalmente è previsto per tutti noi, chi ha usufruito del Superbonus deve fare l’aggiornamento delle mappe catastali. Per chi non ha mai dichiarato» la casa «andremo con gli strumenti a disposizioni a vedere se esiste e non esiste», ha spiegato il ministro. È stato rifinanziato quindi il Fondo di garanzia per la prima casa, insieme a quello per le non autosufficienze.

 

Il tetto alle detrazioni

Ma la novità più grande è che per i lavori dal 2025 verrà messo un limite importante alle detrazioni annue, colpendo in primis i bonus edilizi. Sarà introdotta una sorta di clausola agganciata a un quoziente familiare che permetterà di risparmiare l’8% per i redditi fino a 50mila euro, 6% per i redditi da 50mila a 100mila euro, 4% oltre i 100mila euro. Così, ad esempio, nella fascia più bassa di reddito, fino a 50mila euro, il limite massimo delle spese detraibili sarà di 4 mila euro in caso di un contribuente single. Ma un nucleo familiare con tre figli, con lo stesso reddito, potrà arrivare a risparmiare fino a 8mila euro di reddito.

Nel tetto rapportato al reddito entreranno tutti gli oneri detraibili e riguarderà anche gli esborsi sostenuti per le cure mediche e le spese per la casa. Dentro quindi anche gli interessi passivi per i mutui e i costi sostenuti per le ristrutturazioni. In tutti i casi però il nuovo limite si applicherà solo alle nuove spese, ossia a quelle effettuate a partire dal 2025. Non ci sarà retroattività sulle rate di spese effettuate nel passato. Quindi, ad esempio, i bonifici per una manutenzione straordinaria o una ristrutturazione pagati nel 2024 seguiranno il loro corso regolare di detrazione al 50% spalmata su dieci anni che non entrerà nel nuovo tetto massimo delle spese detraibili in base al reddito. Un aspetto che tutela il legittimo affidamento ma che allo stesso tempo obbligherà a conteggi sul doppio binario per le detrazioni. Le nuove soglie determineranno l’importo massimo delle spese detraibili e non delle detrazioni.

 

Ecobonus e Superbonus nel 2025

Non è ancora chiaro, invece, quale sarà l’esatto destino dell’ecobonus. Potrebbe essere introdotto un bonus unico al 65% riservato agli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici. Tra gli interventi detraibili potrebbero essere inclusi: il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, le pompe di calore e l’aggiornamento dell’impianto di riscaldamento. L’obiettivo del governo è adeguarsi alla direttiva Ue che prevede una significativa riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2035, con obblighi per le abitazioni a bassa efficienza energetica.

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Fino al 31 dicembre 2024 si può poi fruire del Superbonus al 70%, mentre dal 1° gennaio 2025 l’aliquota della maxi detrazione scenderà al 65% per poi sparire completamente dal 2026. Si conferma quindi l’intenzione dell’esecutivo di cancellare del tutto lo sconto introdotta nel 2020. Permette di detrarre le spese sostenute a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

 

Il probabile stop al bonus verde

Vanno invece verso l’eliminazione nel 2025 del bonus verde e del sismabonus (tranne che per le aree terremotate e alluvionate). Il bonus verde è una detrazione fiscale al 36% prevista per sistemare il verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, per installare impianti di irrigazione e per la realizzazione di pozzi o di coperture a verde e giardini pensili. Non è uno sconto diretto sull’acquisto di piante o sui fiori da acquistare per il giardino o il terrazzo di casa, ma piuttosto permette di portare in detrazione nella denuncia dei redditi le spese sostenute per sistemare il verde.

Il sismabonus è l’agevolazione pensata invece per aumentare gli interventi di messa in sicurezza statica degli edifici nelle zone predisposte al terremoto. Si tratta di una detrazione destinata sia a immobili a uso residenziale che produttivo per tutti i contribuenti soggetti a Irpef e soggetti passivi dell’Ires. Le detrazioni per le case unifamiliari permettono di risparmiare il 50% delle spese, ma è possibile anche arrivare al 70% se si ottiene il passaggio a una classe di rischio inferiore e all’80% se si arriva a due classi di rischio inferiori. Per quanto riguarda i condomini, si parte sempre dalla detrazione del 50% per arrivare al 75% della spesa sostenuta se c’è il passaggio a una classe inferiore e all’85% per il passaggio a due classi di rischio inferiore. Il bonus continuerà a valere nelle aree terremotate del Centro Italia, in quelle alluvionate dell’Emilia Romagna, nel Molise, a Ischia e nell’area dell’Etna.





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