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Si sono conclusi gli interrogatori preventivi per l’inchiesta sugli appalti del verde a Caserta e San Nicola la Strada. Dinanzi al gip Alessia Stadio i 14 indagati – tra tecnici, politici e imprenditori – su cui pende una richiesta di arresto spiccata dal pm Anna Ida Capone, hanno fornito la loro versione rispondendo alle domande del magistrato o depositando corpose memorie difensive e documentazione rispetto alle contestazioni mosse dalla Procura.Â
Hanno risposto alle domande del gip i fratelli Franco e Giulio Biondi, il primo dirigente al comune di Caserta e il secondo ex dirigente a San Nicola la Strada. I due, difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato e Gennaro Iannotti, hanno replicato punto per punto alle domande del magistrato. Ha replicato anche Giovanni  Mastroianni, di San Marco Evangelista, insieme all’ormai ex assessore di San Nicola la Strada Gaetano Mastroianni.
Ha reso dichiarazioni spontanee, invece, riportandosi a una memoria difensiva Giuseppe Fazzone, 54enne di San Nicola la Strada, difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli. Difesa scritta anche per Francesco Cerreto, 57enne di Caserta, patron della ditta Opera, difeso da Gennaro Iannotti. Memoria e dichiarazioni spontanee anche per il funzionario del comune di Caserta Michele Amato e per l’imprenditore Domenico Natale, titolare della ditta ‘Un seme per la vita’ (entrambi assistiti dall’avvocato Vincenzo Iorio). Natale avrebbe depositato copiosa documentazione tra cui anche una fattura relativa gli interventi di pulizia in un condominio a Itri, dove tra i proprietari delle villette ci sarebbe Franco Biondi (per questo sono accusati di corruzione). Nelle intercettazioni a Natale viene indicato Biondi in quanto possessore delle chiavi per accedere al condominio. Questa la versione dell’indagato.Â
Interrogati anche Giuseppe Cerullo della società Centro Servizi di Macerata Campania, difeso dall’avvocato Dario Mancino, così come Raffaele Antonucci, Brigida Napoleone, Francesco Zoleo, Pasquale Viscusi e Gianni Andrea Mingione. Ora la parola spetta al gip che dovrà decidere se accogliere o respingere la richiesta della Procura dopo il contraddittorio con gli indagati.
Gli investigatori ipotizzano una sorta di cartello di imprese che a turno si sarebbero aggiudicate appalti a Caserta e San Nicola la Strada. Alle gare sarebbero state invitate ditte che non dovevano presentare offerte in modo da garantire l’aggiudicazione alla società scelta a monte.
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