Uno sfratto ogni quattro giorni. Morosità ma anche assenza di spazi adeguati e di sussidi da parte del governo e dello stato per andare incontro alle esigenze della famiglia. Secondo quanto emerge dal dato dell’Udu, Unione Inquilini e Sunia, infatti, in Sicilia si registrano 4905 richieste di esecuzione mentre nella provincia di Messina, con 167 provvedimenti di sfratto emessi, 209 le richieste di esecuzione e 89 gli sfratti eseguiti con l’ausilio della forza pubblica (11% in più rispetto all’anno precedente).
Questa mattina davanti alla Casa dello Studente, quindi, è stato organizzato un flash mob davanti la Casa dello studente chiusa da 15 anni. L’intento era quello di denunciare anche la condizione di sofferenza abitativa di centinaia di migliaia di famiglie e la difficoltà di migliaia di studenti fuori sede che nella nostra città non riescono a trovare un posto letto a prezzi accessibili. La Casa dello studente chiusa da anni rappresenta quel “vuoto materiale” che assieme ad altri immobili pubblici e privati possono e devono essere riutilizzati e ristrutturati per svolgere la propria funzione sociale.
Per la sua messa in sicurezza dalla Regione dovrebbero arrivare presto i fondi, circa 8 milioni di euro, per tornare a renderla accessibile alla fruizione degli studenti. Questa casa, insieme alle altre residenze Ersu, con gli alloggi a disposizione dell’Università, secondo quanto denunciato da Emanuele Certo, coordinatore dell’Unione degli Universitari Messina non basta ancora per poter dare a tutti i fuorisede un luogo a canone di locazione accessibile, ma rappresenterebbe, comunque, un passo in avanti.
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