“In Abruzzo piove sul bagnato: la Fondazione Gimbe, dopo aver evidenziato i record negativi della sanità regionale, ha rivelato come le parole di Giorgia Meloni sui finanziamenti alla sanità in legge di Bilancio siano delle enormi bufale. Per il 2025 l’incremento reale del Fondo sanitario nazionale sarà di appena 1,3 miliardi di euro e non dei 3,5 sbandierati dalla premier a destra e a manca”.
A denunciarlo sono i consiglieri regionali del M5s Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini sottolineando che secondo Gimbe la situazione “metterà le Regioni di fronte alla scelta di tagliare ulteriormente i servizi o alzare le tasse pur di provare a raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Manovra. Insomma: in un modo o nell’altro, a pagare saranno sempre i cittadini”.
“Il bluff del governo Meloni sui fondi sanitari è una notizia ancora più preoccupante in una regione come l’Abruzzo già alle prese con un grave disavanzo creato dalla malagestione della giunta Marsilio e del centrodestra”, incalzano.
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“Le Asl abruzzesi sono state costrette a elaborare pesanti piani di razionalizzazione, che si stanno manifestando già da settimane sulla pelle degli abruzzesi con tagli e disservizi. Non a caso, l’Abruzzo è da giorni oggetto di inchieste di emittenti televisive nazionali come La7 e Rete4, che hanno acceso più fari sui casi che da tempo, come Movimento 5 Stelle, denunciamo in consiglio regionale e pubblicamente: dai farmaci che i pazienti devono portarsi da casa in caso di ricovero, al bambino autistico che non trova spazio per le sue cure urgenti nelle strutture convenzionate regionali”, proseguono Taglieri e Alessandrini.
“Se la presidente Meloni non mette soldi veri sulla sanità, considerando anche l’inflazione che riduce il potere d’acquisto di anno in anno, l’Abruzzo potrebbe trovarsi sull’orlo del commissariamento”, chiosano.
“Governi nazionale e regionale a guida Fratelli d’Italia si confermano nemici del servizio sanitario pubblico, dei cittadini e dei più fragili. È anche per questo, sempre secondo i dati della Fondazione Gombe, che circa 120mila abruzzesi, pari al 9,2 per cento della popolazione, nel 2023 ha rinunciato alle prestazioni sanitarie di cui aveva bisogno”, ricordano i consiglieri pentastellati.
“Altri, quelli che hanno ancora i soldi per pagare, si rivolgono alla sanità privata destinata a prosperare nelle politiche del centrodestra o, potendo, vanno fuori regione. Tutto questo- concludono Taglieri e Alessandrini – è inaccettabile, specie se etichettati dal centrodestra come un modello ed un risultato da esportare altrove”.
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