Altri cinque passi indietro, scivolando nell’ultimo terzo della classifica dei capoluoghi italiani: anche dalla classifica 2024 di Ecosistema urbano, il rapporto annuale a cura di Legambiente e Ambiente Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, per il capoluogo polesano più ombre che luci.
E Rovigo scivola così al 76esimo posto fra i 106 capoluoghi italiani rispetto al 71esimo di un anno fa sulla base dei 20 indicatori considerati e riferibili a cinque macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente. Un balzo all’indietro nonostante i passi da gigante fatti sul fronte della raccolta differenziata, anche se il dato fa strabuzzare gli occhi. Perché da punto di debolezza, diventa invece una voce che la catapulta fra le prime 10 in Italia per raccolta differenziata con l’83,1% di rifiuti differenziati sul totale prodotto. I dati Arpav sulla raccolta differenziata ancora non sono stati diffusi, ma Rovigo nel 2022, prima della rivoluzione della raccolta, era ferma al 68,6%.
Fra l’altro, pur essendoci come di consueto una cesura fra nord e sud che vede Rovigo dalla parte “sbagliata” della classifica rispetto alla propria collocazione geografica, perché mediamente le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro sembrano faticare a tenere il passo, non è la cenerentola del Veneto: Verona, infatti, fa peggio e si piazza al 78esimo posto, scavalcando il capoluogo polesano in una corsa al ribasso. Ma dietro, ci sono anche due piemontesi come Torino, 85esima, Alessandria, 95esima. Guardando alle città più virtuose, quest’anno la Regina della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia, che risale la classifica passando dal quinto posto dello scorso anno al primo posto, superando così Trento, che scende in seconda posizione, e Parma, al terzo posto.
I dati sono riferiti al 2023 e sono in parte frutto delle risposte fornite dalle amministrazioni ai questionari di Legambiente. Un altro dato che fa strabuzzare gli occhi è quello che vede Rovigo addirittura al quinto posto in Italia per isole pedonali, con ben 190 metri quadrati ogni 100 abitanti di “superficie stradale pedonalizzata”. Un balzo in avanti notevole se si considera che fino al 2021 erano 20 metri quadrati e non ci sono state massicce opere di pedonalizzazione di strade. Molte meno, invece le aree a traffico limitato, con 201,4 metri quadrati per abitante, che valgono comunque il 41esimo posto.
Nell’analizzare il rapporto, una premessa è doverosa: rispetto al 49,77% di punteggio complessivo ottenuto nella classifica dello scorso anno, sale al 49,99%. Poca roba, si dirà, e ancora nettamente insufficiente, visto che si tratta di un confronto con il 100% di un centro urbano ideale, quindi sostanzialmente un 5- se fosse un voto. In realtà, si tratta di una leggera crescita che è comunque in controtendenza rispetto alla flessione della media di tutti i capoluoghi, che passa dal 56,4% al 55,8%. Una variazione verso il basso probabilmente dovuta anche a una modifica dei parametri, con l’introduzione di un nuovo indicatore, quello della variazione nel consumo del suolo, e una serie di cambiamenti, dalla revisione dei pesi dei dati delle centraline Arpa per valutare la qualità dell’aria.
Proprio la qualità dell’aria tira verso il basso Rovigo, che è 90esima per Pm10, con una concentrazione media annua di 30,5 microgrammi per metrocubo, è 73esima per ozono, con 72 giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 microgrammi per metrocubo, e 49esima per biossido di azoto con una concentrazione media annua di 20,4 microgrammi per metrocubo. Manca, il valore del Pm2,5, che non viene rilevato in città.
Per i dati relativi all’acqua, Rovigo galleggia a metà classifica: 59esima per consumi idrici, con 142,1 litri giornalieri pro capite di acqua potabile per uso domestico e 59esima per dispersione idrica, con il 36,3% di differenza fra l’acqua immessa in rete e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli.
Sui rifiuti, se stupisce il dato sulla differenziata, purtroppo resta un tasto dolente quello della produzione annua pro capite di rifiuti urbani, ben 579,5 chili per abitante che valgono l’83esima posizione.
Male, poi, per trasporto pubblico locale, con l’89esima posizione frutto degli appena 11, viaggi per abitante l’anno, nonostante un’offerta non così pessima, con 18,7 chilometri percorsi annualmente dal complesso delle vetture divisi per abitanti, che valgono la 69esima posizione. Per le piste ciclabili 39esima posizione grazie agli 11,7 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti. Rovigo si piazza invece al 72esimo posto per il tasso di motorizzazione, con 69,8 auto circolanti ogni 100 abitanti. Il solare pubblico, con 2 kW di potenza installata su edifici pubblici ogni mille abitanti, vede Rovigo al 69esimo posto.
E se il verde con 38 metri quadrati per abitante vale il 31esimo posto, un dato abbastanza evidente riguarda gli alberi, verso i quali non sembra essersi sviluppata in città una coscienza che ne riconosca l’assoluta importanza, come testimoniano i continui abbattimenti: con 7 alberi ogni 100mila abitanti in aree di proprietà pubblica si piazza all’89esimo posto.
Non a caso, la posizione peggiore, la 98esima su 106, Rovigo la ottiene nell’uso efficiente del suolo, con 2 nell’indice sintetico in una scala da 0 a 10 del trend di consumo di suolo in rapporto ai residenti e del livello di urbanizzazione in rapporto ai residenti.
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