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Bonifica di Crotone – Il comitato al direttore del MASE: «Le pretese di Eni Rewind non possono mortificare la tutela della salute dei cittadini» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Crotone – Si riaccende il dibattito intorno alla bonifica degli ex siti industriali. La miccia è la presenza in città del Direttore Generale Ing. Luca Proietti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Direzione Generale Economia Circolare e Bonifica, per una serie di incontri con gli enti territoriali. All’lato dirigente del MASE il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” ha scritto una lettera aperta per chiarire ulteriormente le ragioni del no all’uso di discariche calabresi per accogliere i veleni delle operazioni di bonifica.

Lettera aperta del Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere”

Egregio Direttore,
cogliamo l’occasione della sua  venuta a Crotone per evidenziare alcune importanti riflessioni e osservazioni in relazione alla grave problematica della bonifica dell’area SIN oggetto di un recente decreto dirigenziale dell’1 agosto 2024 che reca la sua firma.
Non intendiamo ripercorrere tutte le vicende che hanno caratterizzato la chiusura delle fabbriche, la mancata bonifica del sito industriale, la situazione ambientale che si è determinata e definita, non a caso da molti studiosi, una “bomba ecologica”.
Cose, queste, che riteniamo dovrebbero essere da Lei perfettamente conosciute.

Questo territorio, insieme alla bonifica che tarda ad essere realizzata, ha registrato in questi anni una condizione di grave esposizione per la salute delle persone con un “eccesso di rischio in entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori maligni…”
Come si può evincere dal VI°Rapporto dello studio “Sentieri” 2023 coordinato dall’Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute.
A fronte di questa grave situazione e dei pareri motivati di Ispra, Arpacal, ISS (Istituto Superiore della Sanità), scaturiti da approfonditi studi e ricerche nell’area SIN interessata e del PAUR (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) emanato dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria in data 2 agosto 2019, la Conferenza dei Servizi del 24 ottobre 2019 si è conclusa con la decisione unanime di approvazione del Pob Fase 2 con la prescrizione di smaltire i rifiuti speciali pericolosi (Norm e Tenorm con e senza amianto) fuori dalla regione Calabria.

Con successivo Decreto Ministeriale n°7 del 3 marzo 2020 è stato approvato il POB FASE 2 sulla base del  deliberato della Conferenza dei Servizi prima richiamata. Sono trascorsi circa 5 anni ed Eni Rewind non ha adempiuto alle operazioni di bonifica previste, assumendo una evidente responsabilità di omessa bonifica.

Cosa è cambiato da allora ad oggi?
Quali novità sono intervenute a giustificazione di una modifica di quelle decisioni contenute nel DM n. 7 del 3 marzo 2020?
Da quanto ci risulta e si può evincere anche dagli atti allegati all’ultima Conferenza dei Servizi: NESSUNA!

Piuttosto, come è stato evidenziato dalle relazioni di Ispra, Arpacal, Isin, allegate alla Conferenza dei Servizi del 26 giugno 2024, la situazione richiede ulteriori approfondimenti e più rigorose misure ed azioni di bonifica nel rispetto di quanto stabilito dall’ultimo Decreto L.gs n° 101/2020.

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Alla luce di quanto premesso e di quanto emerge dalla stessa Conferenza dei Servizi del 26 giugno ultimo scorso non solo non trova alcuna giustificazione il Decreto della DG (ECB), n. 27 del 1 agosto 2024, ma risulta palesemente in contrasto con i pareri degli Istituti scientifici e delle Istituzioni locali.
Quali sono, dunque, le ragioni che La hanno indotta ad una evidente forzatura nella emanazione del provvedimento prima richiamato?
Le pretese di Eni Rewind non possono, per nessuna ragione, sopravanzare e mortificare le garanzie a tutela della salute dei cittadini! Vi sono anche aspetti di carattere specifico che riteniamo dover evidenziare alla luce della nota a Sua firma del 24 settembre 2024 avente per oggetto: “Riscontro – Diffida Eni Rewind”. In detta nota è scritto: “…Dunque, nella misura in cui il predetto Decreto Ministeriale n°27 del 2024 impone l’avvio dei lavori nel rispetto del vincolo regionale, è lo stesso Decreto ad autorizzare l’unica gestione alternativa al deposito preliminare dei rifiuti (D15), ossia mediante il deposito temporaneo nel rispetto della normativa vigente (…).
Diversamente, la prescrizione ministeriale sull’avvio dei lavori nelle more della modifica del Paur si configurerebbe come una ‘prescrizione impossibile’ priva di oggetto (il che non è!). Pertanto il deposito temporaneo non necessita di alcuna variante del progetto di bonifica.

Allo stesso tempo, salvo diverso e motivato avviso della Regione Calabria, non si ritiene che sussistano motivi ostativi a utilizzare la struttura esistente per il deposito preliminare D15 dei rifiuti pericolosi, ove idoneo per il deposito temporaneo di rifiuti pericolosi ai sensi dell’art.185 – bis del D.Lgs n°152 del 2006, e nel rispetto della normativa settoriale, previa formale comunicazione alla Regione Calabria, nella qualità di Autorità che ha rilasciato il Paur, nelle more della rimozione del vincolo e con salvezza del Paur medesimo.”

Il PAUR da Lei richiamato, anche ed in particolare relativamente alle operazioni di deposito preliminare (D15) è chiaro e non soggetto ad interpretazioni forzate che ne stravolgerebbero il senso e le finalità oltre a determinarne un vero e proprio raggiro. A scanso di ogni equivoco ed a chiarimento, riteniamo opportuno riportare fedelmente quanto stabilito nel Paur (approvato il 2 agosto 2019) a proposito dell’utilizzo del deposito preliminare D15 e D9.
“Prima dell’inizio delle attività di deposito va identificato il sito si smaltimento finale che, in accordo alle indicazioni dettate dalla Regione Calabria e dagli Enti territoriali della Calabria, deve trovarsi fuori regione”. Quindi le attività di deposito non possono essere iniziate se non a valle dell’individuazione dei siti di smaltimento finale dei rifiuti fuori dalla regione Calabria.

Per tanto il vincolo del Paur impone operazioni di bonifica rispettose di un percorso limpido e lineare a garanzia della tutela delle persone e del contesto ambientale che non ammette raggiri di sorta. Le Istituzioni hanno il compito di pretendere rispetto della legalità a tutela dell’interesse e del bene pubblico. In occasione della Sua venuta a Crotone oltre che rivolgerLe un saluto di benvenuto, per rendersi conto di persona della condizione in cui versa il SIN nel sito a seguito della mancata FASE 2 della bonifica, Le sollecitiamo una più attenta valutazione affinché possa svolgere il Suo delicato ruolo di rappresentate dello Stato auspicando che queste nostre riflessioni possano essere utili ad una sua più attenta ed approfondita valutazione.

Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere”



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