Le tabelle della Legge di Bilancio 2025 riducono dell’80% le risorse del fondo per la transizione dell’industria dell’auto. Restano 450 mln per il 2025, poi 200 mln l’anno fino al 2030. La filiera parla di “sconcerto” e chiede un passo indietro all’esecutivo
Maxi sforbiciata alle risorse per l’industria nazionale dell’auto. La Manovra 2025 taglierà l’80% del Fondo Automotive, circa 4,6 miliardi di euro. Il governo sembra deciso a fare marcia indietro su tutti i fronti, rimangiandosi le promesse e il lavoro fatto negli ultimi mesi con gli attori della filiera. Dalla programmazione pluriennale degli incentivi al sostegno all’automotive per la riconversione.
Cos’è il Fondo Automotive e a cosa serve
Il Fondo Automotive nasce per sostenere e promuovere la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nel settore attraverso l’insediamento di filiere innovative e sostenibili sul territorio nazionale.
Il Fondo Automotive si compone di due strumenti, i contratti di sviluppo (a sostegno dei programmi di sviluppo industriale) e gli accordi per l’innovazione (destinato a ricerca e sviluppo orientati all’innovazione tecnologica nell’automotive).
Al momento della sua istituzione, nel 2022, le risorse stanziate erano 8,7 miliardi fino al 2030. Ad agosto, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva confermato che la dotazione per il 2025 sarebbe stata di 750 milioni e di 1 miliardo l’anno dal 2026 al 2030.
Secondo le tabelle della Sezione II (revisione dei finanziamenti delle vecchie leggi di spesa) della Manovra 2025, il Fondo Automotive viene ridotto a 450 milioni nel 2025 e poi 200 milioni l’anno fino al 2030.
Lo sconcerto dell’industria dell’auto
Il taglio previsto dalla legge di Bilancio 2025 alle risorse stanziate nel 2020 è “un’inaccettabile fulmine a ciel sereno” che “contraddice in maniera clamorosa” l’attivismo del governo a Bruxelles (lato politiche UE di transizione del settore) e a Roma con il Tavolo Sviluppo Automotive dove si stava delineando un piano d’azione per supportare la filiera dell’auto.
Lo denuncia l’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica. Secondo la quale il taglio al Fondo Automotive “rende insufficienti” le risorse per il sostegno alla riconversione e “vanifica” l’impegno a definire un piano di politica industriale a favore della competitività delle aziende italiane.
“L’auspicio è quello di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento. In caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera ed il Governo”, aggiunge l’associazione.
Posizione condivisa anche da Motus-E che parla di “grande stupore” e prospetta un “clima di incertezza sulla visione industriale del Paese”. Peraltro in un momento delicato in cui è in gioco la capacità stessa di competere della filiera auto nazionale.
“Stupisce che dopo la meritoria attenzione prestata al settore dall’esecutivo possa arrivare ora una decisione di questo tipo”, scrive in una nota l’associazione, “auspichiamo che si attivino immediatamente tutte le interlocuzioni del caso per fermare questa distrazione di fondi indispensabili per proteggere lavoratori, industria e consumatori, e che anzi si apra un dialogo costruttivo e aperto per mettere a terra quanto più velocemente possibile le risorse per il settore”.
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