Non solo Stellantis: entro fine anno la cassa integrazione colpirà un’azienda su tre, in provincia di Torino, mentre solo la metà ha ordini che vadano oltre l’orizzonte di un mese. Ma il 33% addirittura ha crediti da incassare scaduti da ormai due mesi. Una situazione drammatica, che non coinvolge solo l’automotive, in cui viene vissuto come “un colpo basso” il taglio di 4,6 miliardi del governo al fondo automotive.
Si tratta di risorse che sarebbero dovute essere destinate al sostegno della riconversione all’elettrico della filiera automotive nella transizione all’elettrico, risorse stanziate dal precedente governo nel 2022 e di cui, ora, vengono tagliati 4,6 miliardi dai fondi residui (vale a dire circa l’80%). Secondo Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino, l’associazione delle piccole imprese, si tratta di “un colpo basso al settore che non può essere accettato. È inutile parlare di sostegno al comparto quando poi si operano scelte di questo genere”.
Un settore dove, secondo la trimestrale di Api, “i numeri ci riportano, come temevamo – spiega Cellino – un forte peggioramento della situazione del sistema delle imprese. Preoccupa soprattutto il fatto che a soffrire sono adesso anche le imprese più presenti sui mercati esteri. Il rallentamento degli investimenti e l’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali sono altrettanti segnali di forte preoccupazione”. Ammortizzatori sociali che, secondo le stime, a fine anno coinvolgeranno il 27,6% delle imprese (fino al 32,1% delle imprese manifatturiere). Oltre la metà delle imprese intervistate da Api dichiara un portafoglio ordini con copertura fino a massimo 30 giorni. Anche il grado di saturazione degli impianti è atteso in flessione: da 68,2% a 61,5%. Il 33% delle aziende segnala crediti scaduti da oltre 60 giorni.Â
Forti dubbi, dopo l’annunciato taglio, riguardano le misure di sostegno all’automotive, dal momento che a parole il ministro Urso vorrebbe che Stellantis aumentasse la produzione, poi però dall’esecutivo viene meno il sostegno alle aziende che maggiormente soffrono sia la crisi di mercato sia gli stop produttivi dell’ex Fiat. “Siamo impegnati a garantire che la filiera dell’automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione. Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica che è la vera forza del Made in Italy” aveva detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in una nota nella giornata di lunedì.
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