I due spagnoli, entrambi prodotti del vivaio blaugrana, hanno condiviso lo spogliatoio della nazionale e del Barcellona. In comune anche un’esperienza al Chelsea
Due carriere in parallelo, con maglie diverse e in Paesi differenti e domani sera a Como il primo “scontro” con uno in campo e l’altro in panchina. Pedro Rodriguez e Cesc Fabregas sono nati a poco più di due mesi di distanza, il 4 maggio 1987 l’allenatore del Como, il 28 luglio dello stesso anno il giocatore della Lazio. Per poco non si sono incrociati nel settore giovanile del Barca (Pedro è arrivato poco dopo la partenza di Fabregas per l’Arsenal), ma poi in blaugrana hanno giocato assieme dal 2011 al 2014, vincendo di tutto: una Liga, due Supercoppe spagnole, una Supercoppa europea, un Mondiale per club. Poi il sodalizio si è ricomposto al Chelsea dal 2015 al 2019 e giù altri trofei: una Coppa d’Inghilterra e una Europa League. Ma è soprattutto con la maglia della nazionale spagnola che il duo Cesc-Pedro ha toccato il cielo con un dito, con due trionfi incredibili: il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012 vinti assieme, con entrambi titolari.
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Domani al Sinigaglia si ritroveranno da avversari. Non sarà la prima volta, ma è la prima con ruoli diversi. Pedro è ancora giocatore (e che giocatore), Fabregas è diventato allenatore (e, se il buongiorno si vede dal mattino, promette di avere una carriera altrettanto luminosa anche da tecnico). Sembra quasi che Pedro abbia dato fondo a tutte le energie per presentarsi alla sfida con il vecchio amico con lo smalto dei bei tempi. Ha segnato 4 gol nelle ultime cinque partite tra coppa e campionato, tutti decisivi tra l’altro. E, più in generale, ha fornito prestazioni degne del miglior Pedro. Per questo motivo, e non perché per lui quello di domani è una sorta di derby del cuore, Baroni lo schiera titolare. Sarà la prima volta in campionato, mentre in coppa ha giocato sempre dall’inizio. Pedro è pronto e, ovviamente, l’incrocio con Cesc lo intriga tantissimo. “L’anno scorso ha fatto una grande stagione – ha detto il giocatore laziale sul tecnico del Como -. Era spettacolare giocare con lui: aveva un gran passaggio e profondità. Può fare una bella carriera come allenatore, io non so ancora cosa farò quando smetto. Ora l’importante è continuare a giocare così”.
multiuso
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Effettivamente, se si esprimerà ancora come sta facendo in questo periodo, non c’è alcuna fretta di smettere (si parla addirittura di rinnovo contrattuale per lui). Il gioco di Baroni lo entusiasma e lo coinvolge sempre di più. Al punto che sta giocando sia da esterno di attacco sia da sottopunta. Quest’ultimo è un ruolo che gli piace parecchio e che può allungargli ulteriormente la carriera. Domani a Como dovrebbe essere schierato proprio in quella posizione. Dalla quale (visto che è pure la notte di Halloween) proverà a fare uno scherzetto all’amico Fabregas. Ed anche a Sergi Roberto, se il centrocampista spagnolo dovesse giocare (difficile), visto che anche con lui ha diviso giornate memorabili con la maglia del Barcellona. Fabregas, però, mette in guardia il vecchio amico: “La Lazio è una squadra molto forte, di alto livello e con tanta qualità – ha detto il tecnico del Como -. Baroni sta lavorando molto bene e per noi sarà un test importante. Ma ci stiamo preparando per fare una grande gara. Queste sono le partite che mi piacciono di più”.
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