Più passa il tempo, più la sorte dei lavoratori della Jabil sembra legata a un filo sottile, con un conflitto che si acuisce giorno dopo giorno con i vertici aziendali e con la certezza che la multinazionale americana dell’elettronica entro marzo andrà via dall’Italia.
Domani ennesimo confronto presso il Ministero del lavoro sul Piano sociale o di mitigazione presentato dalla Jabil lo scorso 17 luglio, mentre tra 20 giorni scadrà il tempo utile per le trattative tra azienda, sindacati e lavoratori previsti dalla normativa vigente.
Intanto, i rappresentanti aziendali dei lavoratori lanciano l’ennesimo grido di allarme. «Come ampiamente illustrato nei quotidiani confronti con i lavoratori – è scritto in una nota della Rsu – la nostra vertenza è ferma a un punto di estrema incertezza. Mentre la proposta di Piano di mitigazione sociale è già stata ampiamente bocciata da lavoratori e Rsu, l’azienda continua nella sua opera di distrazione di massa promuovendo prestazioni straordinarie di sabato. Abbiamo preoccupazioni legate alle annunciate scelte di Jabil di lasciare Marcianise, un servizio mensa disdettato (dal prossimo 17 dicembre), la scelta di non erogare il premio di risultato quest’anno e tensioni sociali che salgono vertiginosamente tra i lavoratori giorno dopo giorno».
Il conflitto
A tutto ciò, si aggiunge un ultimo conflitto tra azienda e lavoratori rappresentato dalla presenza al tavolo di domani dell’imprenditore designato dalla Jabil a rilevare l’azienda di Marcianise e i suoi 418 lavoratori. Infatti la Rsu ha annunciato che non parteciperà domani alla riunione presso il Ministero del Lavoro proprio per la presenza del rappresentante della Tme Assembly Engineering Srl, nuova società realizzata dall’azienda casertana Tme di Portico di Caserta con Invitalia, braccio operativo del Ministero dell’Economia.
«Siamo stati informati si legge nel comunicato della Rsu – che al tavolo istituzionale sarebbe prevista la presenza del nuovo imprenditore. Di conseguenza, abbiamo chiesto una verifica alle strutture sindacali che hanno confermato questo tipo di convocazione, mettendo in condizione la Rsu di disertare il confronto».
La Rsu ribadisce che, come da mandato dei lavoratori, le interlocuzioni ministeriali possono continuare soltanto con Jabil come peraltro prescritto dalla Legge 234/21 che sta guidando il percorso. «La soluzione del passaggio a Tme – viene sottolineato – è stata bocciata nei mesi scorsi dai dipendenti Jabil e dai sindacati, che la vedono come fumo negli occhi, memori di quanto accaduto qualche anno fa con le precedenti reindustrializzazioni, quando più di duecento dipendenti Jabil sono fuoriusciti dagli organici della multinazionale Usa, che da anni fa ricorso ad esuberi lamentando la scarsa competitività del mercato italiano, per passare in aziende che avrebbero dovuto garantire la continuità produttiva, come Orefice e Softlab. Invece gli ex Jabil sono finiti dalla padella alla brace, licenziati nel caso di Orefice Group, e in cig perenne in Softlab, e sempre a protestare alla ricerca di certezze future. Per questi motivi al tavolo romano i sindacati e i lavoratori hanno sempre chiesto un ripensamento alla multinazionale americana affinché possa rimanere a Marcianise. Pertanto, la Rsu ribadisce non solo la non partecipazione alla riunione ma anche lo stato di agitazione nonché il blocco degli straordinari».
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