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I NUMERI DELLE IMPRESE/ In Ue e Italia fiducia in crescita, ma resta il problema dei costi #finsubito prestito immediato


Le imprese del mid-market continuano a mostrare segnali positivi riguardo alla ripresa economica globale, raggiungendo il livello più alto di ottimismo dal 2019. È quanto emerge dall’ultimo International Business Report (IBR) di GT International che analizza l’andamento delle aspettative e delle percezioni di oltre 2.500 dirigenti aziendali a livello mondiale.



L’indice di fiducia globale ha registrato un aumento del 3%, passando dal 71% al 74% nel terzo trimestre del 2024. Anche in Europa si riscontra una crescita, seppur più contenuta, dove la fiducia è aumentata dell’1%, arrivando al 60%. In Italia, il trend positivo è cauto, con un incremento di un punto percentuale (dal 48% al 49%).



Il calo dell’incertezza economica a livello globale, che passa dal 46% al 45%, riflette una stabilizzazione della fiducia tra le imprese. In Italia, questa tendenza è ancora più marcata, con una riduzione significativa dal 52% al 49%. Questo segnale positivo sottolinea un rafforzamento della fiducia delle imprese italiane nella capacità del Paese di affrontare le sfide economiche future, come l’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse, che sono stati finora tra le principali preoccupazioni.

Le aziende italiane sembrano beneficiare di una serie di iniziative economiche e di politiche di supporto messe in atto per mitigare gli impatti negativi della crisi energetica e della pandemia. Tuttavia, nonostante questa crescente fiducia, l’incertezza rimane alta, soprattutto in relazione alle previsioni di crescita a medio termine e alle sfide legate alla sostenibilità energetica e digitale. In Europa, il livello di incertezza resta stabile al 52%, suggerendo che, nonostante una certa ripresa, il contesto economico europeo rimane vulnerabile a fattori esterni, come la guerra in Ucraina e le turbolenze nei mercati internazionali delle materie prime.

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L’attenuazione dell’incertezza in Italia rispetto alla media europea potrebbe indicare un miglioramento nella percezione delle opportunità economiche locali, sostenute dalla ripresa dei settori produttivi strategici, come il manifatturiero e il turismo.

L’energia rimane una delle principali preoccupazioni per gli imprenditori a livello globale, con un’attenzione particolare rivolta ai potenziali aumenti dei costi. Globalmente, si osserva una diminuzione del 4% nelle preoccupazioni legate ai costi energetici, con il dato che scende dal 54% al 50%. Questo riflette un lieve miglioramento delle prospettive energetiche, dovuto a un probabile calo della pressione sui mercati internazionali delle materie prime energetiche.

Tuttavia, la situazione è diversa in Europa e Italia, dove l’incertezza sui costi dell’energia continua a crescere. In Europa, le preoccupazioni sono salite al 50%, mentre in Italia si registra un incremento al 53%. Ciò potrebbe essere legato alle fluttuazioni dei prezzi dovute a vincoli geopolitici, crisi energetiche locali o politiche nazionali, che mantengono alta la percezione del rischio per gli imprenditori italiani. Anche per quanto riguarda il costo delle materie prime si riscontrano tendenze divergenti. A livello globale, il dato è calato del 3%, segnalando una leggera riduzione delle pressioni sui mercati. In Europa, invece, la riduzione è stata del 2%, il che dimostra un certo allineamento con il trend globale. In Italia, però, i timori legati all’aumento dei costi delle materie prime sono aumentati dell’1%, probabilmente a causa di particolari condizioni di mercato o di difficoltà nella supply chain nazionale.

Queste tendenze indicano che, mentre il contesto globale vede un certo miglioramento nei costi energetici e delle materie prime, l’Italia e l’Europa rimangono in una situazione di vulnerabilità, probabilmente influenzata da dinamiche economiche regionali più complesse o da dipendenze strategiche da fonti di energia esterne.

Le imprese, tuttavia, continuano a investire in innovazione e sviluppo. A livello globale, il 61% delle aziende prevede di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo nei prossimi mesi, seguite dall’Italia con il 59% e dall’Europa con il 50%. Questi dati evidenziano come l’innovazione tecnologica rimanga una priorità strategica per molte imprese, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi.

La disponibilità di lavoratori qualificati continua a rappresentare una delle maggiori sfide per le aziende. A livello globale, il 47% delle imprese segnala difficoltà nel reperire talenti con le giuste competenze, un miglioramento rispetto al 50% registrato nel trimestre precedente. In Italia, il dato è passato dal 50% al 48%, mentre in Europa rimane stabile al 45%.

Nonostante le numerose sfide, come l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, le imprese del mid-market stanno dimostrando una crescente resilienza. La fiducia nella ripresa economica globale, supportata da investimenti in ricerca e sviluppo, rappresenta un segnale di ottimismo per il futuro del settore imprenditoriale.

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