L’ultimo numero di CREAFuturo, cogliendo l’occasione del G7 agricolo di Siracusa, è dedicato alle soluzioni che la Ricerca CREA sta studiando per incidere sul cambiamento del sistema agroalimentare e forestale, a 360 gradi, per rispondere alle sfide del cambiamento climatico, dell’aumento demografico, della tutela delle risorse naturali e dell’accesso ad un cibo sano e di qualità per tutti.
Oggi siamo in cerca di soluzioni che ci permettano di riprendere le redini del nostro futuro. Per fare ciò servono idee coraggiose, serve soprattutto innovazione che, come scrive il presidente CREA Andrea Rocchi, “significa ripensare profondamente il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo”. E, tanto per rimanere sul cibo, la stessa dieta mediterranea, il modello per eccellenza della sana alimentazione italiana, è oggetto di ridisegno da parte dei nostri ricercatori, in chiave di qualità, sostenibilità e longevità.
Certamente un contributo importantissimo alla partita lo danno tecnologia e genetica. Iniziamo con la tecnologia: si stenta davvero a credere quante cose si possano fare grazie al digitale in campo, (ma anche nel vigneto e in serra) e perfino nella stalla… per non parlare delle gamma di possibilità allo studio sul fronte energetico. Anche la genetica – sia quella classica sia con le TEA – non è da meno: infatti, sfruttando la straordinaria ricchezza della biodiversità – in particolare di quella custodita dalle preziose collezioni CREA, si sta già lavorando oggi sulle piante di domani, più resilienti e produttive.
Il nostro Paese è leader per le colture ortoflorovivaistiche in ambiente mediterraneo. Una eccellenza che va mantenuta, valorizzando la biodiversità e la qualità dei prodotti e puntando alla sostenibilità. Ecco su cosa è impegnato il Centro.
L’agricoltura in ambiente mediterraneo si caratterizza per la coltivazione di specie orticole e florovivaistiche di indiscutibile valore qualitativo ed elevata produttività con contenuti input energetici. Nondimeno, l’Italia è il terzo paese nel Mediterraneo per superfici in colture protette, il maggiore produttore ed esportatore mondiale di alcuni prodotti tipici come carciofo, finocchio e rucola, oltre a primeggiare in Europa per le produzioni vivaistiche per il verde urbano e ornamentali in genere. Le nuove sfide dei cambiamenti climatici e l’insorgenza di nuove pressioni biotiche e abiotiche in clima mediterraneo, insieme alle nuove abitudini alimentari e all’esigenza di produzioni sempre più sostenibili, pongono oggi l’orticoltura e florovivaismo davanti a scelte obbligate, che costituiscono una criticità e opportunità al contempo. In tale contesto opera il Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo (CREA-OF), svolgendo attività di ricerca incentrate sia sulla valorizzazione delle risorse genetiche sia sullo sviluppo e implementazione di efficienti tecniche e tecnologie di gestione agronomica. L’obiettivo è ottenere colture resilienti ai cambiamenti climatici e agli stress, gestite in modo da massimizzare l’efficienza di uso degli input, preservando al contempo la qualità, la produttività e le risorse genetiche orticole e florovivaistiche mediterranee.
Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo – L’identikit
- Mission: Svolge ricerche con approcci integrati e multidisciplinari per il miglioramento genetico, la valorizzazione della biodiversità, l’innovazione agronomica e la difesa ecocompatibile di specie coltivate in pieno campo e sotto serra, orticole, aromatiche, floricole – ornamentali, per l’arredo urbano e delle produzioni vivaistiche.
- Sedi: Pontecagnano- Faiano (SA), Monsampolo del Tronto (AP), Pescia (PT), Sanremo (IM)
- Personale in servizio: 85 personale permanente di cui 35 di ricerca,
- Progetti attivi: 31 attivi (7 Internazionali, 5 Nazionali, 16 Regionali/Locali, 3 Enti Privati)
- Segni particolari:
- Laboratorio di micropropagazione e coltura di specie orticole e florovivaistiche.
- Sistema agro-ecologico certificato in biologico per ricerche scientifiche ed applicative su orticole di pieno campo: dispositivo di lungo periodo Monsampolo Organic VEgetable-Long Term Experiment (MOVE-LTE).
- Laboratorio di analisi fitopatologiche, molecolari e microbiologiche.
- Piattaforma Phenospex: tecnologie agromotiche e sensoristiche a supporto della tecnica agronomica e il miglioramento genetico.
- Examination office del CPVO per prove DUS su Anemone spp. e Ranunculus spp. (unico in Italia per specie floricole).
- Mantenimento della Banca del Germoplasma delle regioni Marche e Campania.
- Conservazione, caratterizzazione e valorizzazione di numerose collezioni di specie orticole, ornamentali e aromatiche/officinali.
- Sviluppo di modelli previsionali per supportare la gestione sostenibile della fertirrigazione e della difesa in ambiente protetto.
- Sviluppo di protocolli colturali e profili nutrizionali per le filiere minori dei fiori eduli, micro-ortaggi e specie alimurgiche.
Per saperne di più: https://www.crea.gov.it/web/orticoltura-e-florovivaismo
Progetto BIOTECH “Biotecnologie sostenibili per l’agricoltura italiana”, finanziato dal MASAF. Sono stati prodotti pomodoro per la lotta all’orobanche e con parametri tecnico-commerciali (°Brix) migliorati e basilico per la lotta sostenibile alla peronospora. | |
iGUESS-MED – Innovative Greenhouse Support System in the Mediterranean Region: efficient fertigation and pest management through IoT based climate control. Progetto internazionale (finanziato da PRIMA), un software integrato (sistema di supporto alle decisioni) dedicato al pomodoro in suolo e fuori suolo nelle serre mediterranee per una migliore gestione della fertirrigazione nelle aree con acque di bassa qualità (salina), minore uso di sostanze chimiche per la difesa delle piante. | |
Progetto POFACS, finanziato dal MUR – Conservabilità, qualità e sicurezza dei Prodotti OrtoFrutticoli ad Alto Contenuto di Servizio. Per saperne di più: https://www.pofacs.it/ | |
PLANTìA – From plant wastes to compost tea and microbial consortia. A natural pathway for biostimulation and biocontrol of key pathogens in grapevine and legumes and for restoring soil fertility. Progetto nazionale finanziato da AGER, è finalizzato alla trasformazione di rifiuti vegetali selezionati per ottenere un formulato a base di tè di compost arricchito con microrganismi per la fertilità del suolo e la difesa delle piante. Filiere interessate: vite, cece e pisello. |
I settori agricoli dell’orticoltura e florovivaismo vantano una grande biodiversità, contraddistinti da un processo di innovazione varietale rapido ed inarrestabile. Proprio dal mantenimento di tale biodiversità parte la nostra ricerca. Nei programmi di mantenimento delle risorse genetiche (es., RGV-FAO e Banche del Germoplasma delle Regioni Campania e Marche) il CREA svolge attività strategiche di recupero, conservazione e valorizzazione nei riguardi di specie appartenenti alle famiglie delle Solanaceae, Brassicaceae, Asteraceae, Leguminosae e Cucurbitaceae, oltre a numerose specie aromatiche-ornamentali e floricole, tra cui rosmarino, elicriso, passiflora, salvia, calla, orchidee terrestri, ortensia, cactus e altre succulente (Figura 1).
Il processo di mantenimento è complesso ed implica il continuo rinnovo delle collezioni, il ripopolamento (propagazione in vivo e in vitro), lo scambio di pratiche e conoscenze con agricoltori/cittadini custodi. Inoltre, vengono implementate tecniche diagnostiche per il monitoraggio fitosanitario del germoplasma in moltiplicazione, messe a punto tecniche di risanamento da virus e identificate tecniche di coltivazione di specie autoctone per la valorizzazione di accessioni di interesse locale e per le filiere minori come i fiori eduli, i micro-ortaggi e la coltura di specie alimurgiche. Il materiale viene, inoltre, caratterizzato dal punto di vista morfologico, metabolico e biomolecolare a seconda delle necessità e inserito in successivi programmi di miglioramento genetico. Per studi di fenotipizzazione digitale, il Centro si è recentemente dotato di una piattaforma Phenospex® (Figura 2).
Il materiale genetico viene migliorato attraverso breeding tradizionale e partecipativo (es., in collaborazione con multinazionali sementiere), ma anche con approcci biotecnologici. Nel progetto BIOTECH, le tecnologie di evoluzione assistita (TEA) sono state usate per la costituzione di piante di pomodoro e basilico in grado di contrastare rispettivamente le infestazioni da orobanche e da peronospora (Figura 3).
Questo è un primo esempio di come la genetica aiuti a rispondere meglio agli stress biotici, limitando così l’uso di fitofarmaci e, allo stesso tempo, contribuendo a contrastare gli effetti indiretti dei cambiamenti climatici: l’aumento di alcune emergenti malattie fungine in serra, ad esempio, è legato all’andamento delle temperature, non di facile gestione in serre low-tech come quelle mediterranee. Questi studi trovano continuità in progetti internazionali come H2020-BRESOV e nazionali come AGRITECH-Spoke1. Avere delle specie orticole e floricole con sviluppate difese contro patogeni significa poter abbattere l’uso di fitofarmaci e prodotti disinfestanti, oltre a risparmiare energia per modificare il clima in serra. Allo stesso modo, si possono ottenere piante più tolleranti alla siccità e salinità o con maggiore efficienza di uso dei nutrienti, o con migliorate caratteristiche tecniche-commerciali e qualitative, come nel caso del pomodoro ad elevato contenuto di solidi solubili (°Brix) risultato in questi progetti.
Le stesse problematiche vengono affrontate anche attraverso lo studio di una corretta gestione agronomica, applicando tecnologie moderne tipiche dell’agricoltura di precisione. La sempre minore disponibilità di acqua di irrigazione di buona qualità è una delle sfide del prossimo futuro nei paesi del Mediterraneo. In coltura protetta viene drasticamente ridotto l’utilizzo di acqua, rispetto al pieno campo, grazie ad un aumento di efficienza di uso e diminuzione degli sprechi, soprattutto nelle colture fuori suolo, ma l’aumento della salinità nelle acque irrigue deve essere gestito adeguatamente, perché può essere un fattore limitante. Nel progetto PRIMA iGUESS-MED, il Centro coordina nove partner dei principali paesi produttori di pomodoro in serra nel Mediterraneo, per ottimizzare l’uso dell’acqua irrigua, anche salina, i fertilizzanti e gli interventi fitosanitari attraverso lo sviluppo di un software di simulazione e gestione della coltura in serra su suolo e fuori suolo.
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