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Approvato il ddl montagna. Dopo trent’anni i territori montani tornano al centro dell’agenda politica #finsubito prestito immediato


È stato approvato al Senato il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane. Il testo, che ha ottenuto 77 voti e che passerà all’esame della Camera per l’approvazione definitiva è composto da 29 articoli che riformano la disciplina sulle comunità montane, fissando i criteri per la classificazione dei comuni montani, anche in base ai parametri altimetrico e della pendenza. Quindi, si dà una delega al governo a riordinare, integrare e coordinare la normativa vigente in materia di agevolazioni anche di natura fiscale in favore dei comuni montani. Si tratta di oltre 200 milioni del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane. 

“Dopo trent’anni la montagna torna al centro dell’agenda politica. L’ultima legge risale infatti al 1994. Oggi è dunque un passaggio storico reso possibile dall’azione del governo Meloni”, ha spiegato la senatrice Ambrogio durante il suo intervento in Aula. “Quello della montagna non può essere considerato un tema residuale, ma un tassello imprescindibile, poiché il 49% del territorio italiano è classificato come montano, su 8 mila Comuni italiani, oltre 4 mila sono montani o parzialmente montani, e lì vive circa il 12% della popolazione nazionale. Le comunità che vivono in montagna sono in grado di cavarsela da sole, chiedono soltanto di essere messe nelle condizioni di competere con altre aree. E questa non è elemosina, ma ridistribuzione, tenendo conto che la montagna ha messo a disposizione risorse che non le sono mai state completamente riconosciute: penso ad esempio all’energia idroelettrica”. 

“Votiamo finalmente una legge concreta che oltre alla strategia mette risorse. 200 milioni di euro, e grazie ad un mio ordine del giorno abbiamo chiesto al Governo di valutare la possibilità di elevare nei prossimi anni questa quota a 300 milioni di euro; 200 milioni di euro in più di quelli che nella scorsa legislatura usavano toni trionfalistici per ‘vendere’ ai territori un provvedimento senza risorse e con zero azioni concrete”. Prosegue il senatore bellunese Luca De Carlo nel corso della sua dichiarazione di voto in Aula.

“La montagna non può essere considerata il luna park della pianura: il turismo è fondamentale, ma dobbiamo cancellare la sindrome di Heidi di chi pontifica dai divani della pianura. I monti non sorridono sempre, quando i volontari del soccorso alpino – a cui chiedo un applauso di tutta l’aula – vanno a recuperare escursionisti in infradito; le caprette non fanno ciao, se gli agricoltori abbandonano la montagna. I montanari, perché è questo che siamo ed è questo che con orgoglio rivendico di essere, garantiscono anche la sicurezza idrogeologica: non c’è pianura sicura senza montagna sicura”. 

Nella norma anche la Strategia nazionale per la montagna italiana, l’istituzione di un ‘Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane’ e azioni per agevolare il ripopolamento 

Nel Ddl si parla, tra le altre cose, anche della “Strategia nazionale per la montagna italiana” (SMI), che avrà un orizzonte temporale di 3 anni, attraverso la quale verranno attuate le politiche di sviluppo delle aree montane e dovrà essere definita dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, sentiti i Ministri interessati, previa intesa in sede di Conferenza Unificata. Si prevedono anche l’istituzione di un ‘Fondo per lo sviluppo delle
montagne italiane” a decorrere dal 2025 e si attribuisce al ‘Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie’ della Presidenza del Consiglio il monitoraggio su attuazione e impatto della ‘Strategia per la montagna italiana’ e sul funzionamento del ‘Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane’.

Inoltre, per agevolare il ripopolamento dei territori, da decenni ormai coinvolti nel triste fenomeno dello spopolamento, si riconoscono “le professioni della montagna” quali presìdi per conservare e valorizzare il patrimonio materiale e immateriale delle zone montane e si prevedono contributi e vantaggi fiscali
per imprese o cooperative i cui titolari non abbiano compiuto i 41 anni. Analoghe agevolazioni anche per chi svolge, sempre nelle zone montane e lavoro agile. 

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‘Un primo passo concreto e importante’ , come lo definisce il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, che va in direzione dell’ ambizioso obiettivo di  avvicinare le politiche della Montagna ai bisogni di chi la abita e la mantiene viva.