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Cosa frena l’imprenditoria femminile in Italia e come superare gli ostacoli #finsubito prestito immediato




Ultim’ora news 1 novembre ore 8


In Italia sono ancora troppo poche le donne che decidono di fare impresa. Secondo Unioncamere nel Paese ci sono oltre 4 milioni e 800mila imprese, ma solo il 22,3% di queste sono a conduzione femminile. «Un dato che, sebbene sia cresciuto rispetto a un recente passato, è ancora ben lontano da quel 32% della media europea», sottolinea Giancarlo Barbarisi, esperto in tecniche di finanziamento per le imprese. «Quando si parla di imprenditoria femminile, oltretutto», prosegue Barbarisi, «la prima cosa da fare sarebbe parlare di Pari Opportunità che è, fra le altre cose, uno degli obiettivi prioritari dell’Unione Europea».

I fondi ci sono ma poche donne lo sanno

Proprio per questo motivo, sia il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sia l’Agenda Europea 2021-2027, riservano ingenti fondi alle donne che hanno già avviato un’attività imprenditoriale, e vogliono espanderla, e alle donne che vogliono avviare la loro prima attività partendo da zero. È anche vero che quando si parla di startup, i numeri migliorano leggermente. Per Procter & Gamble, infatti, i dati sono incoraggianti: tra il settembre 2022 e la fine del 2023, sono state registrate in Italia oltre 2.000 startup a conduzione femminile, il 40% in più rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo del 2019. Secondo un altro studio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le Startup nostrane a prevalenza femminile sono il 13,7% del totale.

Cosa frena l’ingresso delle donne nel mondo dell’imprenditoria

Ma quali sono i principali ostacoli frenano le iniziative imprenditoriali rosa? «Esistono una serie di fattori che frenano l’ingresso delle donne nel mondo dell’imprenditoria», spiega Barbarisi. «Una delle principali è la difficoltà di accesso al credito. In tal senso, infatti, le donne sono più spesso costrette a finanziare le loro attività attraverso risorse proprie o con i finanziamenti tradizionali, ossia quelli del circuito bancario. Questo accade perché, spesso, le donne imprenditrici sono ancora vittime di stereotipi di genere e pregiudizi che limitano il loro accesso a mercati e opportunità. Poi, occorre considerare che le donne hanno più difficoltà a conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari. Infine, ma non meno rilevante, è opportuno menzionare la mancanza di formazione specifica e la mancata conoscenza delle opportunità di finanziamento offerte dall’Europa».

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Eppure le opportunità ci sarebbero. L’Europa offre un ampio ventaglio di opportunità e supporta le imprenditrici attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e di ‘finanziamenti a tasso agevolato. Nel primo caso, prosegue Barbarisi, si tratta di soldi che vengono letteralmente regalati alle donne che fanno impresa o che vogliono iniziare a farla. Nel secondo, di finanziamenti che vengono concessi a tasso di interesse agevolato, di solito pari allo zero per cento. In ognuno dei due casi, esistono delle condizioni per poter ottenere questi finanziamenti. Queste agevolazioni finanziarie, infatti, vengono erogate sia a livello nazionale sia a livello regionale attraverso appositi bandi.

A tale proposito, giova ricordare la cosa più importante, che pochissime donne conoscono: «essere donna è considerato titolo preferenziale in tutti i bandi di finanziamento per le imprese», osserva Barbarisi, chiedendosi, allora, perché questi fondi non vengono adeguatamente sfruttai dalle imprenditrici o dalle aspiranti imprenditrici. «Il motivo è tanto semplice quanto sconcertante si tratta di ignoranza», ammette. «La stragrande maggioranza delle donne, infatti, ignora letteralmente l’esistenza di questi fondi e quelle poche donne che li conoscono, non sanno cosa bisogna fare per partecipare ai bandi e per ottenere questi finanziamenti. Diciamo che, in materia, regna l’oscurità più assoluta». Ecco perché è quanto mai necessario e urgente affiancare e accompagnare le donne nei loro percorsi di formazione specifica e nelle loro decisioni di finanziamento. «Proprio per questo, da anni, mi batto per far conoscere queste straordinarie opportunità al più alto numero di donne possibile. Donna-Lab, ad esempio, è un evento organizzato ogni anno e al quale hanno già partecipato centinaia di donne che sono riuscite a espandere la loro impresa già avviata o hanno dato vita alla loro prima attività. Il prossimo appuntamento è fissato a Roma il 15 novembre 2024. Un evento rigorosamente gratuito perché spero che partecipi il più alto numero di donne possibili», conclude l’esperto in finanza per le imprese. (riproduzione riservata)



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