Edi Cicchi candidata alle regionali dell’Umbria, ecco i motivi
Edi Cicchi candidata alle regionali dell’Umbria, pubblichiamo un’intervista effettuata da Noi Moderati civici per l’Umbria
Cosa l’ha spinta a candidarsi per le elezioni regionali del 17 e 18 Novembre 2024?
Molti sapranno, ho dedicato gran parte della mia vita al servizio della nostra comunità e alla promozione del benessere delle famiglie, dei giovani e degli anziani.
Sono nata a Perugia nel 1960 e sposata da 42 anni con Flavio Verzini, sono madre di Don Francesco ed Elisa, e la mia esperienza familiare mi ha insegnato l’importanza del sostegno reciproco e della solidarietà. Da oltre 25 anni sono attiva nella mia parrocchia, dove sono stata catechista e ancora oggi ministro straordinario.
Nel corso della mia carriera professionale, ho lavorato nel settore sociale, dedicandomi in particolare agli anziani e alle politiche familiari e come imprenditrice, ho aperto un centro diurno per anziani, due comunità per minori, due centri diurni per persone con disabilità e una residenza per anziani oltre ad altri servizi per le fragilità. Servizi concreti che danno tuttora risposte alle famiglie con anziani, minori, persone con disabilità.
Questo mi fa pensare che la mia esperienza, di imprenditrice sociale può essere messa al servizio della comunità capitalizzando le competenze e promuovendo cultura la cultura del welfare.
Una candidatura che arriva dopo dieci anni da Assessore al sociale nel Comune di Perugia. Perché ha scelto di rimettersi in gioco?
Dal 2014 ho avuto l’onore di ricoprire l’incarico di assessore per 10 anni nel Comune di Perugia, dove ho lavorato per rispondere ai bisogni delle persone più fragili e per costruire reti di supporto nella nostra città, contribuendo a rendere Perugia Città del Sollievo per le cure palliative e terapia del dolore.
Ho sempre creduto che la famiglia sia il perno della nostra società e non ho mai voluto che questo tema fondamentale possa essere sviluppato in termini ideologici. Per questo motivo, ho lavorato per sviluppare politiche che sostengano le famiglie ottenendo la certificazione di Comune Family Friendly (vedi modello trentino) e oggi l’Umbria ha una legge che tutela la famiglia e promuove l’inclusione sociale. Ho lavorato valorizzando le reti di aiuto (CAV, Case Rifugio…) per le donne vittime di violenza e ho avviato il primo progetto di CoHousing Intergenerazionale, dove giovani, anziani e famiglie vivono in un contesto di comunità attraverso un patto di reciprocità. Ho fortemente promosso una diversa cultura della disabilità attivando progetti personalizzati per la vita indipendente. Ho stimolato la regione su questa tematica che da sempre mi sta a cuore. Molte imprenditrici, ricorderanno, poi, l’istituzione del Premio Impresa Donna della città di Perugia, volto a valorizzare le eccellenze delle nostre aziende al femminile e del made in Italy.
I motivi sono questi: ho fatto cose, ho promosso cultura ma i servizi sono a “macchia di leopardo”. Tutta l’Umbria ha bisogno degli stessi servizi indipendentemente da dove si vive.
Nella sua scelta ha optato per una lista nata da un accordo tra “Noi Moderati”, che si riconosce nei valori del Partito Popolare Europeo, e un’Associazione Civica di cui Lei è tra i fondatori. Come mai ha intrapreso questa strada?
Credo che da soli non ci si salva, che l’Europa debba riprendere il suo ruolo da protagonista nella scena mondiale. La globalizzazione non ci consente di essere “asteroidi” poiché viviamo in un unico pianeta di cui tra l’altro bisogna prenderci cura perché ormai la sua fragilità è evidente agli occhi di tutti. Non può essere un unico stato e sicuramente neanche tutta l’Europa, a prendere decisioni per il nostro futuro, ma si deve poter parlare ad un’unica voce a tutto il mondo. Ma la nostra politica oggi ci pone il paradosso che alcuni partiti del nostro stesso stato chiedono procedure di infrazione: ma lo si ritiene possibile? Allora io credo che la scelta di noi moderati ed in particolare l’associazione civica, mi possa consentire di rimanere fedele ai miei ideali e valori. La potrei tradurre così: “sono una cristiana, sono un’italiana, sono europea”. Penso dunque che Noi moderati e civici possa essere una cerniera, un partito che si pone al centro, un partito che unisce piuttosto che dividere. Oggi c’è un bisogno estremo del dialogo poiché la politica è ormai polarizzata e molti elettori sono stanchi di vedere posizioni estreme che si annullano a vicenda. Senza il dialogo è difficile la costruzione di politiche serie basate sulle esigenze concrete dei cittadini.
E’ a loro, a quel popolo che si astiene a cui vogliamo parlare e chiedere fiducia. Il centro ha bisogno di loro.
Si è sempre occupata di Sociale, ritiene che questa Giunta abbia ben operato in questo settore?
Alcuni temi a cui ho accennato in precedenza in particolare famiglia e disabilità hanno avuto un percorso importante, un legge sulla prima e un percorso addirittura nazionale sulla seconda con i progetti di vita indipendente partecipati personalizzati e globali. Oggi la nostra regione è stata protagonista del G7 sulla disabilità con la Carta di Solfagnano. Ma tutto ciò importante e pone le basi per ulteriori sviluppi.
Perché gli elettori umbri dovrebbero dare fiducia alla Presidente uscente Tesei per un nuovo mandato e non votare la Proietti?
Perché la presidente 2 anni e mezzo (i primi due covid) è stata in grado di far ripartire l’economia della nostra regione attraverso la realizzazione di infrastrutture, compresa la FCU, strategica per tante persone che si muovono dalla parte nord della regione, ha fatto ripartire l’aeroporto con conseguente crescita del turismo e la creazione di posti di lavoro. Ha sostenuto le imprese intercettando importati risorse dal PNRR, ha lasciato invariata la pressione fiscale in un momento in cui le famiglie fanno i conti con il caro vita. Non mi sembra poco. Quanto alla sanità sappiamo tutti che va migliorata ma per i miracoli credo che anche lei si debba attrezzare!
Se la Tesei venisse riconfermata e lei eletta cosa farà per l’Umbria e i suoi cittadini e su quali progetti si impegnerà?
Credo di avere l’esperienza per attuare politiche di welfare per la famiglia, che sostengano le donne nel lavoro di cura, oggi c’è una generazione Sandwich i donne che sono madri, figlie, che ancora lavorano, e spesso, oltre ai nipoti, hanno un carico familiare dovuto agli anziani non autosufficienti. Ormai la famiglia è diversa da come l’abbiamo sempre immaginata e oggi c’è bisogno di sempre maggiori servizi ampliandone la rete attraverso la realizzazione di centri diurni e residenze “assistite” ma anche Residenze protette che sono poche e non consentono di dare risposte a tutti. Cosi come le persone con disabilità che devono sicuramente avere garantito il diritto di partecipare attivamente alla vita sociale economica, politica, culturale, sportiva. Ma bisogna pensare alle loro famiglie che stanno invecchiando con servizi che partano dal Durante noi e Non dal Dopo di Noi.
Qui però è necessario sancire un patto con il terzo settore. O si capisce che senza questo mondo non si costruiscono politiche di welfare o non si va lontano perché dovrà essere l’ente pubblico a farsi carico degli investimenti che nel passato la cooperazione ha fatto, se vuole dare risposte ai cittadini. Io provengo dal mondo della cooperazione e tra gli anni 2000 e 2010 sono stati fatti una serie di investimenti (per legge non si ripartiscono gli utili) in servizi che accolgono anziani nelle strutture protette, persone con disabilità nei centri diurni, bambini nei nidi, o nelle comunità quando è necessario l’allontanamento. Se non si ridà ossigeno a questa forma di impresa attraverso risorse ma anche attraverso percorsi di coprogrammazione e corogettazione, non sapremo più come dare risposte ai cittadini.
Voglio promuovere investimenti nel welfare aziendale. È essenziale lavorare affinché i giovani possano tornare a “mettere su famiglia“, offrendo opportunità di lavoro con una retribuzione congrua e che possano essere supportati per costruirsi un futuro dignitoso nella regione che li ha visti crescere.
Intendo contribuire a rivitalizzare i borghi storici, creando un patto intergenerazionale che incoraggi la presenza di giovani famiglie, sul modello del CoHousing “Le Corti Perugine”: questo include garantire servizi per i figli (nidi, doposcuola, spazi ricreativi) e migliorare i trasporti, affinché tutti possano sentirsi parte di una comunità viva e sostenibile.
Potrei continuare su tante altre tematiche, Comunità Energetiche, agricoltura sociale, inserimento lavorativo dei fragili. Si parte dalla Persona. Per Lei tutto ciò che sarò in grado di fare lo metto al servizio. Basta solo che i cittadini mi diano fiducia.
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