Le hanno definite l’oro della Calabria e sono le protagoniste di un nuovo percorso di finanziamento dell’Unione Europea. Stiamo parlando delle start up, al centro della Summer School “Si può fare” andata in scena la scorsa estate a Belvedere Marittimo ma soprattutto di Yes Start Up Calabria, un modello virtuoso che scommette sull’autoimprenditorialità.
Un progetto che ha coinvolto fino a questo momento oltre 3 mila persone provenienti da tutta la regione, a cui sono state erogate 200 mila ore di formazione e che ha raggiunto l’obiettivo delle 1000 idee di impresa finanziate e avviate, guardando soprattutto al mondo dei giovani. Un risultato che è stato possibile, come si legge in questo articolo, grazie alla collaborazione tra Regione Calabria, Ente Nazionale per il Microcredito e diversi altri partner. Tutti impegnati verso la promozione di un settore che genera profitti, posti di lavoro e giro d’affari.
E che, soprattutto, attira investitori. Investire in startup può infatti generare notevoli rendimenti e contribuisce a stimolare l’innovazione, soprattutto nelle aree dove l’economia cerca di rilanciarsi, come la nostra regione. Queste giovani imprese offrono soluzioni innovative in settori tradizionali e digitali, dal turismo alla tecnologia verde, attirando fondi pubblici e privati, che puntano non solo su un potenziale ritorno economico, ma anche sulla capacità di creare un impatto positivo sul territorio. Tra gli altri strumenti per investimenti ad alto rendimento troviamo gli ETF, fondi indicizzati che replicano indici di mercato, oppure le criptovalute, asset digitali con grande volatilità ma anche con grande potenziale. In ascesa le quotazioni delle energie rinnovabili, del trading online e delle obbligazioni high-yield.
Investimenti, sia pubblici che privati. È questo quello che serve all’economia per ripartire. E il caso delle start up lo dimostra bene, come ha spiegato Antonello Rispoli, Project Manager di Yes Start Up Calabria: “Su questo aspetto, anche rispetto a strumenti finanziari attuali che privilegiano a nostro avviso un approccio di ritorno al passato prevedendo il 100% di fondo perduto, la Calabria ha fatto capire di preferire un’altra strada ed un altro approccio: non si fa impresa solo a fondo perduto”. Delle nuove 1000 imprese, infatti, ben 320 di esse non hanno ricevuto fondi a fondo perduto, ma tutto a debito. Un meccanismo che spinge questi giovani imprenditori a impegnarsi nuovamente e in maniera sempre più forte sul mercato. Un mercato messo di nuovo in circolo dalle idee. Le stesse idee che creano le startup.
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