“Sistema ferroviario: il disastro Fontana”. Così la segreteria provinciale di Rifondazione Comunista in merito alle problematiche del trasporto ferroviario in valle
Viaggiare in treno? Un’avventura
“Da mesi ormai – si legge nel comunicato di Rifondazione – viaggiare sulla tratta Tirano-Chiavenna-Milano è diventata un’avventura non certo entusiasmante per migliaia di valtellinesi. Ritardi enormi, carenze di informazioni, servizi sostitutivi spesso assenti hanno reso il viaggio un’ esperienza tragicomica per tutti coloro che per motivi di lavoro, studio o semplice scelta di un mezzo alternativo al trasporto su gomma si sono trovati a dover utilizzare la rete ferroviaria locale; i malcapitati hanno subito ogni sorta di angheria e disservizio causa cattiva gestione e completa assenza della politica sia locale che regionale. Il primo grande scossone al servizio ferroviario locale arrivò con la direttiva europea del 1990, non a caso ignorata da Germania e Francia, la quale imponeva un insensato spezzatino organizzativo che ha portato, a cascata, ad una interminabile serie di inefficienze produttive. Criticità per individuare le quali, o almeno quelle più impattanti sulla qualità del servizio, non occorre essere degli esperti di trasporto su rotaia. Sulla linea Tirano-Chiavenna-Lecco ci sono ancora oltre una cinquantina di passaggi a livello che andrebbero drasticamente ridotti; si è invece preferito dirottare una decina di milioni di euro per l’implementazione del PAIPL, sistema costoso che a parole dovrebbe incrementare i livelli di sicurezza ma che invece aumenta solamente i ritardi. Da alcuni anni i lavori di manutenzione delle linee, un tempo svolti di notte o negli intervalli liberi da treni, hanno comportato lunghe chiusure delle tratte con relativi esborsi di milioni di euro per il pagamento dei pullman sostitutivi: pullman che hanno inopinatamente sostituito la prima ed ultima corsa Sondrio-Lecco e la prima e l’ultima Chiavenna-Colico. Il materiale rotabile utilizzato da Trenord è ancora troppo spesso obsoleto ed anche le carrozze nuove sono spesso inadeguate: si vedano ad es. i nuovi CORADIA con i servizi igienici di frequente intasati che impongono incredibilmente fermate straordinarie. Altro punto dolente è la cattiva gestione dei sempre più frequenti suicidi/investimenti; la lunga attesa del nulla osta alla riattivazione della linea da parte dell’autorità giudiziaria fa in genere raddoppiare i fisiologici tempi di interruzione. È paradossale come nonostante la grande innovazione tecnologica i tempi di percorrenza negli ultimi cinquant’anni non si siano così drasticamente ridotti, soprattutto a causa di bizantinismi burocratico/formali che inficiano tali miglioramenti. Anzi, taluni investimenti tecnologici spesso invece che migliorare tempistica e qualità del servizio lo peggiorano: si veda la recente introduzione dei “blocchi per distanziamento” la cui affidabilità lascia alquanto a desiderare ed al cui malfunzionamento sono imputabili molti ritardi. Scelte aziendali spesso prive di logica e irrazionali, contrarie ad ogni buon senso ed apparentemente dettate dall’unico obiettivo di far funzionare male un essenziale servizio di vitale importanza per migliaia di cittadini. Si aggiunga il totale disinteresse dimostrato negli anni dalla giunta regionale e dagli enti locali a trazione Lega-FdI completamente assorbiti dal pozzo senza fondo delle prossime Olimpiadi invernali; per il treno valtellinese la coincidenza sembra persa, da tempo”.
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