Minireattore di quarta generazione al servizio di un impianto, insieme al fotovoltaico: l’azienda veneta ci pensa: «L’idea è arrivare a produrre un acciaio completamente green». Il ministro: «Si può fare anche qui»
Il nucleare torna prepotentemente d’attualità. E il Veneto potrebbe giocare una parte importante, da avamposto futuribile, in questo nuovo scenario energetico, con una delle sue imprese maggiori: le Acciaierie Beltrame di Vicenza. Tutto nasce dalle dichiarazioni delle scorse settimane sugli «Smr», «small modular reactors», piccoli reattori nucleari citati a più riprese da Adolfo Urso. Il ministro delle Imprese e Made in Italy (Mimit), anche nei giorni scorsi, ha precisato che l’ipotesi di una centrale nucleare a Porto Marghera non è sul tavolo e che il riferimento è sempre stato proprio agli Smr.
I mini reattori e il Veneto
Si tratta di una tecnologia arrivata alla fase di prototipazione per l’uso industriale su cui avrebbero già messo gli occhi colossi come Google e Amazon. Perché, nella categoria «industrie energivore», oltre alla siderurgia, alla produzione di carta e a quella di vetro, è già entrata a pieno titolo anche la gestione dei big data. A patto, naturalmente, di fare una legge per tornare al nucleare. «Gli Smr sono impianti di piccola dimensione – il cui reattore ha la grandezza di un container – modulari e componibili, tecnicamente sicuri, progettati per essere realizzati su base industriale – ha spiegato Urso di recente – e poi collocati laddove le imprese lo richiedano». In un passaggio della sua lettera ai giornali, il ministro dice: «Anche un’azienda veneta mi risulta abbia avviato il processo per alimentare una sua attività produttiva attraverso questa tecnologia in un Paese UE».
Le Acciaierie Beltrame
Di quale azienda si tratta? Il mistero è presto risolto spulciando le comunicazioni del Mimit perché proprio Urso, a maggio 2023, nel corso di un incontro in Romania focalizzato sul contratto tra Ansaldo Nucleare e Snc Lavalin per l’«estensione della vita operativa» dell’Unità 1 dell’impianto nucleare di Cernavoda, in Romania, appunto, citava così le Acciaierie Beltrame: «L’incontro si è successivamente focalizzato sull’impegno che un’altra eccellenza italiana presente in Romania, il Gruppo Beltrame, sta mettendo in campo per la realizzazione di acciaio green. Il Gruppo sta infatti realizzando uno stabilimento siderurgico che sarà alimentato attraverso Smr di terza generazione plus e un parco fotovoltaico, che permetteranno la riduzione delle emissioni in fase di produzione e ricadute positive sui costi di realizzazione dell’acciaio». Un anno dopo, Barbara Beltrame, vice presidente del gruppo industriale, guarda con speranza al pressing di Urso per sdoganare questa tecnologia. Anche perché il progetto degli Smr per l’acciaieria green in Romania per il momento è in stand-by, investimenti inclusi. «L’idea è arrivare alla produzione di un acciaio completamente green. Purtroppo le condizioni economiche in Italia come in Romania, per ora ci hanno costretto a rallentare sugli Smr che per noi andrebbero benissimo. Parliamo di una tecnologia che sarebbe molto utile per tutte le aziende energivore. Chiariamoci, non sono le vecchie centrali nucleari bensì mini impianti che godono di tecnologie avanzate rispetto a quelle di 50 anni fa. Questo ci consentirebbe un’indipendenza economica».
Nucleare e rinnovabili: due motori
Nel caso del progetto in Romania, non è solo questione di nucleare, l’idea è di utilizzare il più possibile energia derivata da fonti rinnovabili «e teniamo conto che le acciaierie lavorano già a 360 gradi sulla sostenibilità visto che noi partiamo dal rottame che viene riciclato e lo trasformiamo nuovamente. In Romania vogliamo realizzare tutto a livello green anche se per ora abbiamo dovuto rallentare. Nel frattempo in Italia abbiamo lanciato un nuovo prodotto, Chalibria, un acciaio “carbon neutral” a emissioni molto basse, siamo già sotto la media europea per emissioni di Co2 sia in Italia che nelle altre sedi estere. Usiamo energia che arriva da idroelettrico e fotovoltaico, alle energie rinnovabili crediamo ma non sono sufficienti a coprire l’intero fabbisogno del processo. Per questo stiamo provando e ad avere delle mini centrali nucleari, sarebbe fantastico».
Nuove norme allo studio
Ricapitolando, Urso ha spiegato che «il governo sta lavorando a realizzare un contesto legislativo che consenta di produrre e installare nel nostro Paese impianti nucleari di nuova generazione, cioè gli Smr, e poi di quarta generazione». Una modifica normativa che permetta di sottrarre i mini reattori al veto blindato dei referendum con cui l’Italia ha messo al bando il nucleare da un lato e, dall’altro, per sostenere un player italiano che possa produrre gli Smr su scala industriale, un nome su tutti potrebbe essere proprio Ansaldo col suo ramo nucleare. E Beltrame potrebbe essere fra i primi a utilizzarli.
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