La possibilità di avere un moltiplicatore d’imposta più basso per le aziende rispetto a quello per i cittadini nei comuni ticinesi non avverrà prima di altri cinque anni. Lo ha stabilito oggi (lunedì) il Gran Consiglio seguendo la proposta di moratoria del Governo e bocciando il rapporto di maggioranza che invece chiedeva procedere con l’introduzione già dal prossimo gennaio, come previsto dalla decisione parlamentare del 2019. La moratoria è stata approvata con 47 voti favorevoli, 31 contrari e 4 astenuti.
Ma cos’è il moltiplicatore comunale disgiunto? In sostanza prevede che i comuni abbiano la possibilità di avere due moltiplicatori diversi, uno per le aziende, le cosiddette persone giuridiche, e uno per le persone fisiche, il cittadino. Lo strumento era stato previsto anche perché, a partire dal primo gennaio, il Cantone tasserà meno le aziende a seguito della riforma fiscale (imposta sull’utile dall’8% al 5,5%). I comuni avrebbero così anche la possibilità di poter far pagare meno le aziende rispetto ai cittadini. Il Consiglio di Stato, come scritto, ha però chiesto di aspettare almeno cinque anni prima di introdurre lo strumento. Il timore principale – proveniente soprattutto dai grandi centri, Lugano in primis – è quello di trovarsi confrontati con una sorta di corsa al ribasso del moltiplicatore aziendale coi comuni più piccoli, magari limitrofi. Resta invece data la possibilità di avere un moltiplicatore per le persone giuridiche superiore a quello delle persone fisiche, con un limite di 60 punti in più.
Per quanto riguarda gli schieramenti, gran parte del PLR, con l’UDC e alcuni piccoli partiti hanno sostenuto il “no” alla moratoria, mentre erano a favore della proposta del Governo Centro, Lega, Verdi e Partito Socialista, quest’ultimo contrario di principio al doppio moltiplicatore.
Sulla decisione ha pesato anche un sondaggio fatto dal Consiglio di Stato e da cui è emerso che la maggioranza dei Comuni vorrebbe aspettare prima di introdurre il moltiplicatore differenziato.
Sempre durante la seduta odierna il Gran Consiglio ha pure approvato a larga maggioranza il finanziamento cantonale a USI e SUPSI per il quadriennio 2025-2028, per un totale di 732 milioni di franchi. In aula è stato sottolineato il ruolo importante del polo universitario per la crescita del Ticino, non solo in ambito accademico. Ma è stata anche l’occasione per sollevare una certa preoccupazione in vista dei tagli previsti della Confederazione in questo settore.
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