La domanda debole sia sul fronte interno, sia su quello estero; le incertezze sul fronte economico legate al rallentamento della crescita globale; il persistere delle tensioni geopolitiche. È uno scenario complesso quello in cui si trova a operare il sistema dell’arredo made in Italy, alle prese con una contrazione delle vendite, anche se le prospettive per i prossimi mesi appaiono cautamente ottimistiche. Secondo l’ultimo monitor realizzato dal Centro Studi di FederlegnoArredo, che ha coinvolto un campione rappresentativo di aziende, il macrosistema arredamento ha registrato nei primi sei mesi dell’anno in corso una flessione delle vendite nell’ordine del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, queste ultime in Italia sono diminuite del 3,1%, mentre quelle estere, che pesano la metà del totale, hanno subito una contrazione del 4,2%.
Proprio le esportazioni hanno rappresentato negli ultimi anni il punto di forza del settore, che nel 2023 è arrivato a valere circa 28 miliardi di euro, 15 dei quali realizzati oltre confine (il 53% del totale), con oltre 140 mila addetti e poco più di 20 mila aziende. I Paesi di destinazione hanno visto al primo posto la Francia (oltre 2,4 miliardi di euro, pari al 16,5% dell’export totale), seguita da Stati Uniti con 1,7 miliardi (11,7% del totale) e Germania con 1,3 miliardi e un meno 5,4%. Tra le regioni italiane è stata la Lombardia a guadagnarsi la prima posizione nella filiera dell’arredo, in termini di fatturato, export, numero di imprese e addetti. Il giro d’affari ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro, con oltre 4.600 imprese (54%) e quasi 33 mila addetti. Quanto all’export, quest’ultimo si è attestato lo scorso anno su un valore di 4,3 miliardi di euro (87% del totale).
In ottica prospettica, “nonostante il rallentamento del primo semestre, molte imprese guardano alla seconda metà dell’anno mantenendo un certo, seppur cauto, ottimismo”, sottolinea Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. Nel dettaglio, il macrosistema arredamento dovrebbe registrare un aumento dell’1,4%, con una lieve flessione in Italia (meno 0,4%) compensata da una crescita dell’export (più 3,3%).
Per le aziende si tratterà comunque di continuare a operare in un contesto a elevata volatilità e incertezza. Bankitalia, nell’ultimo bollettino economico trimestrale, parla infatti di una crescita mondiale in rallentamento e sulla quale potrebbero incidere negativamente una serie di fattori. Tra questi, la debolezza dell’economia cinese, il persistere dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e il possibile inasprimento delle tensioni commerciali a livello internazionale che potrebbe ostacolare la ripresa del commercio mondiale. Anche il Fondo monetario internazionale in un recente report ha messo in guardia dai rischi legati all’elevato livello del debito pubblico mondiale (salito al 93% del Pil) e alla frammentazione del mondo in blocchi sempre più contrapposti. Va comunque detto che l’economia globale sembra aver ormai scampato la tanto temuta recessione e anche il trend di disinflazione e di discesa dei tassi dovrebbe giocare a favore nei prossimi mesi, andando a incidere in senso favorevole sulla fiducia dei consumatori.
Sul mercato domestico potrebbe incidere positivamente anche il “pacchetto casa” contenuto nella Legge di bilancio 2025, che proroga per un altro anno il bonus mobili, con un tetto di spesa di 5 mila euro. L’agevolazione per l’acquisto degli arredi riguarda chi ha effettuato lavori nel 2024 o li avvia nel 2025. Nell’ambito del “pacchetto casa” è stato confermato anche il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per la prima casa e solo per il 2025, con una riduzione al 36% negli anni 2026 e 2027. Mentre per le altre abitazioni, già dal prossimo anno, scatterà il ribasso al 36%, con un’ulteriore riduzione al 30% per gli anni 2026 e 2027. Per tutte le abitazioni resta infine fermo il tetto massimo di spesa a 96 mila euro.
Notizie positive sulle intenzioni dei consumatori arrivano infine dall’Osservatorio Compass–Speciale Arredo 2024, secondo cui gli italiani aumenteranno il budget in questo campo nel corso dei prossimi dodici mesi, arrivando in media a 1.594 euro. Gli acquisti dovrebbero riguardare soprattutto i complementi di arredo (24%), anche se una parte rilevante del budget sarà destinata anche agli elementi per le camere da letto. A spingere gli acquisti resta l’importanza che gli italiani attribuiscono alla casa: il 77% vive in un’abitazione di proprietà e due su tre considerano l’attuale dimora una soluzione stabile e a lungo termine. I rivenditori del comparto, si legge nell’Osservatorio, guardano non a caso con fiducia al proprio giro di affari e alla congiuntura economica. Ben il 42% è convinto, infatti, di chiudere l’anno con un incremento delle vendite rispetto al 2023. Inoltre, i rivenditori ritengono che la sostenibilità ambientale sia un parametro sempre più rilevante per le scelte dei consumatori. A questo proposito, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy evidenzia che i temi più sentiti dai consumatori nel settore dell’arredo sono l’utilizzo di materiali riciclabili, come il legno, la riciclabilità dei prodotti e dei loro imballi e i servizi connessi alla sostenibilità, come il ritiro dell’usato e la raccolta di prodotti da smaltire.
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