Il gruppo Volkswagen perde quote di mercato in Cina. Uno dei suoi marchi di lusso, Audi, chiude a Bruxelles. Il risultato operativo è sceso del 42% nel terzo trimestre del 2024 (e del -21% nei primi nove mesi dell’anno). Il futuro non sembra migliore: secondo uno studio commissionato dall’associazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA), la difficile transizione dell’industria automobilistica tedesca verso l’elettrico potrebbe portare alla perdita di 186 mila posti di lavoro entro il 2035.
Audi chiude a Bruxelles
Il gruppo Volkswagen, per la prima volta nei suoi 87 anni di storia in Europa, chiuderà entro febbraio 2025, uno stabilimento, quello a marchio Audi a Bruxelles che impiega ben 3 mila lavoratori per la produzione di veicoli elettrici. In questo sito veniva prodotto in particolare il SUV elettrico Q8 e-tron, entrato in crisi per mancanza di domanda. Audi ha visto scendere il proprio margine operativo dal 9,1% al 4,5% nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Considerando tutti i marchi, le BEV consegnate sul totale sono stabili all’8% del totale delle consegne del gruppo, e quindi in calo del 5% rispetto al 2023.
La Cina cala
La situazione di Volkswagen è aggravata dalle perdite di quote di mercato in Cina, dov’è concentrato il 20% delle vendite del gruppo. Nei primi nove mesi dell’anno è stato il mercato peggiore, con un calo delle consegne di veicoli del 10%, rispetto a -1% in Europa e aumenti per USA e LatAm (America Latina). Anche in Cina il gruppo tedesco soffre sui veicoli elettrici, in quanto non riesce ad essere competitivo rispetto ai produttori locali: i suoi veicoli sono eccessivamente costosi se paragonati a quelli cinesi, tanto che la sua auto elettrica meno costosa ha un prezzo di circa 40 mila euro, circa il doppio di quelle cinesi (di fascia bassa). Non tutto va male: ad esempio in USA il gruppo aumenterà la produzione di ID.Buzz che tuttavia, è un modello di nicchia.
Il business va male
Dopo i risultati trimestrali, che hanno visto nel terzo trimestre del 2024 un calo del risultato operativo del 42% (-21% nei primi nove mesi dell’anno) ed un margine operativo solo del 3,6%, la società ha detto che la ventilata chiusura (ma anche vendita) di ben 3 (su 10) stabilimenti produttivi in Germania è evitabile ma si devono comunque tagliare posti di lavoro. Nei giorni scorsi, la stampa tedesca parlava di ben 15-30 mila lavoratori su 128 mila in Germania, di un taglio del 10% dello stipendio per i lavoratori che rimarranno, e la cancellazione di bonus, indennità e aumenti. In questo modo, i managers pensano di risparmiare 4 miliardi di euro per recuperare profittabilità e raggiungere il target del 6,5% di margine operativo al 2026 per il marchio Volkswagen (molto ambizioso, considerando che negli ultimi 5 anni il massimo toccato è stato nel 2019 con il 4,3% e nel 2024 si prevede il 2%).
La transizione pesa
La difficile transizione dell’industria automobilistica tedesca verso l’elettrico potrebbe portare alla perdita di 186 mila posti di lavoro entro il 2035, secondo uno studio commissionato dall’associazione dell’industria automobilistica tedesca, la VDA. Un quarto di quei posti è già stato tagliato, in realtà. Del resto, i vincoli europei sulle emissioni e sullo stop ai motori termici sono tra i più restrittivi al mondo, mentre la domanda di auto elettriche da parte dei consumatori finali non decolla. Il dibattito è aperto…
Il titolo in Borsa
In Borsa, il titolo ha fatto peggio rispetto al settore auto e anche a molti dei produttori puri di BEV, che sono rimbalzati nei mesi scorsi. Al contrario, le azioni di Volkswagen hanno registrato nuovi minimi a circa 90 euro nel momento in cui scriviamo, ossia a inizio novembre, e quindi sono ben lontane dai massimi del 2024 (150 euro) e dal livello di inizio anno (circa 120 euro).
E voi cosa pensate del rapporto rischi/benefici delle transizione al 2035?
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