Nel “Bel Paese” affossato dal grande “inverno demografico” e dall’azione della pessima classe dirigente, si conferma, leggendo l’ultimo rapporto di Fondazione Migrantes, la perdita di residenti italiani negli ultimi 4 anni. Circa 652mila “fratelli d’Italia”, secondo l’ultimo lavoro di indagine, hanno deciso di lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero, aumentando l’attuale popolazione di residenti italiani all’estero alla poco invidiabile cifra di 6,134 milioni di persone.
Numeri spinti dalla totale inazione verso fenomeni quali lo spopolamento, il diritto alla casa, l’inclusione giovanile, il blocco della crescita degli stipendi e delle pensioni. Mentre, nel contempo, altri Paesi europei crescono e prosperano.
La Sicilia nel 2024, secondo il rapporto di Migrantes, è la regione con la comunità di iscritti all’anagrafe italiana residenti all’estero più numerosa (+826 mila), seguita dalla Lombardia (+641 mila) e dal Veneto (+563 mila). Oltre 2,8 milioni, dei quali 956 dalle isole, sono i cittadini meridionali registrati all’Aire, contro i 2,3 dei “fratelli dell’Italia Settentrionale”. Oltre 966 mila, invece, sono gli iscritti del Centro Italia.
Aumenta, quindi, il fenomeno migratorio ma non quello dei rientri, specialmente tra i giovani italiani. Quelli che l’Italia continua a formare (specialmente nelle facoltà di Medicina e Chirurgia) e spingere fuori dai confini nazionali.
Ai giovani, si legge nel rapporto, non conviene più trasferirsi nuovamente in Italia, sacrificando retribuzioni medie più elevate e prospettive di carriera, specialmente tra la fascia 30-40. Senza contare che le agevolazioni per incentivare ai rientri in Italia dall’estero scoraggiano, paradossalmente, l’ingresso di soggetti giovani e con figli, proprio mentre il Paese è alle prese da anni con sfide quali, appunto, la denatalità e l’inverno demografico.
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