La transizione energetica richiede un approccio graduale. Persino alcuni dei costruttori che dominano il mercato delle elettriche con profitto sembrano rendersene conto. Per questo, come riporta l’agenzia di stampa Reuters, la cinese Nio si prepara a introdurre anche modelli con motori endotermici nel proprio piano industriale.
La questione, in realtà, è circoscritta all’area EMEA: questa novità, in arrivo per il 2026, sarà infatti limitata ai mercati europei, africani e mediorientali, dove c’è interesse per modelli a basse emissioni e, al tempo stesso, capaci di lunghe percorrenze, quindi non necessariamente 100% elettrici. In più, in Europa inizia a farsi sentire anche il problema dei nuovi dazi doganali imposte alle vetture esclusivamente elettriche di provenienza cinese. Per aggirare questo ostacolo, oltre a cercare di avviare produzioni in loco, i costruttori sono al lavoro per variare il menù.
Una spinta verso il range extender
Lo sviluppo dell’ibrido a autonomia estesa, che a quanto pare porterà il marchio Firefly, arriva su “suggerimento” di Abu Dhabi CYVN Holdings, principale investitore di Nio (con oltre 2 miliardi di euro nel solo 2023), che ha sottolineato come questa opzione potrebbe aumentare significativamente le vendite del marchio sulle piazze mediorientali, ancora povere di infrastrutture di ricarica e ricche invece di petrolio, trovando così l’equilibrio ideale.
In Europa i prodotti a zero emissioni di Nio sono gravati da dazi che alzano di oltre il 20% il costo finale, e che resteranno in vigore almeno per i prossimi cinque anni, aggiungendosi a quello preesistente del 10%, una combinazione che annulla la competitività economica dei prodotti cinesi, esattamente l’obiettivo a cui punta l’Ue.
Ma a parte questo, l’operazione avrebbe anche qui un vantaggio sul potenziale delle vendite stesse, specie sull’alto di gamma. Nio seguirebbe indirettamente l ‘esempio di BYD, che ha dapprima puntato a sbarcare in Europa e altri mercati con una gamma 100% elettrica, ma che ha poi aggiustato il tiro affiancando prodotti con motorizzazioni ibride come la Seal U i-DM, dalla tecnologia interessante e “nativa”, che sfrutta il vantaggio della Casa nell’essere produttrice in prima persona di batterie.
Per Nio, come detto, la tecnologia di riferimento continuerebbe comunque a essere elettrica, ma con il supporto di motori generatori di bordo.
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