Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, da anni, deve aggiornare la lista degli enti certificatori di lingue straniere accreditati, ma il processo è attualmente in stallo. Nonostante il MIM abbia emanato un decreto per aggiornare l’elenco, molte domande sono state respinte e il provvedimento sembra bloccato. Una situazione che, come sottolinea Il Manifesto, ha permesso il proliferare del mercato degli attestati linguistici, con i docenti precari che cercano di ottenere punteggi più alti in graduatoria rivolgendosi agli enti certificatori.
Certificazioni linguistiche, il MIM chiamato ad aggiornare l’elenco degli enti certificatori
La lista, attualmente, riconosce circa 20 istituti autorizzati a rilasciare certificazioni. Nel 2022, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha cercato di aggiornare i requisiti per l’accreditamento, ma, come sottolinea Il Manifesto, la confusione generata ha portato alla bocciatura di tutte le domande inviate. A febbraio di quest’anno, un decreto di estensione ha validato la vecchia lista fino al termine dell’anno scolastico appena trascorso, per avere più tempo per valutare le domande ed evitare così possibili ricorsi. Tuttavia, sinora, non ci sono stati progressi e sul sito del MIM permane la vecchia lista.
Il problema principale è che i docenti precari continuano a pagare cifre particolarmente elevate per riuscire a conseguire le certificazioni linguistiche (un C1 può costare fino a 600 euro). Alcuni enti riconosciuti hanno sollevato i loro dubbi sulla qualità della formazione offerta. Il dicastero di Viale Trastevere ha assicurato che l’aggiornamento avverrà a breve ma, per il momento, non c’è nulla di ufficiale. Intanto, migliaia di precari continuano a pagare per certificazioni linguistiche allo scopo di migliorare i loro punteggi in graduatoria.
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