TERAMO . Uno strumento fiscale che guarda oltre i confini italiani, delle cui ricadute positive però possono trarre notevoli benefici i territori locali. È la flat tax al 7% dedicata ai pensionati residenti all’estero da almeno cinque anni, percettori di un reddito da pensione da un soggetto straniero, che vogliono trasferirsi nell’Appennino centrale. Al tema è stato dedicato un convegno promosso dalla School of Government della Luiss Guido Carli e dal Commissario straordinario per il post-sisma del Centro Italia Guido Castelli, in collaborazione con la Fondazione Magna Carta. L’evento si è svolto a Roma e vi hanno preso parte tra gli altri Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, Gaetano Quagliariello della Dean School of Government-Luiss Guido Carli, e Alessandro Canelli, presidente dell’Ifel.
Una misura, la flat tax al 7%, che può svolgere una duplice funzione nei territori dell’Appennino centrale colpiti dal sisma: frenare il fenomeno di spopolamento e incentivare la crescita economica. «I regimi agevolativi sono essenziali per rilanciare queste aree», ha evidenziato Leo, «attraverso misure fiscali mirate e incentivi per chi decide di trasferirsi, vogliamo rendere le zone del cratere attrattive, dando un impulso concreto alla rinascita e sostenendo lo sviluppo locale» Per Castelli «sicurezza e sostenibilità sono i due capisaldi sui quali si fonda la complessa strategia per la rinascita dell’Appennino centrale, il cui obiettivo ultimo è quello di contrastare il fenomeno dello spopolamento e di rilanciare il tessuto economico e sociale di territori feriti da una sequenza sismica devastante». Il commissario la definisce «un’azione articolata su più livelli che ha dato luogo al laboratorio Appennino centrale, un modello di sviluppo delle aree interne riconosciuto a livello internazionale e sostenuto convintamente dal Governo Meloni». La flat tax al 7%, secondo Castelli, «si inserisce a pieno titolo all’interno di quell’attività di riparazione economica e sociale che sono chiamato a realizzare e che stiamo attuando prioritariamente attraverso il programma NextAppennino».
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