(Teleborsa) – “La performance molto forte che ha avuto il gruppo in questi primi 4 anni di piano industriale, riconoscendo che nel Gennaio del 2021 abbiamo lanciato un nuovo piano, che hanno portato a 8 miliardi di investimento tra il 2021-2024, ci restituiscono una chiusura del 2024 con oltre ottocento milioni di euro di utile netto, 2,3 miliardi di ebitda. Quindi un’azienda fondamentalmente raddoppiata rispetto a quella del 2020″. Lo ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato A2A.
“Questo ci da le energie, economiche e tecniche, per poter andare avanti nel piano che al 2035, 22 miliardi di investimenti divisi nei due soliti pilastri: transizione energetica ed economia circolare. Che si parlano anche con il report di Draghi, che dice che per aumentare la competitività dell’Europa abbiamo bisogno di investire per risolvere due grandi debolezze. Una è quella dell’autonomia energetica, proprio perché le nostre fonti autoctone sono l’acqua, il vento, il sole e rifiuti. Quindi, dobbiamo utilizzarle al meglio e in Italia noi abbiamo stimato che possiamo salire dal 22-23% di autonomia energetica al 58-59, utilizzando le rinnovabili. Dall’altro lato il tema delle materie prime, pensiamo solo al tema delle batterie dove non abbiamo materie prime in Europa per costruirle. Ma, l’Europa, ha saputo, per esempio, diventare con l’acciaio e con la carta un grande produttore di riciclo, senza avere fondamentalmente materie prime dal sottosuolo, ma riciclandole. Così pure si potrà fare con le batterie dove la comunità europea prevede che entro il 2050, oltre l’80% delle materie prime per le nuove batterie dovranno arrivare dal riciclo. Quindi parlo di nichel, cobalto, litio, e quindi il Gruppo continua a essere leader nell’economia circolare e abbiamo tutta una serie di progetti di incremento e trattamento dei rifiuti in questi settori. E, proprio anche fortemente nel settore che ci restituisce direttamente materie seconda per poter lavorare”, prosegue Mazzoncini.
“Del nucleare si parla con il tema di come colmare poi, una volta che saremo al 60% autonomia energetica, il divario tra quei 60-100. Quindi, a oggi, nessuno vede la necessità di rallentare le rinnovabili, quindi il mio auspicio è non rallentiamole ma andiamo avanti a investire. Questo si può fare da subito perchè la tecnologia c’è già . I pannelli solari sono già ricalati di prezzo in maniera molto importante rispetto all’inflazione che c’era stata nel 2022. Ci sono tutte le condizioni per farlo, le batterie stanno scendendo a prezzi bassissimi. Insomma tutto è sicuramente fattibile. Dall’altro lato, sono il primo a sostenere che non possiamo ragionevolmente superare il 60% di autonomia con le fonti rinnovabili e quindi dobbiamo poi capire come gestire il complemento accento che può venire dall’importazione. Già oggi l’Italia sta importando energia dalla Francia, dal Montenegro e dalla Grecia. Stiamo costruendo un cavo per riportarla dalla Nord d’Africa, dalla Tunisia con Terna.
“Certamente oggi non vedo per queste tecnologie la possibilità di abbassare il prezzo di energia perché i dati che sono emersi fino ad oggi, anche su, nucleare, ci riportano un costo di produzione energetica intorno ai 100 euroal MW. Quindi, credo che in questo momento la priorità sia accelerare rinnovabili per due ragioni. La prima per aumentare l’autonomia energetica, la seconda per abbassare il prezzo energia perché le uniche tecnologie che oggi possono abbassare il prezzo dell’energia sono le rinnovabili.
“Progetto Nazionale è un progetto su cui stavamo lavorando da un po’. Ora ci sono le condizioni per poterlo fare e l’obiettivo è far sì che tutti i nostri dipendenti diventino azionisti del gruppo. L’operazione si fa con l’azienda che acquista azioni proprie e poi mette a disposizione queste azioni gratuitamente ai dipendenti, in modo appunto che tutti diventino azionisti, poi gli azionisti, i dipendenti, potranno investire nelle loro risorse in azioni che avranno dei premi sostanzialmente. Tra l’altro dei premi diciamo inversamente proporzionali al ruolo aziendal,e quindi più è importante il ruolo aziendale più piccolo è il premio. E questo è molto importante perché da un lato otteniamo certamente un maggior senso di appartenenza dei nostri lavoratori e dall’altro lato c’è un tema di educazione finanziaria. In Italia come sapete il risparmio privato continua a essere importante ma non c’è abitudine a investire i soldi, quindi è un’operazione che sicuramente può anche avvicinare i nostri colleghi, i nostri lavoratori, a una maggior capacità di investimento delle proprie risorse private”, conclude Mazzoncini.
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