Senza incentivi statali, nessuno vuole l’auto elettrica, costosa, scomoda. Addirittura, a ottobre 2024, il mercato tedesco delle elettriche ha perso 1,8 punti percentuali di quota rispetto a ottobre del 2023. È il decimo mese consecutivo in calo, dopo la cancellazione degli ecobonus decisa dal governo Scholz alla fine dello scorso anno. Tutto questo pesa sul crollo dei consensi dell’esecutivo green sinistroide, che ha combinato una serie di pasticci allucinanti in Ue, imponendo il full electric.
Ora si ritrova senza soldi per gli incentivi, con migliaia di licenziamenti in vista per VW e indotto, con la vettura presunta ecologica che viene detestata in Europa: carissima e pratica come un cane che morsica un polpaccio. Più il denaro riservato al reddito di cittadinanza. La compagine germanica non sa come uscirne: manca anche la personalità adatta per prendere in mano la situazione, lo si evince da sguardo e linguaggio del corpo di chi ha ideato questo pastrocchio senza precedenti.
Disastro verde, con il dogma che la batteria e l’elettricità non inquinano durante produzione e smaltimento: ideologia suicida che rappresenta un assist per la Cina. Vorrebbero prevenire le catastrofi ambientali con le batterie delle auto elettriche: patetici. Anche gli influencer pagati che raccontano queste idiozie nei social per favorire il consenso elettorale a beneficio di gruppi di potere.
Germania: numeri bassissimi
In terra teutonica siamo a 35.491 elettriche vendute a ottobre 2024. Con la quota di mercato al 15,3%. Numeri bassissimi. Sì, la Germania quadruplica l’Italia. Ma ormai il nostro Paese non fa testo per l’automotive, con l’effetto Cuba: auto vecchissime, parco auto circolante in aumento, caccia grossa a macchine di seconda mano diesel con oltre 10 anni d’età. Si doveva operare chirurgicamente in Ue con raziocinio: ecosistema tipo Tesla Supercharger, incentivi a domanda e offerta, protezione dei lavoratori diretti e dell’indotto, vantaggi e agevolazioni di ogni genere al full electric. In quanto alla Francia, anche lì ne hanno le scatole piene: elettriche in discesa.
La rivoluzione elettrica con le fionde
La rivoluzione va fatta coi cannoni, non con le fionde. L’ideologia green da salotto sventolata nella torre d’avorio di Bruxelles ha portato alla catastrofe. Ora Pechino ci distrugge. E fa bene, profittando della nostra debolezza polita e burocratica. A schiacciarci nella morsa mortale, anche Trump dall’altra parte. Non basterà un discorsino sugli alberi al Parlamento Ue a salvarci. Serve una politica seria di supporto all’automotive: se elettrico dev’essere, allora occorre attrezzarsi e giocare la partita contro la Cina con la stessa ferocia agonistica. Piazzare dazi è solo segno che sei un competitor pieno di terrore verso un avversario sette spanne superiore.
La verità è che s’è mancato di rispetto verso l’auto elettrica europea, gioiello che andava supportato. Lasciato invece in balìa degli eventi, con la Cina che l’ha sbranato. In Europa, restano a vincere solo le Tesla e i mini van elettrici per micro spostamenti urbani.
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