Cambia il meccanismo che consente di rafforzare le busta paga dei lavoratori dipendenti. Nuove tasse e strette in arrivo per le attività digitali e per le operazioni in criptovalute. Tanti i temi ancora sotto la lente di ingrandimento, che potrebbero essere corretti con emendamenti. Ecco il quadro a oggi.
Nella Manovra 2025, Il taglio del cuneo fiscale, già applicato in via temporanea nel 2024, diventa a tutti gli effetti strutturale. Attualmente, il cuneo fiscale in Italia si attesta al 45,9%, tra i più alti nei Paesi dell’Ocse. Ciò significa che un’azienda spende oltre il doppio del netto erogato al dipendente. In pratica, uno stipendio netto di 1.500 euro, in Italia, costa all’azienda circa 3.150 euro.
Con la nuova Legge di Bilancio 2025, cambia anche il meccanismo di applicazione: viene abbandonato il taglio dei contributi previdenziali (6/7%) nella parte a carico dei lavoratori, ma viene introdotta una combinazione di indennità, esente da tasse, per chi ha redditi inferiori a 20.000 euro. Per chi ha un reddito superiore, è previsto invece un sistema di detrazione fiscale.
Non si tratta dell’unica novità prevista dal nuovo disegno di legge. Estensione della platea delle imprese digitali che dovranno pagare la web tax, stretta sulle operazioni in criptovalute, aumento del Canone Rai, ma anche aumenti minimi per le pensioni minime, flessibilità in uscita dal lavoro, sanità: tanti i punti su cui gli stessi gruppi di maggioranza hanno dichiarato di voler apportare delle modifiche. Ma il ministro per i Rapporti col parlamento, Luca Ciriani, frena e invita a “limitare gli emendamenti”.
In attesa delle eventuali ultime modifiche, vediamo nel dettaglio le novità relative al cuneo fiscale e alle varie tasse previste.
Cuneo fiscale: bonus fino a 20mila, poi più detrazioni lavoro
Il primo articolo normativo della legge di bilancio conferma innanzitutto le attuali aliquote Irpef, ovvero:
- 23% fino a 28mila euro;
- 35% tra 28mila e 50mila euro;
- 43% oltre i 50mila euro.
E alza la base delle detrazioni sul lavoro da 1.880 a 1.955 euro.
Al comma 3, stabilisce per i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo fino a 20.000 euro, il riconoscimento di una somma aggiuntiva non tassabile, che varia in funzione del guadagno:
- 7,1% fino a 8.500 euro;
- 5,3 per cento tra 8.501 e 15.000 euro;
- 4,8 per cento tra 15.001 e 20 mila euro.
L’importo riconosciuto non concorre a formare il reddito. Secondo le stime, l’aumento massimo in busta paga sarà di circa 80 euro al mese.
Superato il reddito di 20.000 euro, secondo quanto sancito dal comma 5, si passa a un nuovo sistema di detrazioni aggiuntive che verranno riconosciute direttamente in busta paga. Si concretizza nel seguente schema di importi:
- 1000 euro: se l’ammontare del reddito complessivo è compreso tra 20mila e 32mila euro;
- Al prodotto tra 1.000 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo;
- 8.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 32.000 euro, ma non a 40.000 euro.
Tali somme verranno riconosciute in via automatica (comma 6).
Web Tax: stretta su servizi digitali
Prevista, come accennato in apertura, la stretta sui servizi digitali, che ha generato non poche polemiche. Fino ad oggi, l’imposta del 3% sui ricavi digitali è stata applicata esclusivamente ai colossi tecnologici che superano i 750 milioni di euro di ricavi globali e 5,5 milioni di fatturato in Italia. La nuova legge di Bilancio prevede l’eliminazione del tetto sui ricavi. Ciò comporta che l’imposta del 3% verrà applicata a tutte le imprese digitali italiane, in particolare su specifiche attività, ovvero pubblicità online mirata, vendita di dati raccolti sugli utenti e servizi di intermediazione, senza alcuna distinzione sui volumi dei ricavi.
Criptovalute: aumentano la tassazione delle plusvalenze
In arrivo anche la stretta sulle operazioni in criptovalute, come il Bitcoin. Stabilito un forte aumento della tassazione sulle plusvalenze e gli altri proventi, che passa dal 26% al 42% per importi superiori ai 2.000 euro. Esiste tuttavia la possibilità di eventuali limature.
Controversie sulla cittadinanza: nuova tassa da 600 euro
La nuova Manovra introduce inoltre un contributo unificato per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana. Nel nuovo comma aggiunto al Testo unico sulle spese di giustizia, si legge testualmente: “Il contributo è dovuto per ciascuna parte ricorrente, anche se la domanda è proposta congiuntamente nel medesimo giudizio. La legislazione già prevede il pagamento dei contributi unificati nei casi ad esempio di richiesta della cittadinanza”.
Aumenta anche il Canone Rai
Infine, torna protagonista di un aumento il Canone Rai, che dovrebbe riallinearsi con il valore precedente alla riduzione introdotta nel 2024, passando dunque da 70 a 90 euro. A tal proposito, la Lega ha presentato un emendamento, per ripristinare la riduzione, ma i colleghi di Governo frenano.
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