Male, ma non malissimo. Ieri finalmente sono arrivati gli esiti degli esami strumentali a cui è stato sottoposto Rozzio dopo l’infortunio alla caviglia sinistra avvenuto contro il Catanzaro. ‘Ac Reggiana – si legge nel comunicato ufficiale del club – tramite il responsabile sanitario dottor Stefano Bondi, comunica che gli esami strumentali hanno confermato una lesione osteo-legamentosa di medio grado della caviglia sinistra. La prognosi è variabile dai 40 ai 60 giorni in funzione dell’evoluzione del quadro”. Tradotto: salvo colpi di scena, da non escludere vista la vicenda Gondo (dato fuori tra le 6 e le 8 settimane e poi rientrato dopo tre), il capitano della Reggiana tornerà in campo probabilmente solo nel 2025.
Guardando il calendario e provando ad essere super ottimisti si potrebbe sperare in una convocazione il 26 dicembre per la sfida interna con la Juve Stabia o per la trasferta del 29 a Mantova, ma vista l’importanza del giocatore non si forzerà nessun passaggio e l’appuntamento più probabile è quello del 12 gennaio, quando al ‘Città del Tricolore’ arriverà il Bari dopo la sosta invernale. Quella piovuta sulla testa della Reggiana è ovviamente una tegola di proporzioni giganti, perché in una squadra che non ha ancora trovato le proprie certezze il capitano era un appiglio dal valore inestimabile. Questo sia dal punto di vista tecnico – perché passano gli anni e gli allenatori, ma lui resta una garanzia – che dal punto di vista umano, perché assieme a Bardi e Cigarini è uno dei leader riconosciuti dello spogliatoio.
Adesso dovranno fare un passo avanti i giovani come Lucchesi e Fontanarosa, fin qui altalenanti, e anche i veterani come Sampirisi che ormai da mesi non sta riuscendo – complici gli infortuni – a dare continuità di rendimento alle proprie prestazioni. In questo modo si finisce per chiedere sempre gli straordinari a Meroni che ovviamente, alla lunga, rischia di trovarsi con poca benzina. Se si continuerà a giocare a tre, andranno date più chance anche a Libutti che fin qui è stato sottovalutato, ma può fare serenamente il ‘braccetto’ o addirittura sacrificarsi a sinistra (come avvenne nel derby col Parma all’andata) liberando così Sersanti da un ruolo inusuale.
Francesco Pioppi
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